Qualche incertezza da esordio, ma pure tre parate - non difficili - ma importanti per far restare i compagni in partita. Nel primo tempo Candreva gli calcia addosso, poi è bravo su Brozovi? dalla distanza e soprattutto sul fendente ravvicinato di Vecino. Promosso.
Qualche incertezza da esordio, ma pure tre parate - non difficili - ma importanti per far restare i compagni in partita. Nel primo tempo Candreva gli calcia addosso, poi è bravo su Brozovi? dalla distanza e soprattutto sul fendente ravvicinato di Vecino. Promosso.
Non sempre in posizione, è quello a stentare di più nel folto centrocampo proposto da Semplici. Candreva ci mette del suo a non infierire, ma il giocatore di proprietà della Juventus fatica a trovare la giusta dimensione. Fuori nel finale per Costa.
Non lascia troppo spazio a Mauro Icardi, anche se l'argentino è spesso ignorato dai compagni, Re di respinte, completa il pacchetto arretrato con la giusta esperienza. Se resta concentrato, la salvezza non sarà un miraggio.
Non lascia troppo spazio a Mauro Icardi, anche se l'argentino è spesso ignorato dai compagni, Re di respinte, completa il pacchetto arretrato con la giusta esperienza. Se resta concentrato, la salvezza non sarà un miraggio.
Cosa ha combinato? Partita rovinata dall'incomprensibile autorete al terzo minuto di ripresa. Paloschi gli alza il morale col gol al novantesimo che rimette le cose a posto.
Cosa ha combinato? Partita rovinata dall'incomprensibile autorete al terzo minuto di ripresa. Paloschi gli alza il morale col gol al novantesimo che rimette le cose a posto.
Un bell'inserimento nel primo tempo con tanto di salto alla Nate Robinson sul gigante Å kriniar. Abile più senza palla che con, dà una mano al folto centrocampo estense. Dalla distanza tenta spesso la conclusione.
Un bell'inserimento nel primo tempo con tanto di salto alla Nate Robinson sul gigante Å kriniar. Abile più senza palla che con, dà una mano al folto centrocampo estense. Dalla distanza tenta spesso la conclusione.
Un bell'inserimento nel primo tempo con tanto di salto alla Nate Robinson sul gigante Å kriniar. Abile più senza palla che con, dà una mano al folto centrocampo estense. Dalla distanza tenta spesso la conclusione.
In condizione strepitosa, garantisce per novanta minuti il raccordo fra Viviani e Antenucci. Esperto e testardo, ha una voglia matta di giocare, e si vede. Mezzo voto in meno per il sinistro balordo che nega a Cionek la gioia dell'assist.
In condizione strepitosa, garantisce per novanta minuti il raccordo fra Viviani e Antenucci. Esperto e testardo, ha una voglia matta di giocare, e si vede. Mezzo voto in meno per il sinistro balordo che nega a Cionek la gioia dell'assist.
Il motorino e l'anima della SPAL che governa la mediana. Mette ordine e - quando viene risparmiato dai gialli - si getta nella mischia per arraffare qualcosa. Sei falli subiti, partita di sostanza e di tabasco su calcio piazzato.
Primo tempo da indiavolato in cui distrugge psiocologicamente Cancelo e si fa vedere dalle parti di Handanovi?. Animale da cross, cosa sarebbe se vedesse anche la porta? Il classe '93 è una delle rivelazioni del nostro campionato, ma dura solo un tempo...
Cerca subito la conclusione a due minuti dal fischio d'inizio, poi partecipa alla "gabbia" che riduce all'osso le possibili occasioni nerazzurre. Ogni tanto cerca Antenucci e Mattiello, ma senza troppa convinzione. Fuori per Paloschi, che sarà decisivo.
Ci voleva un ex milanista, dalla panchina per segnare il primo gol di testa della SPAL in questa stagione. Dentro per Schiattarella al settantacinquesimo, prima prende la mira sulla pessima uscita di Handanovi?, poi raccoglie alla grande l'invito di Antenucci e fa uno a uno spaccando la bandierina del corner nell'esultare. Rock.
Capitano dopo la partenza del dott. Mora, Antenucci è l'anima di questa SPAL che mostra le unghie alla caccia della salvezza. Del "Cobra" stupisce la volontà di fare sempre la giocata più utile alla squadra, senza ghirigori o egoismi tipici dei consumati bomber di provincia. L'assist a Paloschi, oltre a essere una perla, è estremamente decisivo.
Capitano dopo la partenza del dott. Mora, Antenucci è l'anima di questa SPAL che mostra le unghie alla caccia della salvezza. Del "Cobra" stupisce la volontà di fare sempre la giocata più utile alla squadra, senza ghirigori o egoismi tipici dei consumati bomber di provincia. L'assist a Paloschi, oltre a essere una perla, è estremamente decisivo.
Non molla, non ha fretta di pareggiare e azzecca il cambio al minuto settantacinque. Punto utile in chiave salvezza, ma la strada è lunga.
Non molla, non ha fretta di pareggiare e azzecca il cambio al minuto settantacinque. Punto utile in chiave salvezza, ma la strada è lunga.
Sul gol di Paloschi non ha colpe, ma la sua faccia dice tutto. Prima del "fattaccio" rischia grosso uscendo a vuoto prima del colpo di testa dello stesso Paloschi, alto. Niente miracoli, solo tanta frustrazione.
Sul gol di Paloschi non ha colpe, ma la sua faccia dice tutto. Prima del "fattaccio" rischia grosso uscendo a vuoto prima del colpo di testa dello stesso Paloschi, alto. Niente miracoli, solo tanta frustrazione.
