Il migliore in campo per una serie infinita di uscite basse (bellissima quella su Deulofeu nel primo tempo) e parate altrettanto decisive. Peccato che il portierone con cappellino rovini tutto sull'ultima palla del match, quando si fa scavalcare malamente dalla palla che Zapata finisce per depositare in rete.
Durissima affrontare Deulofeu nel suo territorio, eppure l'azzurro regge l'urto prendendo, col passar dei minuti, le misure al velocissimo spagnolo: non un pareggio, ma una sfida onorevole. Qualche responsabilità sul 2-2, forse...
Il migliore della difesa per ottanta minuti abbondanti, poi combina la doppia frittatona finale stracciando una tela degna del Cristo morto di Mantegna. Prima "aiuta" Romagnoli ad accorciare le distanze, poi si perde Zapata in marcatura lasciando spazio a rabbia e frustrazione.
Il migliore della difesa per ottanta minuti abbondanti, poi combina la doppia frittatona finale stracciando una tela degna del Cristo morto di Mantegna. Prima "aiuta" Romagnoli ad accorciare le distanze, poi si perde Zapata in marcatura lasciando spazio a rabbia e frustrazione.
Quando Deulofeu si sposta fa male pure al piccolo giapponese, che nel finale fa arrabbiare - e ammonire - Locatelli. Mancava dai titolari da gennaio, si difende e difende con onore anche contro un osso duro come Suso, che lo frega nel finale con l'assist a Romagnoli.
Un orco che pressa ovunque e comunque, sbaglia pochissimo per tutti i novanta minuti sobbarcandosi pure il lavoro che il pigro Gagliardini non sbriga. Aiuto prezioso per il piccolo Medel, raccordo insostituibile fra la mediana e Icardi.
Deulofeu è più alto, più veloce, più tutto. Si riscatta alla grande con un tackle - utile anche ai fotografi - a stoppare il tiro di Bacca solo contro Handanovi?. Nulla può quando Zapata infila il 2-2 in spaccata, anestetizza Bacca per tutto il match.
Abile a sfruttare la pessima marcatura di De Sciglio più che il lancio di Gagliardini, l'azzurro trova gloria (come all'andata) e giallo, inutile, per la maglietta levata (non la più intelligente delle giocate nel primo tempo). Al cross è agrodolce, come al solito.
Il fisico forgiato in Dalmazia gli concede capacità aerobiche superiori alla maggior parte degli esseri umani. Dopo aver trascorso a rincorrere i rapidi esterni rossoneri Ivan sale in cattedra nella metà campo che gli compete, con l'assist preciso che Icardi deve solo spingere in rete. Esce nel secondo tempo fra gli applausi e dopo aver sciupato una palla gol e mezza.
Gagliardini che gioca una partita sotto la sufficienza? Strano, ma possibile. Partito malissimo con la palla persa (che Deulofeu spreca malamente) in zona nevralgica, si riscatta con l'assist a Candreva ma fatica a trovare i ritmi giusti lasciando tutto il lavoro sporco a Kondogbia. Ammonito nel finale.
Gagliardini che gioca una partita sotto la sufficienza? Strano, ma possibile. Partito malissimo con la palla persa (che Deulofeu spreca malamente) in zona nevralgica, si riscatta con l'assist a Candreva ma fatica a trovare i ritmi giusti lasciando tutto il lavoro sporco a Kondogbia. Ammonito nel finale.
Una luce che illumina sempre le zone di luce più bisognose, vederlo portar palla è visione quasi mistica persino in pieno Sabato Santo. "Solo" sei-virgola-cinque per la sparizione dal sepolc... dal campo di cui è protagonista nella ripresa, anche se spesso sembra che non sempre i compagni ne capiscano le intenzioni. Esce per Murillo nel finale "maledetto".
Una luce che illumina sempre le zone di luce più bisognose, vederlo portar palla è visione quasi mistica persino in pieno Sabato Santo. "Solo" sei-virgola-cinque per la sparizione dal sepolc... dal campo di cui è protagonista nella ripresa, anche se spesso sembra che non sempre i compagni ne capiscano le intenzioni. Esce per Murillo nel finale "maledetto".
Il gol, primo in un derby alla squadra cui mai aveva segnato, è facile facile, ma - come si dice - bisogna esserci. Capitano attivo pure con le proteste sul 2-0 (Handanovi? lo salva dal giallo) si mangia le mani per l'epilogo che gli rovina la festa. Prima, ottimo lavoro di sponda e sportellate con Romagnoli e Zapata.
Dentro per Periši? per dare maggior dinamismo e pressing alla fase offensiva, Éder si ritrova senza farlo apposta nel fascio di colpevoli in campo quando il Milan avvia la rimonta. Non fa nulla di male, ma niente di speciale.
Crocifisso per le sostituzioni, la fortuna che l'aveva assistito all'esordio assoluto in nerazzurro (derby d'andata) oggi pomeriggio ha presentato il conto, amaro, al minuto novantasette. Si riprenderà.
Sul gol di Candreva non ha particolari colpe, ma resta a metà fidandosi troppo della copertura di De Sciglio, che puntualmente non arriva. Resta lì, come una statua di sale cui crollano le dita dopo il destro di Candreva. Buon per lui, i compagni gli regalano un sorprendente lieto fine.
