Non ha grandi affanni, tiene bene la posizione e non lascia spazi agli avversari. In proiezione offensiva, si fa trovare da Gosens e serve l'assist per il 2-0 di Castagne.
Non ha grandi affanni, tiene bene la posizione e non lascia spazi agli avversari. In proiezione offensiva, si fa trovare da Gosens e serve l'assist per il 2-0 di Castagne.
Viene adattato da Gasperini in un ruolo non suo, e si vede: nel primo tempo c'è più di un'indecisione. Quando la pressione degli avversari diminuisce e può sganciarsi, fa molto meglio. Ma l'esperimento fra i tre arretrati non è stato pienamente convincente.
Dopo otto minuti va in gol, ma Irrati annulla giustamente per fuorigioco di Zapata. Dopo un primo tempo non semplicissimo, vince il duello con Biraschi e si rende più volte pericoloso. Partecipa all'azione del 2-0.
Il duello con Lapadula si conclude con un sostanziale pareggio. Nel finale, però, si distrae e non tiene a bada Pandev, lasciandolo libero di segnale un gol che regala all'Atalanta un finale fatto di evitabili palpitazioni.
Il duello con Lapadula si conclude con un sostanziale pareggio. Nel finale, però, si distrae e non tiene a bada Pandev, lasciandolo libero di segnale un gol che regala all'Atalanta un finale fatto di evitabili palpitazioni.
Il ventiduenne belga migliora e matura partita dopo partita. E non vuole saperne di togliersi il vizio del gol: segna il quarto in questo campionato, il secondo consecutivo, ed è ancora decisivo per la conquista di un risultato fondamentale per la corsa alla Champions.
Sempre al centro del gioco, insieme a Ilicic gioca più palloni di tutti. Molto intraprendente, trova il varco giusto per l'intelligente lancio che manda in rete Barrow.
Nel primo tempo, con Pasalic poco partecipe, è chiamato al superlavoro, e non riesce a incidere. Nella ripresa l'ingresso di Barrow aumenta gli spazi in cui può agire, e la qualità delle sue giocate torna sui soliti, altissimi livelli.
Nel primo tempo, con Pasalic poco partecipe, è chiamato al superlavoro, e non riesce a incidere. Nella ripresa l'ingresso di Barrow aumenta gli spazi in cui può agire, e la qualità delle sue giocate torna sui soliti, altissimi livelli.
Tantissimo dinamismo in mezzo al campo, soprattutto nel secondo tempo, quando è presenza costante sulla trequarti avversaria e prova la conclusione in un paio di occasioni. Fondamentale in fase di interdizione, è primo della sua squadra per palloni rubati.
Tantissimo dinamismo in mezzo al campo, soprattutto nel secondo tempo, quando è presenza costante sulla trequarti avversaria e prova la conclusione in un paio di occasioni. Fondamentale in fase di interdizione, è primo della sua squadra per palloni rubati.
Ha l'occasione di mettersi in mostra sostituendo lo squalificato Gomez. E non ci riesce: gioca pochi palloni, ne perde tanti e sanguinosi, zero idee, distratto. Gasperini lo lascia negli spogliatoi alla fine del primo tempo.
L'ingresso a freddo al posto di Barrow non ne pregiudica la prestazione, che è più che convincente. Dà un buon apporto, soprattutto in termini di fiato, in uno dei momenti più complicati della partita.
Forse l'unica nota stonata del pomeriggio atalantino. Nel primo tempo provoca l'annullamento di due gol (uno suo) per fuorigioco. Perde la sfida con Romero, che ha troppo spesso la meglio. Nella ripresa dà il suo apporto per tenere alta la squadra, ma da lui è lecito aspettarsi molto di più.
Resta in campo meno di venti minuti, giusto il tempo di sbloccare la partita: entra al posto del deludente Pasalic, sbuca subito alle spalle di Zukanovic e da due passi batte Radu. Si batte, si sacrifica in difesa. Poi, però, prende una ginocchiata al costato ed è costretto a chiedere il cambio.
Mancano due punti per il sogno che si chiama Champions League. Se si gioca così, con la consapevolezza di poter risolvere anche una partita che sembra difficilissima da sbloccare, non sarà un sogno ancora per molto.
Forse avrebbe potuto fare qualcosa di più sul gol di Barrow, ma le responsabilità sono comunque a quasi esclusivo appannaggio di Zukanovic. Niente da fare sul 2-0 di Castagne, lasciato libero da una difesa molto distratta.
