Incassa un gol in casa contro il Benevento e già questa è una maledizione per i tanti fantallenatori che speravano in una partita tranquilla. Che effettivamente c'è stata: gli ospiti procurano qualche brivido, ma di fatto non trovano mai lo specchio, se non con quel singolo tiro di Gaich su cui il portiere polacco non può nulla.
Non perde mai la testa, neppure quando gli attaccanti del Benevento fanno vedere i sorci verdi al suo compagno di reparto. E con i due esterni in chiara giornata no, a volte è costretto agli straordinari sia in copertura sia in fase di costruzione. Nell'arrembaggio finale prova a essere lucido, ma la squadra non lo asseconda.
Nella prima frazione è tra i più intraprendenti, cala nella ripresa ed è protagonista in negativo in almeno due episodi: prima non riesce a chiudere su Gaich dopo il passaggio errato di Arthur, poi spara fuori da ottima posizione, vanificando la possibilità del pareggio.
Nella prima frazione è tra i più intraprendenti, cala nella ripresa ed è protagonista in negativo in almeno due episodi: prima non riesce a chiudere su Gaich dopo il passaggio errato di Arthur, poi spara fuori da ottima posizione, vanificando la possibilità del pareggio.
Qualche imbarazzo nel primo tempo, la fisicità di Gaich mette a dura prova la sua tenuta e non è poco. Prende le misure all'avversario e cresce con il passare dei minuti, impegna due volte Montipò di testa e non ha colpe specifiche sul gol del Benevento.
Si diceva che l'apprendistato fosse ormai alle spalle e il nuovo ruolo cucito per lui fosse definitivamente nelle sue corde. La prestazione di oggi dimostra semmai il contrario: fino a quando Pirlo si ostina con la difesa a 4, l'ex giocatore della Fiorentina è un pesce fuor d'acqua, sempre preso in mezzo da Hetemaj e Lapadula e mai incisivo. Un pizzico meglio quando si schiera da quinto di centrocampo.
Si impegna tanto, raccoglie poco. Questa volta lo strappo decisivo non gli riesce, Improta controlla bene le sue sfuriate e il Benevento, difendendosi in modo ordinato, contribuisce ad alimentare la sua frustrazione per una giocata che non arriva.
Rileva Arthur, ma non entra bene nel match. Non muove bene il pallone, va a un ritmo più lento del dovuto e non riesce a prendere per mano la squadra; nel finale si fa anche ammonire.
Primo tempo così così, soprattutto a inizio gara, poi scalda i motori e comincia a essere una presenza costante in fase di recupero palla. Il centrocampo del Benevento è però agguerrito e il francese dimostra ancora una volta di non essere particolarmente amante della pugna.
Largo a destra, prova a pungere ma, al di là di qualche accelerazione, non riesce a incidere. Al 57' ha una buona occasione, ma il suo destro è ampiamente largo; al 76' serve Bernardeschi in area, ma il compagno spara fuori. In generale sembra un po' troppo fuori dal gioco ed eccessivamente lontano dalla porta avversaria.
Rovina una prestazione che fino a quel momento era stata sufficiente con una sciocchezza: il suo passaggio in orizzontale a Gaich non solo non vale un +1 come assist, ma costa la partita alla Juventus. Da quel momento esce mentalmente dal match, pochi minuti dopo Pirlo lo sostituisce anche fisicamente.
Entra al posto di Rabiot, mette in campo lo spirito mordace che Pirlo gli chiede. Non basta, perché si vede da lontano che la sua mobilità non è quella di inizio stagione: i problemi fisici lo tormentano e in queste condizioni non può essere un fattore.
Entra al posto di Rabiot, mette in campo lo spirito mordace che Pirlo gli chiede. Non basta, perché si vede da lontano che la sua mobilità non è quella di inizio stagione: i problemi fisici lo tormentano e in queste condizioni non può essere un fattore.
Irriconoscibile: si lascia ipnotizzare da Montipò al 33', poi si divora la più ghiotta delle occasioni al 37', spedendo alto da ottima posizione. Non si riprende più, sbagliando praticamente ogni pallone che tocca da quel momento in avanti.
Parte forte, andando al tiro al 3' dopo una bella serpentina, ma è un fuoco di paglia. Le sue velleità si spengono sul muro difensivo eretto dal Benevento; non che il portoghese non ci provi, ma è impreciso e trova sulla sua strada un Montipò attento al 47' e all'80'. Anche la rovesciata non trova la porta, mentre i tentativi su calcio da fermo finiscono puntualmente sulla barriera: forse sarebbe meglio cedere l'onere ad altri tiratori più efficaci.
Perde in casa contro un avversario modesto, che si limita a difendere con ordine; se può chiamare in causa la sfortuna per le assenze in difesa, non può fare altrettanto per alcune scelte discutibili, come quella di lasciare Morata per 90' in campo o insistere su Bernardeschi terzino in una difesa a 4. Oggi non si è visto né gioco né voglia di vincere: due aspetti sui quali riflettere.
Perde in casa contro un avversario modesto, che si limita a difendere con ordine; se può chiamare in causa la sfortuna per le assenze in difesa, non può fare altrettanto per alcune scelte discutibili, come quella di lasciare Morata per 90' in campo o insistere su Bernardeschi terzino in una difesa a 4. Oggi non si è visto né gioco né voglia di vincere: due aspetti sui quali riflettere.
Nel primo tempo alterna buone parate a errori che potevano costare la partita: una corta respinta centrale su cui Morata spara alto, un'uscita fuori area che regala una punizione alla Juventus. Nella ripresa è perfetto; la parata più difficile è quella sul compagno di squadra Barba, quando mette in mostra riflessi felini.