Al rientro dopo qualche guaio fisico, non brilla di luce propria andando spesso in confusione. Bravo a servire Icardi (che svirgola), ma per il resto della gara resta nell'anonimato, anche per permettere a Cancelo di avanzare.
Al rientro dopo qualche guaio fisico, non brilla di luce propria andando spesso in confusione. Bravo a servire Icardi (che svirgola), ma per il resto della gara resta nell'anonimato, anche per permettere a Cancelo di avanzare.
La SPAL non è una macchina da guerra e l'ex Atleti osserva da lontano Å kriniar sbrogliare le situazioni più pericolose. Sul gol di Paloschi le colpe andrebbero equamente divise con PeriÅ¡i?, Å kriniar e la paura di vincere: assolto per insufficienza di prove.
Un po' fuori posizione sul pari di Paloschi, Milan passa una ripresa tranquilla e un primo tempo sugli scudi sbrogliando, da solo, due situazioni spinose con la SPAL in superiorità numerica. Nervoso - frequenti le occhiatacce a Giacomelli - e frustrato, potesse si vestirebbe anche da attaccante...
Per certi versi - fra cui le qualità tecniche - sarebbe uno dei migliori in campo, lo dimostra il coast-to-coast concluso da un destro repentino di poco a lato. Sistemato a sinistra da Spalletti, passa un primo tempo da incubo offeso dalle continue folate di Lazzari. Eccessivamente "gigione", ama specchiarsi nelle sue giocate e commette il fallo che al novantesimo costerà all'Inter il pareggio. Migliorabile.
Per certi versi - fra cui le qualità tecniche - sarebbe uno dei migliori in campo, lo dimostra il coast-to-coast concluso da un destro repentino di poco a lato. Sistemato a sinistra da Spalletti, passa un primo tempo da incubo offeso dalle continue folate di Lazzari. Eccessivamente "gigione", ama specchiarsi nelle sue giocate e commette il fallo che al novantesimo costerà all'Inter il pareggio. Migliorabile.
Bene nella prima parte di gara, anche se già nel primo tempo lancia segnali di viale del tramonto. Si limita a confezionare "third passes" e a far girare la sfera in un possesso che si rivelerà sterile e dannoso nel bilancio finale. Spalletti lo sostituisce dopo il novantesimo per far esordire Rafinha, ma la frittata è fatta.
Bravo a servire Candreva - che spara addosso a Meret - nel primo tempo, ma quando dovrebbe mettersi in proprio macchia irrimediabilmente la valutazione calciando troppo centralmente su perfetto suggerimento di Periši?. Sarebbe stato il gol del raddoppio.
Tutto sommato, nella confusione e nell'ansia da vittoria, "Epic" è fra i meno peggio. Sfiora il gol con un bel tiro da fuori, duetta bene coi compagni e si sporca pure le cosce tentando il tackle scivolato. Non un giocatore decisivo, ma nemmeno da epurare. Esce per Gagliardini col risultato ancora favorevole ai nerazzurri.
Il primo sacrificato sull'altare è lui, l'esterno destro che più volte riesce a mettere fuori tempo il proprio attaccante con finta e contro-finta. Cerca falli che non esistono, piazza cross sempre troppo prevedibili o tardivi. Momento no per tutti, ma lui non si salva nemmeno un po'.
Il primo sacrificato sull'altare è lui, l'esterno destro che più volte riesce a mettere fuori tempo il proprio attaccante con finta e contro-finta. Cerca falli che non esistono, piazza cross sempre troppo prevedibili o tardivi. Momento no per tutti, ma lui non si salva nemmeno un po'.
Oltre al danno, la beffa: beccato di continuo dai tifosi, stufi di trascinarsi un giocatore d'indiscusso valore che ha smesso di giocare al gioco del calcio, tenta di redimersi regalando a Vecino - e non a Icardi - la palla del possibile raddoppio. L'uruguaiano sbaglia e il croato rimpiomba nell'infinita ignavia lasciando Paloschi libero di colpire per l'1-1.
Che succede, Mauro? In novanta minuti più recupero ha una sola palla, quasi buona, nel primo tempo: svirgolata e sfera sul fondo. Ipomobile, svogliato e cercato pochissimo dai compagni, è diventato triste.
Da possibile partente a dodicesimo uomo di Spalletti, che per farlo entrare rinuncia - si fa per dire - alla spinta di Candreva sulla destra. Ordine al passaggio e tanta confusione, mai pericoloso.
L'Inter non subisce tanti gol, vero, ma come si può pensare di vincere tutte le partite uno a zero? I tre punti mancano dal tre dicembre e non segna più di una rete a partita dalla gara col Chievo; se la difesa regge, l'attacco vive da quasi due mesi uno stato di perenne psico-dramma. Qualcosa non va, forse a partire dal modulo.
L'Inter non subisce tanti gol, vero, ma come si può pensare di vincere tutte le partite uno a zero? I tre punti mancano dal tre dicembre e non segna più di una rete a partita dalla gara col Chievo; se la difesa regge, l'attacco vive da quasi due mesi uno stato di perenne psico-dramma. Qualcosa non va, forse a partire dal modulo.
L'Inter non subisce tanti gol, vero, ma come si può pensare di vincere tutte le partite uno a zero? I tre punti mancano dal tre dicembre e non segna più di una rete a partita dalla gara col Chievo; se la difesa regge, l'attacco vive da quasi due mesi uno stato di perenne psico-dramma. Qualcosa non va, forse a partire dal modulo.
