Prova a tenere i suoi a galla con una bellissima parata su Borini, anche se l'arbitro non se ne accorge, ma poi non riesce a ripetersi sul numero 11 rossonero o sul chirurgico destro di Suso, su cui può poco.
Prova a tenere i suoi a galla con una bellissima parata su Borini, anche se l'arbitro non se ne accorge, ma poi non riesce a ripetersi sul numero 11 rossonero o sul chirurgico destro di Suso, su cui può poco.
Prandelli lo ripesca nonostante le voci di mercato e lui risponde alla grande per un'ora di gioco, poi il blackout. Partecipa in negativo al gol di Borini e lascia campo al raddoppio di Suso per evitare il cartellino rosso.
Prandelli lo ripesca nonostante le voci di mercato e lui risponde alla grande per un'ora di gioco, poi il blackout. Partecipa in negativo al gol di Borini e lascia campo al raddoppio di Suso per evitare il cartellino rosso.
Entra per un disastroso Biraschi e svolge il compitino senza dare veri guizzi lì davanti. Mantiene la posizione meglio del suo compagno nel frangente che gli concede Prandelli.
Parte in maniera intensa con alche un tiro a giro che sfiora la traversa. Annienta Borini per 40 minuti, ma poi viene sommerso dallo stesso, con la colpa più grande della mancata diagonale difensiva sul gol del vantaggio. Sostituito da Prandelli per disperazione.
Anche nel naufragio finale del Genoa, il capitano rossoblù è l'ultimo ad ammainare la bandiera e resta per distacco il migliore dei suoi. Proiezioni offensive sempre puntuali e ottime giocate difensive. Quando il Genoa perde le spaziature, va in difficoltà anche lui.
Sarebbe questo il giocatore promesso sposo della Juventus? Gioca una partita a tratti imbarazzante, sia nella fase di copertura che in quella di impostazione. La speranza per Preziosi è che si tratti solo di un brutto passo falso.
Sarebbe questo il giocatore promesso sposo della Juventus? Gioca una partita a tratti imbarazzante, sia nella fase di copertura che in quella di impostazione. La speranza per Preziosi è che si tratti solo di un brutto passo falso.
Un primo tempo da 7 pieno in pagella e una ripresa da 5 fanno il suo voto finale. Per 45 minuti corre, sprinta e crea, murato solo dal superDonnarumma di oggi, poi finisce in un buco nero.
Corre per tre e si fa trovare in ogni zona del campo ma, complice anche il campo sdrucciolevole, non risulta mai realmente incisivo, con l'emblema dei due gol abbastanza clamorosi cestinati a tu per tu con Donnarumma.
Con Rolon che fa tutto il lavoro sporco, lui si rilassa forse troppo, perdendo qualche pallone di troppo e facendosi spesso trovare impreparato. Il meraviglioso siluro che esalta i riflessi di Donnarumma lo salva da un'insufficienza più grave.
Non molla mai Calhanoglu, che segue come un'ombra. Ripaga la scelta di Prandelli dando tanta qualità, anche se poi la sua prestazione prende una svolta negativa: nel finale si dimostra meno lucido e più falloso.
Non molla mai Calhanoglu, che segue come un'ombra. Ripaga la scelta di Prandelli dando tanta qualità, anche se poi la sua prestazione prende una svolta negativa: nel finale si dimostra meno lucido e più falloso.
A parte un bell'assist vanificato da Bessa, la sua partita si riduce a tante palle perse, molti tiri rinviati fino all'inverosimile e alcune scenate non gradite alla squadra arbitrale.
Quando il Genoa non sa che fare butta palla avanti e lo fa sgroppare. Questa tattica paga fino a che lui ne ha, poi diventa elemento poco utile lì davanti.
Quando il Genoa non sa che fare butta palla avanti e lo fa sgroppare. Questa tattica paga fino a che lui ne ha, poi diventa elemento poco utile lì davanti.
Prova da punto esclamativo quella del portierone azzurro, che mura Lazovic, Bessa, Veloso e anche Bakayoko in un tentativo di autorete. Poi ipnotizza due volte Bessa per mantenere la serranda abbassata, mettendo sulla vittoria rossonera la firma più grande.
La bandiera bianca alzata da Zapata lo proietta all'improvviso in campo. Inizialmente Bessa e Kouamè gli schizzano via da tutte le parti, ma poi l'ex Atalanta dimostra che la sua vera qualità è quella di offendere, e l'assist prezioso per Borini ne è la dimostrazione.
Parte a destra e poi passa al centro dopo l'infortunio di Zapata. L'inizio è difficoltoso, ma poi si ambienta e si rivela un centrale difensivo estremamente affidabile.
Parte a destra e poi passa al centro dopo l'infortunio di Zapata. L'inizio è difficoltoso, ma poi si ambienta e si rivela un centrale difensivo estremamente affidabile.
In un primo tempo di grande difficoltà per il Milan, è l'unico giocatore rossonero a riuscire a mettere la museruola all'indemoniato Kouamé. La sua partita resta poi costante su buoni livelli di rendimento.
Nei primi minuti soffre molto l'intraprendenza di Lazovic, ma poi sfrutta l'onda positiva nella ripresa e si rimette in piedi bene, risultando importante in alcune chiusure difensive.
Per 45 minuti è il peggiore in campo. Per 15 minuti nella ripresa sembra essere in rampa di lancio per la panchina, ma poi riscrive la storia. Prima un tiro a giro bloccato da Radu, poi un sinistro a incrociare che esalta i riflessi dell'ex Avellino e infine il gol di rapina che mette i tre punti sul treno verso Milano.
Alterna cose abbastanza buone a lunghi tratti di ingiustificato riposo, in cui costeggia la partita in maniera colpevole. Nel complesso risulta poco incisivo.
La difesa rossonera passa un buon pomeriggio anche grazie alla sua presenza fisica in mediana. A volte arruffone e falloso (deve ringraziare Donnarumma che disinnesca un suo tentativo di autogol), ma cresce nella ripresa in maniera costante, vincendo nettamente il duello con Rolon.
Il ragazzo aveva già fatto vedere segnali positivi in Coppa e Supercoppa, ma contro il Genoa si conferma alla grande. Giocate di prima sempre intelligenti, numeri d'alta scuola, filtranti illuminanti e anche tanta sagacia tattica negli inserimenti. Potrebbe segnare di testa, ma dà poca forza: è l'unico vero neo di una partita perfetta, condita anche da un palo clamoroso.
Il ragazzo aveva già fatto vedere segnali positivi in Coppa e Supercoppa, ma contro il Genoa si conferma alla grande. Giocate di prima sempre intelligenti, numeri d'alta scuola, filtranti illuminanti e anche tanta sagacia tattica negli inserimenti. Potrebbe segnare di testa, ma dà poca forza: è l'unico vero neo di una partita perfetta, condita anche da un palo clamoroso.
Come Calhanoglu, non è il solito Suso e caracolla quasi svogliato sulla sua fascia destra. Il finale cambia la sua partita e il suo voto: prima trova il corridoio per Conti sul gol dello 0-1 e poi si mette in proprio per il bellissimo gol del raddoppio, fatto tra l'altro con il suo piede debole.
Marassi in qualche modo gli porta bene. Non segna una doppietta come contro la Sampdoria in Coppa Italia, ma nel momento in cui conta ribalta la sua prestazione con un bell'assist per il raddoppio di Suso.
