Pomeriggio tra i più tranquilli degli ultimi tempi. Di fatto non deve compiere neppure una parata nell'arco dell'intera gara: si guadagna la pagnotta con un paio di buone uscite in presa alta, gioca con i piedi provando a iniziare l'azione nerazzurra, per il resto si gode la vittoria dei suoi da spettatore privilegiato.
- Politano 68’
- Gagliardini 77’
Pomeriggio tra i più tranquilli degli ultimi tempi. Di fatto non deve compiere neppure una parata nell'arco dell'intera gara: si guadagna la pagnotta con un paio di buone uscite in presa alta, gioca con i piedi provando a iniziare l'azione nerazzurra, per il resto si gode la vittoria dei suoi da spettatore privilegiato.
Dopo appena 6' riceve un gran colpo da Petagna, che gli causa un problema al naso. Stringe i denti per l'intero primo tempo, nel corso del quale a tratti soffre la fisicità dell'attaccante della SPAL e commette anche qualche imprecisione in fase di costruzione. Alcune buone chiusure gli valgono la sufficienza, esce dopo l'intervallo e lascia spazio a Ranocchia.
Rileva Miranda, si sistema al centro della difesa a 3. Di sicuro non soffre Petagna dal punto di vista fisico, semmai accade il contrario; il difensore alterna buone chiusure a giocate in disimpegno non sempre precise, nel complesso però mette in campo una prestazione ordinata, sporcata soltanto dal giallo rimediato nel finale.
Rileva Miranda, si sistema al centro della difesa a 3. Di sicuro non soffre Petagna dal punto di vista fisico, semmai accade il contrario; il difensore alterna buone chiusure a giocate in disimpegno non sempre precise, nel complesso però mette in campo una prestazione ordinata, sporcata soltanto dal giallo rimediato nel finale.
Inizia da esterno offensivo di sinistra, finisce da difensore centrale; nel mezzo, qualche minuto da mediano. La duttilità è la sua arma migliore, anche se non brilla in nessuno dei tre ruoli: troppo indeciso come esterno, porta eccessivamente il pallone da mediano, forse la posizione che gli è più consona è proprio quella da difensore. Nella ripresa infatti sbaglia pochi palloni e l'Inter dal suo lato non soffre.
Difesa a 4 o a 3, non cambia nulla per il centrale olandese: semplicemente perfetto, non sbaglia alcun intervento in chiusura ed è precisissimo anche nel palleggio. Certo, la SPAL è molto rinunciataria e non è un test impegnativo, ma lui guida la linea difensiva senza commettere alcuna sbavatura.
Difesa a 4 o a 3, non cambia nulla per il centrale olandese: semplicemente perfetto, non sbaglia alcun intervento in chiusura ed è precisissimo anche nel palleggio. Certo, la SPAL è molto rinunciataria e non è un test impegnativo, ma lui guida la linea difensiva senza commettere alcuna sbavatura.
Luci e ombre nei 90' dell'esterno brasiliano, che parte benino, ma dopo i primi minuti si perde in una serie di passaggi sbagliati e movimenti incomprensibili. Nella ripresa avanza il suo raggio d'azione e alterna buone giocate a errori grossolani; ha il merito di far partire con una bella cavalcata l'azione dell'1-0 e questo contribuisce a salvare la sua prestazione.
Parte esterno basso, finisce a centrocampo nel 3-4-2-1 disegnato da Spalletti nella ripresa. In entrambi i ruoli risulta convincente: affonda bene sulla destra, va spessissimo al cross e su uno di questi, al 27' del primo tempo, Lautaro Martinez trova la deviazione volante ma non inquadra la porta. Da un suo tiro sporco nasce il gol del raddoppio nerazzurro.
Entra nel finale al posto di Politano. Il suo compito è tenere palla e gestire il ritmo della gara: missione compiuta. Lo spagnolo addormenta il match negli ultimi minuti, palleggiando con sapienza e facendosi notare anche per la grinta che mette in qualche intervento difensivo. Un elemento affidabile sul quale Spalletti sa di poter sempre contare.
Entra nel finale al posto di Politano. Il suo compito è tenere palla e gestire il ritmo della gara: missione compiuta. Lo spagnolo addormenta il match negli ultimi minuti, palleggiando con sapienza e facendosi notare anche per la grinta che mette in qualche intervento difensivo. Un elemento affidabile sul quale Spalletti sa di poter sempre contare.
Primo tempo giocato a ritmi molto bassi, il pressing della SPAL non permette al croato di far girare la squadra come dovrebbe. Meglio in fase di copertura che in costruzione, deve gettare la spugna al 42' quando accusa un problema muscolare alla coscia destra: al suo posto entra Candreva.