Tante belle chiusure, un presidio costante a centro area e una sicurezza nel tenere la linea alta. Splendida prestazione, che poteva essere macchiata da un autogol, ma Montipò lo salva dalla brutta figura.
Ottima prestazione del difensore del Benevento, che riesce a farsi trovare sempre nel punto giusto al momento giusto. Chiude ogni volta che ce n'è bisogno, è attento nel far salire la linea e gioca bene con il pallone tra i piedi; le occasioni concesse alla Juventus sono fisiologiche, non si poteva chiedere di più.
Ottima prestazione del difensore del Benevento, che riesce a farsi trovare sempre nel punto giusto al momento giusto. Chiude ogni volta che ce n'è bisogno, è attento nel far salire la linea e gioca bene con il pallone tra i piedi; le occasioni concesse alla Juventus sono fisiologiche, non si poteva chiedere di più.
Per lunghi tratti soffre le accelerazioni di Kulusevski prima, di Chiesa poi; meglio quando può distendersi e spingere in avanti, anche se la partita glielo permette raramente. Esce stremato dopo un'autentica battaglia.
L'anello debole della difesa, se la cava con un po' di mestiere e tanta sofferenza. Riesce però a uscire indenne dall'Allianz Stadium grazie a una concentrazione costante e la scarsa vena dei bianconeri, contribuendo con qualche intervento in chiusura al clean sheet del Benevento.
L'anello debole della difesa, se la cava con un po' di mestiere e tanta sofferenza. Riesce però a uscire indenne dall'Allianz Stadium grazie a una concentrazione costante e la scarsa vena dei bianconeri, contribuendo con qualche intervento in chiusura al clean sheet del Benevento.
Nettamente il migliore in campo del Benevento per mole di gioco e impegno. Trascina i compagni con una prestazione di livello assoluto, è travolgente quando riconquista il pallone e riparte, per non parlare dell'energia che mette in campo su ogni singolo pallone. Pericoloso anche in avanti: un suo cross insidioso non trova la deviazione di Ionita per pochissimo.
Nettamente il migliore in campo del Benevento per mole di gioco e impegno. Trascina i compagni con una prestazione di livello assoluto, è travolgente quando riconquista il pallone e riparte, per non parlare dell'energia che mette in campo su ogni singolo pallone. Pericoloso anche in avanti: un suo cross insidioso non trova la deviazione di Ionita per pochissimo.
Leggermente impreciso in alcuni momenti del match, è costretto a una partita di contenimento davanti alla difesa, da perno centrale con Ionita ed Hetemaj ai lati. Cresce nella ripresa, contribuendo alla tenuta del Benevento fino al liberatorio fischio finale.
Leggermente impreciso in alcuni momenti del match, è costretto a una partita di contenimento davanti alla difesa, da perno centrale con Ionita ed Hetemaj ai lati. Cresce nella ripresa, contribuendo alla tenuta del Benevento fino al liberatorio fischio finale.
Un buon primo tempo, in cui si batte come un leone; non arriva per pochissimo all'appuntamento con il gol al 28' su cross di Hetemaj. Meno dinamico nella ripresa, si limita a un lavoro di copertura sulle sfuriate bianconere, sempre con grande abnegazione.
Entra nella ripresa, anche lui dà il suo contributo per cercare di bloccare il gioco della Juventus sulle fasce. Missione compiuta: anche grazie all'apporto della panchina il Benevento ottiene 3 storici punti.
Il più vivace in avanti nel primo tempo, si batte su ogni pallone e disturba ogni tentativo di costruzione della Juventus. Quando ha il pallone buono non punge, arrivando in ritardo di un soffio o, come al 14', spedendo fuori; ma la sua rimane una prova di carattere.
Buttato nella mischia per gestire al meglio il pallone, ha poche occasioni di mettersi in mostra, visto che la Juventus dopo il gol subìto si riversa in avanti alla ricerca del pareggio. Riesce comunque a rendersi utile alla squadra, tenendo impegnati i difensori bianconeri e lavorando qualche buon pallone.
Contro Chiesa o Kulusevski non fa differenza, si comporta come se non avesse fatto altro in carriera che il terzino. Chiude e riparte, sempre attento e concentrato, bravo nel non concedere il piede preferito a nessuno dei due avversari che capitano dalle sue parti.
Contro Chiesa o Kulusevski non fa differenza, si comporta come se non avesse fatto altro in carriera che il terzino. Chiude e riparte, sempre attento e concentrato, bravo nel non concedere il piede preferito a nessuno dei due avversari che capitano dalle sue parti.
Fa a sportellate per tutto il match, impegnando sia De Ligt sia Bonucci con il suo fisico imponente e la sua capacità di protezione della palla. Dimostra di saperci fare anche con il pallone tra i piedi, esibendosi in un paio di assist pregevoli per i compagni; sfrutta al meglio lo svarione di Arthur e firma il gol decisivo per la vittoria dei sanniti.
Conquista un successo sensazionale all'Allianz Stadium, dimostrando di saper cambiare quando serve e puntando sul doppio centravanti. La gestione della gara è perfetta, il Benevento concede pochissimo e appare tonico e concentrato; anche i cambi arrivano al momento giusto.
Conquista un successo sensazionale all'Allianz Stadium, dimostrando di saper cambiare quando serve e puntando sul doppio centravanti. La gestione della gara è perfetta, il Benevento concede pochissimo e appare tonico e concentrato; anche i cambi arrivano al momento giusto.