In occasione del gol del Bologna probabilmente avrebbe potuto fare qualcosa in più, ma è decisivo a salvare su Palacio in un paio di circostanze. Continua il suo buon periodo di forma.
Solita partita da soldatino, nonostante qualche leggera disattenzione difensiva, colmata però da diversi buoni spunti in fase offensiva. Senza infamia e senza lode, come sempre del resto.
Se si prendesse in considerazione la partita dal secondo all'ultimo minuto di gioco, sarebbe da sufficienza abbondante, come suo solito. I primi ventisette secondi però contano eccome, ed il gol subito è sostanzialmente responsabilità sua, troppo fiducioso nei suoi mezzi atletici e nelle marcature dei compagni. Peccato.
In costante difficoltà su Palacio, riprende fiato solo quando Donadoni concede all'argentino venti minuti di riposo in panchina. Sarri continua a vederlo come prima scelta al posto di Albiol, ma, almeno per oggi, la prestazione non è delle migliori. Salva comunque la faccia con un'ottima chiusura su De Maio a pochi minuti dal termine.
Un quarto d'ora di ordine, pulizia nelle uscite ed aggressioni ai portatori di palla rossoblù. Proprio quello che gli avrà chiesto Sarri prima di gettarlo nella mischia contro la sua ex-squadra.
Niente straordinari oggi per il Superman azzurro. Chiaramente non sono mancate le corse a perdifiato ed i break in transizione, ma, complice anche una partita non semplice, oggi è apparso più in difficoltà rispetto alle ultime uscite.
Niente straordinari oggi per il Superman azzurro. Chiaramente non sono mancate le corse a perdifiato ed i break in transizione, ma, complice anche una partita non semplice, oggi è apparso più in difficoltà rispetto alle ultime uscite.
Giornata di semi-riposo anche per il capitano, partito discretamente ma afflosciatosi troppo presto. Il debole tiro centrale, parato da Mirante, su assistenza di Insigne, è il manifesto della sua partita da "vorrei, ma oggi non riesco". Sarà per la prossima.
Partita insufficiente la sua, sempre troppo distante dai compagni ed oscurato dalla marcatura di Palacio e Pulgar. Sarri lo toglie ad un quarto d'ora dalla fine per ridare equilibrio ad una mediana apparsa troppe volte in difficoltà, anche e soprattutto per colpa sua.
Non una partita eccezionale la sua, ma ha il grosso merito di procurarsi il rigore con cui Mertens indirizza l'incontro. Pochi minuti prima si era divorato un gol a tu per tu con Mirante, ma nel secondo tempo si rivedono sprazzi del vero Callejon, prezioso in fase di ripiegamento e nel cucire il gioco in fasi di difesa posizionale. Nel complesso, partita sufficiente.
Non una partita eccezionale la sua, ma ha il grosso merito di procurarsi il rigore con cui Mertens indirizza l'incontro. Pochi minuti prima si era divorato un gol a tu per tu con Mirante, ma nel secondo tempo si rivedono sprazzi del vero Callejon, prezioso in fase di ripiegamento e nel cucire il gioco in fasi di difesa posizionale. Nel complesso, partita sufficiente.
Mbaye lo aspetta, ogni volta che entra in possesso palla. cercando di fargli sentire il peso dei suoi muscoli. Per un po' ci riesce, poi Lorenzo rientra in partita con un paio di giocate delle sue ed il passaggio che apre la strada alla prodezza di Mertens. Vivace come al solito, oggi non incide con gol ed assist, ma per Sarri va benissimo così.
Prima il rigore calciato con tutta la rabbia del mondo, poi la gemma che fa impazzire il San Paolo. Se non si fosse ancora capito, dopo il gol di Bergamo, Mertens è tornato. E ha fatto bene, perchè il Napoli ha un disperato bisogno di lui se vuole provare a restare lassù.
Mbaye se la butta in porta da solo, Mertens lo fulmina con due siluri sui due lati. Poco da fare per il buon Antonio, il ritorno a casa non è dei più dolci.
La sua trattenuta su Callejon non sarà delle più clamorose, ma è comunque ingenua e determina in maniera fondamentale il cambio di rotta della partita. Da lì in poi va nel pallone, come troppo spesso gli succede.
La sua scellerata autorete rimette subito in partita un Napoli che era partito malissimo. Non esistono controprove, ma quell'evento potrebbe essere stato fondamentale per le sorti di un incontro che i suoi non avrebbero meritato di perdere così nettamente.