Rileva Brozovic e si sistema prima a sinistra, poi a destra. Non riesce a incidere in positivo: troppi palloni persi e giocate imprecise, si intestardisce nel portare palla, rallentando così le azioni nerazzurre. È ormai un lontanissimo parente del centrocampista visto con la maglia della Lazio, la sua totale involuzione priva Spalletti di una potenziale arma dalla panchina.
Riscatta una partita così così con un gol da attaccante vero. Prima, tanti duelli a centrocampo, qualcuno vinto, molti persi; un'ammonizione e alcuni interventi al limite che, fortunatamente per lui, non costano il secondo giallo; una serie di errori di misura imbarazzanti. Ma al 77' trova il jolly che chiude la partita, con una giocata da bomber di razza, che vale il 2-0.
Schierato trequartista a causa dell'assenza di Nainggolan, il portoghese si propone spesso come punto di riferimento per i compagni, ma, come in altre occasioni, risulta particolarmente impreciso nelle sue giocate. Al 2' avrebbe sul destro la palla giusta, ma il pallone termina alto; nel primo tempo gioca discretamente, mentre nella ripresa cala e commette troppi errori. Alla fine strappa una sufficienza risicata.
Sembra in giornata no, prova spesso la giocata e non riesce a essere preciso nel dribbling o nei passaggi. Anche nei calci da fermo non rende al massimo, ma cresce nella ripresa, trovandosi più a suo agio in una posizione centrale; al 68' la giocata che cambia la partita, è bravissimo a controllare e lasciar partire un tiro che, complice la deviazione di Bonifazi, spiazza Viviano.
Ingaggia con Vicari un duello rusticano. L'argentino ha qualità nelle giocate, riesce quasi da solo a impensierire l'intera difesa ospite; al 16' ci prova in acrobazia, ma non trova la porta, si ripete al 27' di testa e anche in questo caso il pallone termina fuori. Al 31' segna, ma il gol è annullato per un tocco di mano; nella ripresa continua a battersi su ogni pallone e avvia l'azione dell'1-0 di Politano.
L'Inter ritrova i 3 punti in un pomeriggio non particolarmente brillante, ma alla fine riesce ad avere la meglio su una SPAL molto compatta e attenta. Manca qualità in avanti, anche per via delle numerose assenze, alle quali si aggiunge l'infortunio di Brozovic nel primo tempo; buona l'idea di passare a 3 nella ripresa, l'uno-due Politano-Gagliardini toglie le castagne dal fuoco in un match non semplice.
Quando ha il pallone tra i piedi fa venire i sudori freddi ai suoi tifosi. Con un rinvio nel finale rischia il pasticcio, visto che la palla finisce sulla schiena di Martinez e poi fuori; non deve compiere parate di rilievo, l'Inter tira verso la porta ma raramente inquadra lo specchio. Quando succede, in occasione dei 2 gol, il portiere non ha responsabilità.
Quando ha il pallone tra i piedi fa venire i sudori freddi ai suoi tifosi. Con un rinvio nel finale rischia il pasticcio, visto che la palla finisce sulla schiena di Martinez e poi fuori; non deve compiere parate di rilievo, l'Inter tira verso la porta ma raramente inquadra lo specchio. Quando succede, in occasione dei 2 gol, il portiere non ha responsabilità.
In difficoltà quando è puntato palla al piede, si salva con l'esperienza e il senso della posizione. Cerca di limitare i danni e vi riesce, dalla sua parte Politano passa raramente, mentre ha qualche grattacapo in più quando deve scalare sull'esterno per chiudere su Cedric. Dopo l'1-0 nerazzurro lascia il campo per esigenze tattiche.
Gioca un discreto primo tempo, ma nelle diagonali su Lautaro Martinez mostra fin da subito un discreto imbarazzo, lasciandosi anticipare spesso dall'argentino. Nella ripresa è sfortunato nella deviazione sull'1-0, ma anche colpevole, perché Politano si gira in area con troppa facilità.
Ingaggia un bel duello con Martinez, tiene botta finché può, ricorrendo a volte anche alle maniere forti. Sui palloni alti si fa valere, così come nella fase di costruzione del gioco; sui due gol forse avrebbe potuto fare qualcosa in più, soprattutto su Gagliardini.
Entra al posto di Valoti, almeno lui è un vero esterno; non brilla particolarmente, anche perché di lì a poco l'Inter passerà in vantaggio, ma chiude bene in due occasioni su Dalbert e prova a contenere il brasiliano, ma anche Candreva quando si allarga sul suo lato. In avanti non riesce a combinare più di tanto.
