Alla seconda stagionale da titolare (l'altra contro il Chievo), non corre grandissimi pericoli, soprattutto per (de)merito degli attaccanti avversari. Nel finale buona risposta su Zaccagni.
Alla seconda stagionale da titolare (l'altra contro il Chievo), non corre grandissimi pericoli, soprattutto per (de)merito degli attaccanti avversari. Nel finale buona risposta su Zaccagni.
Dopo poco più di cinque minuti se ne va nell'area avversaria, si prende una sponda di Cornelius e in rovesciata va vicinissimo al gol: Nicolas gli dice no. In un'occasione non è ben posizionato su Kean: ha l'opportunità di rifarsi nel resto della gara, con la solita fase difensiva attenta.
Nel primo tempo qualche errore di reparto sulle ripartenze veronesi. Ma poi interpreta la partita con il giusto carattere. Nel finale si fa vedere in avanti, senza però riuscire a rendersi pericoloso.
Riesce a prevalere contro gli avversari diretti, Fares e Souprayen. Si fa sempre vedere in fase offensiva, è puntuale nelle sovrapposizioni e preciso nei cross.
Riesce a prevalere contro gli avversari diretti, Fares e Souprayen. Si fa sempre vedere in fase offensiva, è puntuale nelle sovrapposizioni e preciso nei cross.
Non perfetta la sua fase difensiva, soffre molto soprattutto Cerci, ma riesce a riscattarsi nella ripresa: buona pressione offensiva, assist per il gol di Kurtic.
Nel primo tempo soffre a tratti la vivacità di Cerci, poi gli prende le misure e non rischia più. Secondo tempo senza problemi.
Non perfetto nella prima fase della gara, poi migliora in entrambe le fasi: è quello che gioca maggiormente il pallone nella metà campo avversaria, e ha la percentuale più alta (78%) di duelli vinti.
Non parte benissimo: è lento, macchinoso, perde palloni ingenuamente. Dalla seconda metà del primo tempo, però, viene il meglio di sé: più partecipe, più preciso, più intraprendente. Segna il bel gol del 2-0.
Non parte benissimo: è lento, macchinoso, perde palloni ingenuamente. Dalla seconda metà del primo tempo, però, viene il meglio di sé: più partecipe, più preciso, più intraprendente. Segna il bel gol del 2-0.
Non parte benissimo: è lento, macchinoso, perde palloni ingenuamente. Dalla seconda metà del primo tempo, però, viene il meglio di sé: più partecipe, più preciso, più intraprendente. Segna il bel gol del 2-0.
Nel primo tempo il VAR (e un fuorigioco di pochi centimetri) gli negano la gioia del gol. Se la riprende, con la forza e la collaborazione involontaria di Bessa, a inizio secondo tempo. Impreziosisce la sua prestazione con l'assist per Ilicic.
Nonostante non sia fisicamente al meglio, il suo apporto si rivela fondamentale: fa girare palla, dà buoni spunti, aggredisce Bessa e di fatto spiana la strada per il gol di Freuler.
Un armadio a diverse ante. Fa un lavoro molto utile facendo valere i suoi numeri: 193 centimetri per 91 chili. Sovrasta fisicamente i difensori del Verona e offre buone sponde. Non freddissimo in zona gol.
La sua Atalanta non è un fuoco di paglia: dopo l'ottima stagione dell'anno scorso, e nonostante le cessioni eccellenti, non si è disunita, ha trovato i giusti sostituti e ha dimostrato che la filosofia, a prescindere dagli uomini, è quella giusta. Vince la seconda gara consecutiva (la prima volta quest'anno) e vuole continuare a stupire.
Comincia bene, rispondendo per le rime alla rovesciata di Toloi. Poi la sua squadra affonda, ma non per colpa sua.
Nel primo tempo ha del lavoro in più per aiutare Caracciolo, in evidente difficoltà su Cornelius. Nella ripresa partecipa alla dormita difensiva che lascia libero il danese, che però non sfrutta l'occasione.
Nel primo tempo ha del lavoro in più per aiutare Caracciolo, in evidente difficoltà su Cornelius. Nella ripresa partecipa alla dormita difensiva che lascia libero il danese, che però non sfrutta l'occasione.
Tanta gamba, soprattutto nella seconda parte del primo tempo. Vince il duello con Gosens. Uno degli ultimi ad arrendersi nella ripresa. Ma si distrae sul gol di Kurtic.
Tanta gamba, soprattutto nella seconda parte del primo tempo. Vince il duello con Gosens. Uno degli ultimi ad arrendersi nella ripresa. Ma si distrae sul gol di Kurtic.
Non una gran serata. Subisce le buone iniziative di Hateboer, nel secondo tempo perde i punti di riferimento e non è attento in occasione del gol di Kurtic.
Non una gran serata. Subisce le buone iniziative di Hateboer, nel secondo tempo perde i punti di riferimento e non è attento in occasione del gol di Kurtic.
Non una gran serata. Subisce le buone iniziative di Hateboer, nel secondo tempo perde i punti di riferimento e non è attento in occasione del gol di Kurtic.
Lascia tanti, troppi spazi agli avversari. Pochi gli interventi buoni, tanta approssimazione. Ilicic ringrazia.
Dovrebbe creare geometrie in sostituzione di Zuculini, ma la sua partita è anonima: poche idee, pochissimi palloni giocati (appena 40).
Dovrebbe creare geometrie in sostituzione di Zuculini, ma la sua partita è anonima: poche idee, pochissimi palloni giocati (appena 40).
Alterna la posizione con Cerci: prima accanto alla punta, poi parte più largo. Si fa notare per un paio di sgroppate. Kean gli nega il gol deviando la palla, già indirizzata in rete, da posizione di fuorigioco.
Inutile fare il paragone con il miglior Cerci, ma è innegabile che il suo apporto alla fase offensiva della squadra sia importante: nel primo tempo mette due volte Kean davanti alla porta, ma il giovane centravanti spreca. Un tentativo anche per lui, dopo una buona azione personale: deviato in angolo.
Dopo le partite da terzino, Pecchia lo prova in posizione più avanzata. Un esperimento che riesce a metà: nel primo tempo fa vedere qualcosa di buono, nella ripresa scompare.
Pecchia, probabilmente sbagliando, lo lascia in panchina per la quinta volta in questo campionato. Quando entra è ormai troppo tardi per raddrizzare una partita storta. Anche lui, però, sembra troppo passivo nell'approccio.
Pecchia, probabilmente sbagliando, lo lascia in panchina per la quinta volta in questo campionato. Quando entra è ormai troppo tardi per raddrizzare una partita storta. Anche lui, però, sembra troppo passivo nell'approccio.
Si divora tre palle gol (due nel primo tempo, una nella ripresa) e con la sua deviazione inficia il tiro in porta di Verde che poteva portare in vantaggio il Verona. Lo si difende con la carta d'identità: ha 17 anni. Sì, verrebbe da rispondere, ma gioca in Serie A. E in Serie A la giustificazione anagrafica non basta.
Entra nel secondo tempo a partita già ampiamente compromessa. Non riesce mai a entrare nel vivo.
A posteriori, è facile dire che è stato un errore lasciare in panchina Pazzini in una partita che questo Verona poteva giocarsi meglio. Ma probabilmente, vista la serata-no di Kean, avrebbe potuto sostituirlo nell'intervallo: si cresce anche con lezioni del genere. Restano delle buone indicazioni dal primo tempo e tanti rimpianti.