La sua scellerata autorete rimette subito in partita un Napoli che era partito malissimo. Non esistono controprove, ma quell'evento potrebbe essere stato fondamentale per le sorti di un incontro che i suoi non avrebbero meritato di perdere così nettamente.
Parte bene, ed assieme ad Helander stoppa in più circostanze le azioni offensive del Napoli. Dopo i gol azzurri entra però in confusione e stende un po' troppo spesso gli avversari, rimediando anche un giallo. Poco lucido.
Solito inizio sprint, solito finale in completa apnea. Donadoni lo definisce come un giocatore conscio dei propri limiti, ma forse anche troppi avversari hanno imparato a conoscerli.
Solito inizio sprint, solito finale in completa apnea. Donadoni lo definisce come un giocatore conscio dei propri limiti, ma forse anche troppi avversari hanno imparato a conoscerli.
Corre tanto, suda tanto, sbaglia troppo. La sua non è una partita completamente da buttare, ma sembra che gli manchino ancora i novanta minuti nelle gambe, e a metà stagione non è esattamente una situazione ideale.
Uomo ombra di questo Bologna, oggi si nasconde un po' troppo, visto che è davvero difficile ricordarsi di lui in una qualsiasi azione di questo incontro. Certo, sempre meglio di quando si improvvisa rigorista...
Il break devastante da cui nasce il gol del vantaggio felsineo è suo, così come la conclusione respinta da Mario Rui sulla linea che per poco non riporta i rossoblù in vantaggio. ll suo ritorno dal nuovo continente potrebbe davvero rappresentare la svolta per questo Bologna che ambisce ad entrare stabilmente nella parte sinistra della classifica.
Bello il cross con cui serve a Palacio l'assist del vantaggio, belle le sgroppata con cui infastidisce Hysai per tutto il primo tempo. E' tornato alla grande dopo l'infortunio, ed è una pedina fondamentale di questo Bologna ambizioso e molto, molto italiano.
Entra dopo cinque minuti per rimpiazzare l'infortunato Verdi e lo fa rimpiangere in più di un'occasione. La sua applicazione difensiva è encomiabile, ma lì davanti non si vede praticamente mai e, difatti, resta comunque un esterno offensivo..
36 anni e non sentirli. Da come porta a scuola Chiriches sembra effettivamente un adulto fatto e finito, ma dalla facilità di corsa e la rapidità di pensiero sembra proprio un ragazzino. Reina gli nega una doppietta che avrebbe avuto del clamoroso, ma, oggi, per lui solo applausi.
36 anni e non sentirli. Da come porta a scuola Chiriches sembra effettivamente un adulto fatto e finito, ma dalla facilità di corsa e la rapidità di pensiero sembra proprio un ragazzino. Reina gli nega una doppietta che avrebbe avuto del clamoroso, ma, oggi, per lui solo applausi.
Entra e si sbatte, partecipa alla manovra e cerca di scuotere una squadra ormai rassegnata alla sconfitta. Non ci riesce, ma la brutta notizia potrebbe essere più che altro rappresentata dalla prestazione super di Palacio, pronto a soffiargli, nuovamente, il posto.
Entra e si sbatte, partecipa alla manovra e cerca di scuotere una squadra ormai rassegnata alla sconfitta. Non ci riesce, ma la brutta notizia potrebbe essere più che altro rappresentata dalla prestazione super di Palacio, pronto a soffiargli, nuovamente, il posto.
L'approccio alla gara è perfetto, la sfortuna però oggi ci mette del suo, prima con l'infortunio di Versi e sessanta secondi dopo con l'autogol di Mbaye. Peccato, perchè il suo Bologna nel primo tempo avrebbe meritato forse anche il vantaggio. Nel secondo tempo, però, la squadra scompare e qualche responsabilità non può non andare anche a lui, ex di turno mai troppo amato.
L'approccio alla gara è perfetto, la sfortuna però oggi ci mette del suo, prima con l'infortunio di Versi e sessanta secondi dopo con l'autogol di Mbaye. Peccato, perchè il suo Bologna nel primo tempo avrebbe meritato forse anche il vantaggio. Nel secondo tempo, però, la squadra scompare e qualche responsabilità non può non andare anche a lui, ex di turno mai troppo amato.