È un déjà-vu continuo quello che si respira allo Stadio Marassi di Genova, uno stadio che vede il ritorno del Gasp dove è nato e si è rilanciato quando tutto pareva perduto, uno stadio che lo ha visto seduto nella sua panchina per sette stagioni. Gioie e dolori, come quelle di Mandorlini, che nella Dea ha sia giocato sia allenato, e Pinilla che a Bergamo ha fatto più gol in rovesciata che preso caffè amaro coi compagni e che oggi col suo tecnico di amaro condivide il destino di classifica per un Genoa in uno dei suoi peggiori momenti da quando è riapprodato in Serie A. Capeggia uno striscione significativo nella curva genoana, "Genoa non ha padroni"; il riferimento al presidente Preziosi non è affatto mascherato e la sua foto appare gigante quanto barrata di netto nella coreografia. In questo clima l'Atalanta arriva a Genova, per un sogno chiamato Europa!
Mandorlini si schiera con la difesa a tre nel suo 3-5-2 e il terzetto difensivo è composto da soli argentini, col trio Munoz, Burdisso, Gentiletti. Izzo è schierato davanti la difesa a ispirare la manovra nel folto centrocampo a cinque elementi. In avanti Pinilla e Simeone.
Gasperini conferma il suo canonico 3-4-3 con Masiello, Caldara e Toloi in difesa. Gli esterni sono Conti e Spinazzola, in avanti il duo delle meraviglie Petagna e Gomez.
Parte bene il Genoa nel primo tempo ma alla prima occasione utile a passare è la Dea e lo fa con uno dei suoi uomini più rappresentativi e con un gol da cineteca. Al 25', infatti è Spinazzola a pennellare al centro, Conti si libera bene di Gentiletti e con una rovesciata perfetta deposita il pallone all'incrocio dei pali, lasciando di sasso Rubinho. Il Genoa accusa il colpo e l'Atalanta ne approfitta: Burdisso è ingenuo su Petagna all'interno della propria area di rigore, il direttore di gara indica il dischetto dal quale Gomez è impeccabile a piazzare la sfera.
Nella ripresa ci prova subito un sublime Kessie ma Rubinho, dopo aver già respinto un gran tiro nel primo tempo, chiude ancora una volta lo specchio. Mandorlini ridisegna i suoi ma i risultati sono pessimi già dal quarto d'ora: Pinilla perde la testa e prende il rosso per proteste, 2' più tardi Kurtic si invola sulla destra e serve Gomez sul palo opposto che con un semplice tocco sigla il 3-0. Al 72' è la volta di Caldara, che sugli sviluppi di un calcio d'angolo supera per la quarta volta Rubinho. Il Genoa non ne può più ma Kessie ne ha ancora e dopo un'ottima azione in solitaria serve ancora Gomez che si libera di Munoz e Burdisso e sigla la sua prima tripletta stagionale. I 2' di recupero sono i più lunghi della stagione genoana, la Dea esulta e mira all'Europa, il Genoa è allo sbaraglio.