Rischia la frittata quando rinvia con le mani addosso a Ilicic. Si riscatta con una super-parata su Pasalic nella ripresa. Sempre attento nelle uscite. Beffato dal tiro sporco di Zapata e dalla poca attenzione difensiva sul gol di Gosens.
Rischia la frittata quando rinvia con le mani addosso a Ilicic. Si riscatta con una super-parata su Pasalic nella ripresa. Sempre attento nelle uscite. Beffato dal tiro sporco di Zapata e dalla poca attenzione difensiva sul gol di Gosens.
Fino al 50' gioca una buona gara, fatta di spinta in avanti (costruisce la migliore occasione del primo tempo) e attenzione in difesa. Poi è protagonista di una maldestra indecisione, decisiva per il gol di Zapata.
Schiacciato in difesa, non riesce a farsi vedere abbastanza nella metà campo avversaria. Combatte contro Hateboer, ma alla lunga ha la meglio l'estero olandese, che riesce a propiziare il gol decisivo di Gosens proprio con un cross dal suo lato.
Schiacciato in difesa, non riesce a farsi vedere abbastanza nella metà campo avversaria. Combatte contro Hateboer, ma alla lunga ha la meglio l'estero olandese, che riesce a propiziare il gol decisivo di Gosens proprio con un cross dal suo lato.
Schiacciato in difesa, non riesce a farsi vedere abbastanza nella metà campo avversaria. Combatte contro Hateboer, ma alla lunga ha la meglio l'estero olandese, che riesce a propiziare il gol decisivo di Gosens proprio con un cross dal suo lato.
Entra al posto di un Sala distratto dall'errore sul gol di Zapata, ma il suo ingresso non ha gli effetti sperati: Gosens continua a fare il bello e il cattivo tempo, e soprattutto per demerito suo resta libero di crossare e segnare a piacimento.
Entra al posto di un Sala distratto dall'errore sul gol di Zapata, ma il suo ingresso non ha gli effetti sperati: Gosens continua a fare il bello e il cattivo tempo, e soprattutto per demerito suo resta libero di crossare e segnare a piacimento.
Il migliore della sua linea arretrata, quello che sbaglia meno e che offre più garanzie. Riesce a tener testa a Zapata. Sfortunato il suo intervento sul colombiano (che era stato lasciato libero da Sala) in occasione del gol.
Il migliore della sua linea arretrata, quello che sbaglia meno e che offre più garanzie. Riesce a tener testa a Zapata. Sfortunato il suo intervento sul colombiano (che era stato lasciato libero da Sala) in occasione del gol.
Non dà la stessa sicurezza del compagno di reparto. Spesso si trova in situazioni ingarbugliate senza riuscire a sbrigliarle. Si prende qualche rischio di troppo, soprattutto quando attaccano e si inseriscono gli esterni e le mezzali atalantine.
In un primo tempo di squadre corte, ci sono pochi spazi per inventare. Lui si regola di conseguenza, partecipa alla manovra sbagliando poco e si muove bene anche senza palla. A fine primo tempo esce per un problema muscolare.
Con Gabbiadini e Quagliarella poco attivi, le offese della Samp devono partire dalle iniziative dei centrocampisti. Con Ekdal e Praet si impegna, soprattutto nel primo tempo. Va vicino al gol con una conclusione da buona posizione respinta da Gollini.
Tuttocampista moderno, fa tutto e anche di più. Nella gara conta il record di palloni giocati fra i suoi (76) nonché azioni di interdizione e partecipazione alle sortite offensive.
Entra dopo un periodo di stop per sostituire l'infortunato Saponara. L'highlight della sua gara è il rigore procurato con malizia ai danni del Papu Gomez. Nella parte finale della partita non è lucido come dovrebbe, e viene ammonito per un fallo evitabile.
Alla fine dei conti la sua partita, pur con qualche distrazione di troppo, è assolutamente sufficiente. Suona la sveglia nel primo tempo con un'azione personale e un tiro che finisce di poco a lato, nel finale un suo colpo di testa costringe Gollini al miracolo.
Qualche buona azione, soprattutto nel primo tempo, ma le sue conclusioni sono sempre facile preda per Gollini. Non è mai veramente pericoloso. Da lui ci si aspetta sicuramente di più.
Non è nella migliore delle condizioni, e si vede, eccome. Però quando capita il pallone decisivo, lui non si spaventa. E nonostante passino diversi minuti da quando mette il pallone sul dischetto al momento in cui può finalmente calciare, resta freddo e impassibile nel segnare il gol numero 20 in campionato, quello che lo porta in testa alla classifica marcatori.
