Più in palla del pari ruolo Krejci, quando entra può sfruttare la maggiore freschezza per salire con continuità e dare sfogo sulla fascia alla manovra.
Più in palla del pari ruolo Krejci, quando entra può sfruttare la maggiore freschezza per salire con continuità e dare sfogo sulla fascia alla manovra.
Sul gol del Napoli perde totalmente il duello fisico con Manolas e fatica poi a riprendersi, commettendo più errori del solito. In crescita nel finale ma non basta per migliorare il giudizio.
Più di una volta suona la carica andando a pressare accanto a Palacio a costo di lasciare sguarnita la sua zona di competenza. La solita generosità, insomma.
Prima da titolare dopo il lockdown per il ceco che pensa più a spingere che a difendere, anche per provare a rispondere colpo su colpo a Politano. Non riesce nel suo intento.
Nella prima frazione è l'uomo più vivace del Bologna, nella ripresa sale di livello e di qualità mettendo prima Palacio e poi Barrow in condizione di segnare.
Partita molto sostanziosa in fase difensiva, con una decina di palloni recuperati. In attacco invece è spesso troppo timido e non si fa vedere quanto potrebbe.
Ancora una prestazione di grande personalità del giovanissimo islandese che davvero non ha paura di niente e di nessuno. C'è anche il suo contributo nel produttivo forcing finale.
Pochissimi millimetri gli tolgono la gioia del gol che sarebbe stato meritato per come fornisce sempre un contributo utile alla causa, sia da centravanti che da esterno sinistro.
Pochissimi millimetri gli tolgono la gioia del gol che sarebbe stato meritato per come fornisce sempre un contributo utile alla causa, sia da centravanti che da esterno sinistro.
Un po' meglio del suo compagno Skov Olsen, se non altro perché è più preciso negli appoggi ai compagni. È ancora lontano però dalla migliore versione di sé stesso.
La sfuriata di Mihajlovic nel pre gara non è servita a scuotere il danese, che ancora una volta non mostra il proprio talento - al di là di qualche giocata estemporanea - rimanendo ai margini della partita.
Il suo Bologna parte male ma poi, grazie anche ai suoi accorgimenti tattici e ai cambi, le cose si modificano e nel finale meriterebbe anche qualcosa in più.
Il suo Bologna parte male ma poi, grazie anche ai suoi accorgimenti tattici e ai cambi, le cose si modificano e nel finale meriterebbe anche qualcosa in più.
Prende facilmente le misure a Skov Olsen, complice la serata non idilliaca del danese. Rendimento costante sui 90 minuti, senza picchi di gloria ma neanche di infamia.
Il gol che sblocca la gara è un manifesto della sua fisicità. Nel corso della gara fa recuperi di gran corsa ma poi è uno di quelli che crolla più vistosamente fino a farsi beffare da Barrow.
Anche lui come Manolas parte bene ma poi cala alla distanza, faticando a tenere la posizione e andando in difficoltà contro il dinamismo di Palacio e Barrow.
Meno vivace di Politano, va detto che entra in una fase della gara in cui deve pensare soprattutto a dare una mano dietro a un Di Lorenzo in affanno. E non si tira indietro.
Apprezzabile il suo tentativo di dare qualità alla manovra nel tentativo di tenere il Bologna sulle spine. Finisce però per predicare non proprio nel deserto ma insomma, tante piante floride non se ne vedono.
"Arek, manchi solo tu" gli urla Gattuso a testimonianza di come il polacco sia stato ai margini della partita senza trovare un solo modo per rendersi utile al di là di qualche sponda e un po' di pressing sui centrali bolognesi.
"Arek, manchi solo tu" gli urla Gattuso a testimonianza di come il polacco sia stato ai margini della partita senza trovare un solo modo per rendersi utile al di là di qualche sponda e un po' di pressing sui centrali bolognesi.
Non sfrutta a dovere il ritorno da titolare: soffre la fisicità di Mbaye e quando riesce a liberarsi per il tiro lo specchio della porta resta un miraggio.
Il gol immediato gli permette di impostare la partita al meglio. Poi però nella ripresa la sua squadra cala vistosamente e lui cerca di porre rimedio con le sostituzioni, tenendo botta alla fine.