Nel primo tempo è quello che brilla meno nell'attenta difesa genoana, ma almeno tiene botta. Ma bastano sette minuti, i primi della ripresa, a mettere in discussione tutto: prima non si accorge di Barrow che gli sbuca alle spalle, poi resta immobile in occasione del gol di Castagne. Guadagna anzitempo gli spogliatoi.
Il suo avversario diretto è Gosens, ma interviene spesso anche nel raddoppio su Zapata. L'efficacia difensiva dei primi minuti però viene sostituita dalla mancanza di lucidità in alcuni frangenti della ripresa, quando lascia troppi spazi al terzino tedesco. Buon apporto alla fase offensiva.
Un po' come tutto il suo reparto, fa molto meglio nel primo tempo, quando riesce a coniugare attenzione e intraprendenza. Corresponsabile in occasione del gol di Castagne, lasciato colpevolmente solo.
Un po' come tutto il suo reparto, fa molto meglio nel primo tempo, quando riesce a coniugare attenzione e intraprendenza. Corresponsabile in occasione del gol di Castagne, lasciato colpevolmente solo.
Indubbiamente il migliore dei suoi. Dopo un momento di confusione iniziale, prende le misure e disinnesca Zapata. Avrebbe potuto fare qualcosa in più, come altri suoi compagni, sul gol di Castagne. Nel finale prima si rende pericoloso di testa e chiama alla grande risposta Gollini, poi serve di tacco l'assist per il gol di Pandev. Prende un giallo evitabile, perderà la sfida di sabato contro il Cagliari.
Indubbiamente il migliore dei suoi. Dopo un momento di confusione iniziale, prende le misure e disinnesca Zapata. Avrebbe potuto fare qualcosa in più, come altri suoi compagni, sul gol di Castagne. Nel finale prima si rende pericoloso di testa e chiama alla grande risposta Gollini, poi serve di tacco l'assist per il gol di Pandev. Prende un giallo evitabile, perderà la sfida di sabato contro il Cagliari.
Presente e molto dinamico, è uno degli ultimi ad arrendersi. Quando tutti sembrano tirare i remi in barca, corre da un lato all'altro del campo a infastidire gli avversari, rubare palloni, riavviare le azioni offensive.
Presente e molto dinamico, è uno degli ultimi ad arrendersi. Quando tutti sembrano tirare i remi in barca, corre da un lato all'altro del campo a infastidire gli avversari, rubare palloni, riavviare le azioni offensive.
Come Radovanovic, fa di tutto per evitare il naufragio. Alle sue buone idee in fase d'impostazione aggiunge tanto dinamismo, incisività anche in fase difensiva, e il carattere che, nelle ultime due, decisive gare, sarà fondamentale.
Fa un discreto lavoro di contenimento a metà campo, soprattutto nel primo tempo, ma è troppo impreciso e non sempre incisivo. Prandelli decide di farne a meno: esce per Pandev nel secondo tempo.
Entra e si fa prendere dal nervosismo della partita, facendosi dare un giallo evitabile. Ma ha il merito di regalare ai suoi cinque minuti di speranza segnando il gol della bandiera a un minuto dal novantesimo.
Gara da attaccante votato al sacrificio, con tanti calci presi, spintoni dati e palloni protetti a beneficio della squadra che guadagna metri. Ma, a parte questo, non riesce mai ad impensierire veramente Gollini.
Comincia bene, come Lapadula: fa tanto lavoro sporco, di sponda, lottando e proteggendo palloni. Ha anche buone intuizioni, come il cross per il colpo di testa di Lapadula finito fuori. Ma col passare dei minuti scompare.
Comincia bene, come Lapadula: fa tanto lavoro sporco, di sponda, lottando e proteggendo palloni. Ha anche buone intuizioni, come il cross per il colpo di testa di Lapadula finito fuori. Ma col passare dei minuti scompare.
Nel primo tempo gestisce bene la gara e riesce addirittura a disinnescare l'Atalanta, ma nella ripresa basta poco per far naufragare i suoi. Deve partire dalla convinzione dei primi 45 minuti per trovare gli ultimi punti che servono per salvarsi.
Nel primo tempo gestisce bene la gara e riesce addirittura a disinnescare l'Atalanta, ma nella ripresa basta poco per far naufragare i suoi. Deve partire dalla convinzione dei primi 45 minuti per trovare gli ultimi punti che servono per salvarsi.
