Visibilmente sorpreso dalla punizione calciata da Biglia. Forse non ci sarebbe arrivato, ma rimanere immobile non è da lui. Ha poche occasioni per riscattarsi.
Visibilmente sorpreso dalla punizione calciata da Biglia. Forse non ci sarebbe arrivato, ma rimanere immobile non è da lui. Ha poche occasioni per riscattarsi.
Entra a dare manforte nel finale, dopo che gli orobici raggiungono il pareggio. La sua missione è quella di contribuire a portare a casa il risultato, ci riesce ampiamente visto che l'Atalanta trova anche il gol-vittoria.
In affanno contro il vivace Candreva, difende così così ed è inesistente in fase di spinta. Un apporto mediocre alla causa, che si riflette sul suo fantavoto.
Subisce la velocità degli avversari, se la cava con il mestiere, ma non sempre, ed è costretto a ricorrere alle maniere forti. Alcune ottime chiusure dovute a un invidiabile senso della posizione.
Reja sa di poter contare sulla sua duttilità: parte sul lato destro, si sposta a sinistra dopo l'uscita di Dramè, torna a destra quando entra Cherubin. Non brilla mai, eppure è utilissimo, e il suo velo sul cross di D'Alessandro è decisivo.
Torna titolare e dimostra di non essersi arrugginito nel frattempo: sempre preciso in chiusura, ottima scelta di tempo negli interventi, risulta insuperabile nel gioco aereo.
Torna titolare e dimostra di non essersi arrugginito nel frattempo: sempre preciso in chiusura, ottima scelta di tempo negli interventi, risulta insuperabile nel gioco aereo.
Torna titolare e dimostra di non essersi arrugginito nel frattempo: sempre preciso in chiusura, ottima scelta di tempo negli interventi, risulta insuperabile nel gioco aereo.
Meno preciso di Stendardo, soffre per buona parte del match, salvo crescere nel finale di partita e rendersi prezioso nella difesa del risultato. Gradualmente sta tornando sui suoi livelli.
Tanta sostanza e stasera anche un po' di qualità. Senza esagerare, ovviamente: il suo compito è quello di fare legna, ne è consapevole e svolge le sue mansioni con intensità e intelligenza.
Reja lo spedisce in campo per provare la rimonta. Il pareggio arriva lontano dalla sua zona di competenza, il gol-vittoria invece è frutto di una sua cavalcata: mette un ottimo pallone in mezzo, che Gomez raccoglie e spedisce in rete.
Non si può dire che si tiri indietro quando c'è da menare: ogni volta che c'è un contatto sopra le righe l'olandese è coinvolto. Tante botte e poco altro, ma non arretra di un passo.
Man of the match, senza ombra di dubbio. Che fosse in palla si era capito già dalla prima frazione, nella ripresa si scatena: prima provoca l'autorete di Basta, poi si mette in proprio e toglie le ragnatele dall'incrocio dei pali, mettendo a segno il gol vittoria.
Spento. Non ha particolari demeriti, ma non entra mai nel vivo del match: con i suoi mezzi, fisici e tecnici, potrebbe fare molto di più. Reja lo sacrifica soprattutto per ragioni tattiche.
Vivace, con la sua velocità tiene in apprensione la retroguardia biancoceleste. Sia quando attacca l'Atalanta che quando gli orobici pressano gli avversari, si fa notare per la grinta e per la qualità delle sue giocate.
Vivace, con la sua velocità tiene in apprensione la retroguardia biancoceleste. Sia quando attacca l'Atalanta che quando gli orobici pressano gli avversari, si fa notare per la grinta e per la qualità delle sue giocate.
Si batte come sempre, le prende e le dà, prova a impensierire Marchetti senza riuscirci più di tanto. Ma è vivo, un punto di riferimento per i compagni e una spina nel fianco per i difensori avversari.
Si batte come sempre, le prende e le dà, prova a impensierire Marchetti senza riuscirci più di tanto. Ma è vivo, un punto di riferimento per i compagni e una spina nel fianco per i difensori avversari.
La partita non la vince solo Gomez con la sua giocata: i meriti del tecnico atalantino sono tanti, prima di tutto aver dato la scossa con due cambi che si riveleranno decisivi. Dà una lezione a Pioli di sagacia tattica e impacchetta un bello scherzetto alla sua ex squadra.
La partita non la vince solo Gomez con la sua giocata: i meriti del tecnico atalantino sono tanti, prima di tutto aver dato la scossa con due cambi che si riveleranno decisivi. Dà una lezione a Pioli di sagacia tattica e impacchetta un bello scherzetto alla sua ex squadra.