Ci si aspettava forse una partenza migliore, più grintosa. Non rinuncia a Quagliarella anche se è a mezzo servizio, pur avendo in panchina un Defrel in condizioni sicuramente migliori. A sua parziale discolpa, ha due cambi obbligati per infortunio che ne condizionano le scelte.
Continua ad avere un rendimento altissimo. Due le parate decisive: attento su Linetty nel primo tempo, risponde da campione al colpo di testa di Ekdal sul finale. Intuisce l'angolo ma non riesce a respingere il rigore di Quagliarella.
Rispetto ai compagni di reparto, nella sua prestazione si segnala qualche sbavatura in più, soprattutto nel primo tempo e soprattutto per le intraprendenti incursioni di Sala e Praet. Nel secondo tempo tiene botta.
Rispetto ai compagni di reparto, nella sua prestazione si segnala qualche sbavatura in più, soprattutto nel primo tempo e soprattutto per le intraprendenti incursioni di Sala e Praet. Nel secondo tempo tiene botta.
Non ha il più complicato dei compiti, visto che Quagliarella è ancora acciaccato e a mezzo servizio. Riesce comunque a vincere il duello con l'ex centravanti della Juventus e attuale capocannoniere del campionato, che ha un'unica occasione vera, dal dischetto.
Non ha il più complicato dei compiti, visto che Quagliarella è ancora acciaccato e a mezzo servizio. Riesce comunque a vincere il duello con l'ex centravanti della Juventus e attuale capocannoniere del campionato, che ha un'unica occasione vera, dal dischetto.
Costante e pulsante la sua pressione sulla corsia destra, è una vera spina nel fianco della retroguardia blucerchiata e, in particolare, di Murru. Suo l'assist, sporcato da Audero, per il gol di Gosens.
In difesa, almeno nel primo tempo, soffre la velocità di Jacopo Sala e l'effervescenza di Praet. Nella ripresa il suo rendimento migliora, soprattutto in attacco. A inizio secondo tempo arriva puntuale in spaccata sul cross di Hateboer ma colpisce il palo. Si rifa poco dopo, ancora in spaccata, quando da posizione complicatissima segna il gol che decide la partita.
In difesa, almeno nel primo tempo, soffre la velocità di Jacopo Sala e l'effervescenza di Praet. Nella ripresa il suo rendimento migliora, soprattutto in attacco. A inizio secondo tempo arriva puntuale in spaccata sul cross di Hateboer ma colpisce il palo. Si rifa poco dopo, ancora in spaccata, quando da posizione complicatissima segna il gol che decide la partita.
La sua gara si riduce a un'ordinaria e ordinata amministrazione. Poco impegnativa la gestione degli attaccanti della Samp nel primo tempo. Quando poi cominciano a carburare, riesce sempre a difendere senza correre rischi.
Lavora in mezzo al campo, non è sempre pulito ma il più delle volte i suoi interventi sono efficaci. A fine partita, le statistiche dicono che ha corso tanto e recuperato più palloni di tutti, ben otto.
Sicuramente fra i più attivi dei suoi. Anche nel primo tempo, quando Zapata e Gomez restano spenti, lui non smette di correre, cercare spazi e soluzioni. Dai suoi piedi parte il gol di Zapata.
Non è nella sua migliore gara dell'anno, certo, ma dà comunque un apporto importante al centrocampo atalantino, soprattutto in termini di muscoli. Nel finale, stanco e poco lucido, si fa ammonire per una simulazione evitabile.
Entra al posto di un Gomez poco in palla. Dopo poco impegna Audero, chiamato alla super-risposta su un suo colpo di testa. Nel finale potrebbe gestire meglio due contropiede.
Comincia in sordina, cresce con i minuti e partecipa con Ilicic alla costruzione dell'azione che porta al gol di Zapata. Poi, però, pasticcia con il pallone e goffamente causa il rigore poi trasformato da Quagliarella.
Andersen gli lascia pochi, pochissimi spazi. Lui continua a lottare e, da attaccante vero, sfrutta l'unica grande indecisione (fino a quel momento) della difesa avversaria per entrare in area, colpire, sbloccare il risultato.
Andersen gli lascia pochi, pochissimi spazi. Lui continua a lottare e, da attaccante vero, sfrutta l'unica grande indecisione (fino a quel momento) della difesa avversaria per entrare in area, colpire, sbloccare il risultato.
Gestisce al meglio una gara fondamentale per continuare ad avere ambizioni europee. Ne esce vincitore, tagliando le gambe agli avversari, rivali anche nella corsa all'EL. Conferma Gosens al posto di Castagne, sostituisce una punta di diamante come Gomez quando lo vede spento. La sua Atalanta gioca benissimo e la gestione della rosa è ideale. L'Europa è un obiettivo più che legittimo.