Non demerita, è uno degli ultimi ad arrendersi ed è bravo a cucire il gioco sul centro-sinistra. I calci piazzati sono tutti affar suo, con il suo piede riesce a creare qualche grattacapo alla difesa nerazzurra; tuttavia, soprattutto nella ripresa, l'Inter prende il pallino del gioco e lo sloveno non riesce più a incidere, esattamente come i compagni di reparto.
Non demerita, è uno degli ultimi ad arrendersi ed è bravo a cucire il gioco sul centro-sinistra. I calci piazzati sono tutti affar suo, con il suo piede riesce a creare qualche grattacapo alla difesa nerazzurra; tuttavia, soprattutto nella ripresa, l'Inter prende il pallino del gioco e lo sloveno non riesce più a incidere, esattamente come i compagni di reparto.
Bene nel primo tempo, in particolare al 25', quando con una chiusura provvidenziale riesce a sventare un contropiede pericolosissimo dell'Inter. Nella ripresa cala al pari dei suoi compagni di reparto, non riesce più a trovare la posizione e naufraga insieme al resto della squadra.
Bene nel primo tempo, in particolare al 25', quando con una chiusura provvidenziale riesce a sventare un contropiede pericolosissimo dell'Inter. Nella ripresa cala al pari dei suoi compagni di reparto, non riesce più a trovare la posizione e naufraga insieme al resto della squadra.
Soffre l'intraprendenza di Cedric sulla sua fascia, prova a rifarsi puntando sulla sua arma migliore, la velocità, ma raramente riesce a rendersi davvero pericoloso. Il duello con il portoghese è interessante, ma ai punti lo vince il giocatore nerazzurro; sono troppi infatti gli errori di misura dell'esterno della SPAL.
Partita difficile, in una zona del campo dove non si possono commettere errori. Il centrocampista della SPAL invece ne compie parecchi, perdendo palloni sanguinosi e non riuscendo a smistare il pallone come sa; così gli ospiti sono costretti, soprattutto nella ripresa, a una gara di solo sacrificio, senza possibilità di farsi vedere in avanti.
Semplici lo ripropone come esterno destro e perde nuovamente la sua scommessa. Il centrocampista non ha il passo per un simile ruolo, lo si nota quando Dalbert lo semina ripetutamente; per sua fortuna il brasiliano sbaglia diverse giocate, ma rimane l'inadeguatezza, che si nota ancor più nella ripresa. Lascia il posto a Dickmann nel corso del secondo tempo.
Entra al posto di Felipe e si sistema in un tridente atipico con Floccari e Petagna. Risultato? Non tocca un pallone. L'ex attaccante del Milan non riesce a incidere nel finale di gara, girando per lo più a vuoto e finendo per essere costantemente bloccato dalla difesa nerazzurra. Un cambio che non dà i suoi frutti.
Suo uno dei rari tiri verso la porta della SPAL, al 23', quando impatta un cross di Bonifazi ma non trova la porta. È l'unico squillo della sua partita, che per il resto si limita al solito lavoro sporco, a tanti scontri con Miranda prima, Ranocchia poi, ma nel complesso a poco altro: e per un attaccante questa è senz'altro una nota di demerito.
Suo uno dei rari tiri verso la porta della SPAL, al 23', quando impatta un cross di Bonifazi ma non trova la porta. È l'unico squillo della sua partita, che per il resto si limita al solito lavoro sporco, a tanti scontri con Miranda prima, Ranocchia poi, ma nel complesso a poco altro: e per un attaccante questa è senz'altro una nota di demerito.
Si batte come un leone su ogni pallone ed è il più pericoloso dei suoi. Con grande spirito di sacrificio si sfianca in un lavoro di pressing che, almeno nel primo tempo, disinnesca le armi dell'Inter; più difficile il suo lavoro nella ripresa, infatti perde qualche pallone di troppo e non riesce più a far salire la squadra. Nel finale, stremato, lascia il posto ad Antenucci.
Si batte come un leone su ogni pallone ed è il più pericoloso dei suoi. Con grande spirito di sacrificio si sfianca in un lavoro di pressing che, almeno nel primo tempo, disinnesca le armi dell'Inter; più difficile il suo lavoro nella ripresa, infatti perde qualche pallone di troppo e non riesce più a far salire la squadra. Nel finale, stremato, lascia il posto ad Antenucci.
La sua SPAL mette in difficoltà l'Inter con una partita molto accorta, ma è troppo rinunciataria: gli ospiti non riescono a creare problemi alla retroguardia nerazzurra, sono poco pungenti in avanti e non hanno contromosse per il cambio tattico degli avversari nella ripresa. Il fortino regge fino al 68', poi l'uno-due dell'Inter manda al tappeto la squadra di Semplici; i cambi arrivano troppo tardi.