Bravo a parare in due tempi su Morale al 53', poco deciso in occasione dell'autogol di Basta: il pallone passa dentro l'area di porta senza che lui riesca a intervenire. In generale poco reattivo.
Bravo a parare in due tempi su Morale al 53', poco deciso in occasione dell'autogol di Basta: il pallone passa dentro l'area di porta senza che lui riesca a intervenire. In generale poco reattivo.
Bravo a parare in due tempi su Morale al 53', poco deciso in occasione dell'autogol di Basta: il pallone passa dentro l'area di porta senza che lui riesca a intervenire. In generale poco reattivo.
Sfortunato ma anche maldestro in occasione dell'autogol, totalmente fuori posizione sul cross di D'Alessandro che giunge sui piedi di Gomez. Dopo un buon inizio è autore di una prestazione disastrosa nella ripresa.
Sfortunato ma anche maldestro in occasione dell'autogol, totalmente fuori posizione sul cross di D'Alessandro che giunge sui piedi di Gomez. Dopo un buon inizio è autore di una prestazione disastrosa nella ripresa.
Sfortunato ma anche maldestro in occasione dell'autogol, totalmente fuori posizione sul cross di D'Alessandro che giunge sui piedi di Gomez. Dopo un buon inizio è autore di una prestazione disastrosa nella ripresa.
In difficoltà. La velocità dei folletti atalantini, Moralez e Gomez, lo manda fuori posizione e lo espone a magre figure. Troppo statico e spesso impreciso nei disimpegni, è lontano da una forma accettabile.
In difficoltà. La velocità dei folletti atalantini, Moralez e Gomez, lo manda fuori posizione e lo espone a magre figure. Troppo statico e spesso impreciso nei disimpegni, è lontano da una forma accettabile.
Meglio del compagno di reparto, battaglia con Pinilla e spesso esce vincitore. Tagliato fuori in occasione del raddoppio bergamasco, i compagni non gli assicurano un'adeguata copertura.
La punizione è una perla, la sua leadership indispensabile: è sempre nel posto giusto al momento giusto, non può niente però quando i compagni calano vistosamente e concedono ampi spazi all'Atalanta.
Tra i più vivaci della Lazio nel primo tempo, si spegne lentamente nella ripresa e soprattutto ha il demerito di lasciar crossare Gomez in occasione dell'autogol di Basta.
Tra i più vivaci della Lazio nel primo tempo, si spegne lentamente nella ripresa e soprattutto ha il demerito di lasciar crossare Gomez in occasione dell'autogol di Basta.
Il campo pesante non lo avvantaggia: non riesce a trovare ritmo, solo qualche sporadica accelerazione. Si incupisce e nella ripresa non riesce più a riprendersi.
Non spinge quanto potrebbe, ma non va in particolare sofferenza dietro, almeno fino a quando D'Alessandro non decide di salire in cattedra per l'assist decisivo a Gomez.
Non spinge quanto potrebbe, ma non va in particolare sofferenza dietro, almeno fino a quando D'Alessandro non decide di salire in cattedra per l'assist decisivo a Gomez.
Dopo un inizio tutto sommato positivo, perde colpi e arretra sempre più la sua posizione. In fase difensiva è ok, quando c'è da attaccare mostra tutti i suoi limiti.
Qualche bel gioco di prestigio non salva una prestazione che in fin dei conti è mediocre. Il serbo cerca giocate di qualità che non gli riescono quasi mai, rischia con alcuni interventi di eccessiva durezza, è in grave ritardo nel ripiegare sul raddoppio atalantino.
Entra al posto di uno spento Matri, non portando particolari cambiamenti nell'atteggiamento offensivo della sua squadra: commette errori meno vistosi, ma allo stesso tempo sembra quasi più abulico del compagno.
Dovrebbe essere il punto di riferimento della Lazio, il terminale offensivo dei biancocelesti, ma contribuisce solo a far confusione lì davanti. I suoi tocchi non sono quasi mai puliti, i tiri in porta maldestri e scoordinati: non un bel vedere.
Dovrebbe essere il punto di riferimento della Lazio, il terminale offensivo dei biancocelesti, ma contribuisce solo a far confusione lì davanti. I suoi tocchi non sono quasi mai puliti, i tiri in porta maldestri e scoordinati: non un bel vedere.
Surclassato da Reja nella lettura della partita, nel secondo tempo ritarda troppo i cambi e non si accorge che la riscossa atalantina è dietro l'angolo. Un errore fatale.
Surclassato da Reja nella lettura della partita, nel secondo tempo ritarda troppo i cambi e non si accorge che la riscossa atalantina è dietro l'angolo. Un errore fatale.