Fa rimpiangere Vangioni già quando cilecca il disimpegno ispirando il contropiede nerazzurro. Fa ancora peggio mentre fronteggia PeriÅ¡i?, col croato che lo fa secco come il primo a morire nei film d'azione: faticherà a riprendersi, uscirà per Ocampos.
La marcatura su Candreva, sullo 0-0, è da terza categoria: errore grave e decisivo. Per sua fortuna l'ex laziale non è in giornata di grazia e lui, pure capitano, se la cava senza mai fare un passo più del necessario. Partitaccia.
Scusate il ritardo: il migliore della difesa (anche se copre male le spalle a Romagnoli sul gol di Icardi) raddrizza di prepotenza (e di goal-line technology) il derby all'ultimo pallone utile. Campione di chiusure, preciso in tackle.
Pessimo quando si perde Icardi nel cuore dell'area, "Romagna" ha il merito di accorciare le distanze quando pareva tutto perduto. E che gol: in spaccata - seppur "aiutato" da Miranda - batte Handanovi? come fosse HiguaÃn.
Novanta minuti di Mati Fernández a discreta intensità: sarà per questo che Montella si è così follemente innamorato di lui nel corso delle stagioni? Sciamano che non disdegna la magia nera, mette in porta Deulofeu dopo pochi minuti, ma lo spagnolo spreca. Costante e preciso, non si perde mai d'animo.
Novanta minuti di Mati Fernández a discreta intensità: sarà per questo che Montella si è così follemente innamorato di lui nel corso delle stagioni? Sciamano che non disdegna la magia nera, mette in porta Deulofeu dopo pochi minuti, ma lo spagnolo spreca. Costante e preciso, non si perde mai d'animo.
Gemello dormiente del buon Juraj, questo alter ego dello slovacco sbaglia tutto ciò che può, ricevendo un giallo, subendo continue angherie da parte di João Mário e PeriÅ¡i?, perdendo palloni in zone nevralgiche e buttando all'aria buone occasioni con appoggi frettolosi. Inutile pure in fase di non possesso, dopo una rovesciata in bello stile Montella lo sostituisce.
Parte alla grande, spaventa Handa da lontano e poi si perde fra il sonno della ragione e un Nagatomo stoico che di soccombere non ne vuol sapere. Il nono assist stagionale ne impenna nuovamente la valutazione, perché "Susino" sa pure usare il destro...
Parte alla grande, spaventa Handa da lontano e poi si perde fra il sonno della ragione e un Nagatomo stoico che di soccombere non ne vuol sapere. Il nono assist stagionale ne impenna nuovamente la valutazione, perché "Susino" sa pure usare il destro...
Ridà linfa a un centrocampo grigio come le piante sul finir dell'autunno. Prende le chiavi dall'acciaccato Sosa e senza fare niente di speciale alza vertiginosamente il tasso di coraggio, bullizzando il povero Nagatomo e beccandosi un giallo "utile" al morale.
Ridà linfa a un centrocampo grigio come le piante sul finir dell'autunno. Prende le chiavi dall'acciaccato Sosa e senza fare niente di speciale alza vertiginosamente il tasso di coraggio, bullizzando il povero Nagatomo e beccandosi un giallo "utile" al morale.
Spesso propone giocate di successo senza accorgersene. Partito benissimo, i muscoli fragili lo lasciano a piedi troppo presto, costringendolo ad abbandonare prima la cabina di regia e poi il campo per Lapadula. Partita onesta con qualche errore gratuito di troppo.
Spesso propone giocate di successo senza accorgersene. Partito benissimo, i muscoli fragili lo lasciano a piedi troppo presto, costringendolo ad abbandonare prima la cabina di regia e poi il campo per Lapadula. Partita onesta con qualche errore gratuito di troppo.
Una sufficienza che non può arrivare nemmeno con l'assist che permette a Zapata di riagguantare la partita al novantasettesimo: tanti errori di frustrazione e parecchi momenti bui per il bomber di Puerto Colombia, che già in avvio s'era mangiato una discreta palla gol. Deulofeu lo cerca poco, e quando lo cerca lui non c'è.
Il merito di entrare a quindici minuti dalla fine sul 2-0 e metterci impegno: nel 2-2 conta anche questo.
Non esista palla che non passi da Deulofeu: un bene, perché ogni accelerazione dello spagnolo provoca agli avversari bruciore, prurito, irritazione, nausea e mal di testa; un male, perché a lungo andare giocare sull'ex Everton diventa l'unica soluzione agli occhi dei nerazzurri, che gli prendono meglio le misure. Egoista? Sì. Insostituibile? Anche.
Non esista palla che non passi da Deulofeu: un bene, perché ogni accelerazione dello spagnolo provoca agli avversari bruciore, prurito, irritazione, nausea e mal di testa; un male, perché a lungo andare giocare sull'ex Everton diventa l'unica soluzione agli occhi dei nerazzurri, che gli prendono meglio le misure. Egoista? Sì. Insostituibile? Anche.
Fortunato, perché gli vengono restituiti i punti persi nel derby d'andata. Bravo, perché lascia in campo Bacca (assistman per Zapata) e punta su Locatelli e Mati, fra i migliori in campo. Peccato per la scelta del terzini, ma il convento...
Fortunato, perché gli vengono restituiti i punti persi nel derby d'andata. Bravo, perché lascia in campo Bacca (assistman per Zapata) e punta su Locatelli e Mati, fra i migliori in campo. Peccato per la scelta del terzini, ma il convento...