Impegnato in un paio di circostanze si fa trovare sempre pronto. Sul gol, volendo essere puntigliosi, poteva fare qualcosa in più. Ma sarebbe stato un miracolo.
Impegnato in un paio di circostanze si fa trovare sempre pronto. Sul gol, volendo essere puntigliosi, poteva fare qualcosa in più. Ma sarebbe stato un miracolo.
Tra i migliori per 74 minuti. Poi si fa sovrastare da Icardi e rimedia un doppio giallo che toglie ogni speranza ai compagni di rimontare.
In affanno sulle sgroppate di Biabiany. Scheggia la traversa con una punizione magistrale.
Perisic è il cliente peggiore che poteva capitare. In affanno per tutta la partita.
Spazza come se non ci fosse un domani quando il pallone si aggira dalla sua zona di competenza. Ammonito salterà la prossima.
Dovrebbe dare dinamismo, ma il suo ingresso non si fa sentire.
Nel duello con Brozovic combatte non demeritando. Prova anche il tiro.
Più dei suoi compagni ci mette l'anima per salvare la squadra della sua città.
Soffre le ripartenze nerazzurre facendosi sempre scavalcare dalla linea della palla. Impreciso in fase di impostazione.
Soffre le ripartenze nerazzurre facendosi sempre scavalcare dalla linea della palla. Impreciso in fase di impostazione.
Un moto perpetuo in fase di non possesso che infiamma il Matusa. Centra un palo clamoroso di testa.
Spende ogni energia che ha in corpo correndo per tutto il campo. Fa sempre la cosa giusta quando è in possesso di palla. Giocatore da annotare nel taccuino per la prossima asta di fantacalcio.
Gioca solo pochi minuti in cui a causa dell'espulsione di Blanchard è chiamato a compiti difensivi, inusuali per il suo ruolo.
Finisce spesso a terra, stretto dalla morsa dei centrali dell'Inter. Ma anche da solo mette in apprensione gli avversari grazie al fisico imponente e alla voglia di salvare la sua squadra.
Finisce spesso a terra, stretto dalla morsa dei centrali dell'Inter. Ma anche da solo mette in apprensione gli avversari grazie al fisico imponente e alla voglia di salvare la sua squadra.
Anche se esce dal Matusa con 0 punti, Il Frosinone di mister Stellone non si arrende. E' squadra vera che lotterà fino alle fine.
Anche se esce dal Matusa con 0 punti, Il Frosinone di mister Stellone non si arrende. E' squadra vera che lotterà fino alle fine.
Una sola mezza incertezza su un corner; poi ordinaria amministrazione. Fortunato però perché il Frosinone coglie due legni su cui neanche il buon Samir poteva fare qualcosa.
Spinge poco per timore di Pavlocic. Ma difende con ordine.
Se Paganini non avesse centrato la base del palo a quest'ora staremmo a sottolineare la marcatura indifendibile del centrale brasiliano.
Sfiora il gol di testa e cerca sempre l'anticipo sulle incursioni dei ciociari. Perde un brutto pallone nel secondo tempo in fase di impostazione.
Parte benissimo, asfaltando la fascia che è un piacere. Poi cala.
Nel ruolo di mediano è costretto a fare molto lavoro sporco, e ogni tanto perde lucidità. Ma resta il punto di riferimento del palleggio nerazzurro.
Devastante sulla sinistra, crea sempre pericoli con i suoi dribbling ubriacanti. Ma ha sulla coscienza due enormi palle gol letteralmente divorate.
Devastante sulla sinistra, crea sempre pericoli con i suoi dribbling ubriacanti. Ma ha sulla coscienza due enormi palle gol letteralmente divorate.
Da gladiatore consumato, capisce che al Matusa ci sarà da soffrire. Risolve con energia alcune situazione complicate.
Corre ininterrottamente ma non è lucido sottoporta quando potrebbe sbloccare il match nel primo tempo.
Cinquantesimo gol in maglia nerazzurra in cento presenze. Media da capogiro. Anche oggi si conferma letale sfruttando a dovere l'unica occasione capitatagli. Killer Instinct.
Torna titolare un po' a sorpresa dopo tante panchine, ha voglia di mettersi in mostra sin dai primi minuti. Alterna giocate illuminanti a momenti di black-out. Ma la prova è comunque positiva.
Ha più fortuna che anima questa Inter che resta aggrappata al treno europeo. La scelta di Biabiany non paga, ma lui lascia lo stesso Eder e Ljajic a scaldare la panchina. Coraggioso.