Sembra strano dirlo, ma vive una serata tranquilla proprio quando meno se l'aspetta. Di fatto non deve compiere parate: salvato dalla traversa sulla sassata di Douglas Costa e dal palo sul destro velenoso di Ronaldo, non può nulla sul gol dello stesso portoghese. Per il resto qualche uscita in presa e poco altro.
Una gara vissuta costantemente con il piede sull'acceleratore. Spinge sulla sua fascia di competenza, pressa alto, si schiaccia sulla linea difensiva quando la Juventus attacca; pericoloso quando va al cross o alla conclusione, ha come unica pecca qualche piccola amnesia difensiva, come quando permette a Ronaldo di battere a rete con un tiro a rientrare: il portoghese nell'occasione prende il palo.
Un'ottima prima parte di gara, nella quale chiude sistematicamente Higuain, che infatti comincia a girare al largo e retrocedere. Meno bene con il passare dei minuti, ha qualche grattacapo in più dopo l'ingresso di Dybala e si fa saltare in un paio di occasioni; nel complesso però riesce a reggere la pressione juventina nel finale e strappare una sufficienza.
Durante la prima mezzora si attacca a Ronaldo e non lo lascia respirare. Poi però il portoghese si scatena, colpisce un palo e ha una grande occasione al 43'; nella ripresa è lui a doversi opporre alla galoppata dell'ex Real Madrid ed esce sconfitto dal duello, non riuscendo a limitare l'avversario lanciato a rete.
Un gol annullato dal VAR al 21', una traversa colpita nel secondo tempo: questa volta la tecnologia lo aiuta, perché il suo colpo di testa trova l'opposizione del braccio di Bonucci per il penalty del 2-1. In difesa è quasi perfetto, riesce a chiudere con grande efficacia e si sgancia anche nella metà campo offensiva.
Un gol annullato dal VAR al 21', una traversa colpita nel secondo tempo: questa volta la tecnologia lo aiuta, perché il suo colpo di testa trova l'opposizione del braccio di Bonucci per il penalty del 2-1. In difesa è quasi perfetto, riesce a chiudere con grande efficacia e si sgancia anche nella metà campo offensiva.
Un gol annullato dal VAR al 21', una traversa colpita nel secondo tempo: questa volta la tecnologia lo aiuta, perché il suo colpo di testa trova l'opposizione del braccio di Bonucci per il penalty del 2-1. In difesa è quasi perfetto, riesce a chiudere con grande efficacia e si sgancia anche nella metà campo offensiva.
Meno brillante rispetto ad altre occasioni, deve fare i conti con un Douglas Costa sempre pericoloso, mentre non riesce a sfondare contro Cuadrado. Corre tanto, ma non sempre riesce a essere efficace; ogni tanto poi commette qualche errore di misura.
Meno brillante rispetto ad altre occasioni, deve fare i conti con un Douglas Costa sempre pericoloso, mentre non riesce a sfondare contro Cuadrado. Corre tanto, ma non sempre riesce a essere efficace; ogni tanto poi commette qualche errore di misura.
Rileva Miguel Veloso ma non si sistema nella stessa posizione, giocando invece più avanzato e facendo retrocedere Pessina sulla linea dei centrocampisti. Prezioso per il pressing nel finale di gara, non ha modo di mettersi particolarmente in mostra, però è utile alla causa.
Rileva Miguel Veloso ma non si sistema nella stessa posizione, giocando invece più avanzato e facendo retrocedere Pessina sulla linea dei centrocampisti. Prezioso per il pressing nel finale di gara, non ha modo di mettersi particolarmente in mostra, però è utile alla causa.
In avanti è il meno brillante. Infatti se si escludono i primi 30', nel corso dei quali il pressing continuo porta il Verona a recuperare un gran numero di palloni e proporsi con continuità nella metà campo offensiva, in seguito il centrocampista fatica a trovare la posizione e non riesce praticamente mai a superare Cuadrado. Esce per lasciare spazio a Pazzini.
Bene nella prima parte di gara, ma la benzina finisce presto. Qualche buona occasione creata per i compagni su calcio da fermo, le solite ottime geometrie e la presenza carismatica in mezzo al campo; quando però le energie vengono meno, comincia a sbagliare qualche pallone di troppo. Juric capisce il momento e preferisce sostituirlo.
Lesto ad approfittare del pasticcio combinato da Bentancur e Pjanic, bravo ad aprire il piattone e battere Szczesny per il gol del momentaneo 1-1. Tanto movimento, grinta, esperienza: il suo acquisto ha sicuramente dato i suoi frutti finora.
Lesto ad approfittare del pasticcio combinato da Bentancur e Pjanic, bravo ad aprire il piattone e battere Szczesny per il gol del momentaneo 1-1. Tanto movimento, grinta, esperienza: il suo acquisto ha sicuramente dato i suoi frutti finora.
Lesto ad approfittare del pasticcio combinato da Bentancur e Pjanic, bravo ad aprire il piattone e battere Szczesny per il gol del momentaneo 1-1. Tanto movimento, grinta, esperienza: il suo acquisto ha sicuramente dato i suoi frutti finora.
La sua posizione in campo è una delle chiavi della vittoria scaligera. Gioca un po' da trequartista, un po' da falso nueve, andando a schermare Pjanic e pressando i portatori di palla della Juventus. A questo aggiunge alcune giocate interessanti, tra le quali un tiro al volo insidioso sul quale i compagni non arrivano per un soffio.
La sua posizione in campo è una delle chiavi della vittoria scaligera. Gioca un po' da trequartista, un po' da falso nueve, andando a schermare Pjanic e pressando i portatori di palla della Juventus. A questo aggiunge alcune giocate interessanti, tra le quali un tiro al volo insidioso sul quale i compagni non arrivano per un soffio.
Prova maiuscola del centrocampista, che asfissia le fonti di gioco juventine con il suo pressing selvaggio, smista il pallone e si fa sempre trovare nel posto giusto. È il più fresco dei suoi, non avendo giocato contro la Lazio, e si vede: mentre i compagni hanno un lungo passaggio a vuoto dopo la mezzora, lui non smette mai di correre e di recuperare palloni.
Man of the match, si fa notare poco dopo il suo ingresso in campo per una conclusione che termina docile tra le braccia di Szczesny. La sua freddezza dal dischetto, con il pallone che pesava tantissimo, regala la vittoria all'Hellas Verona: il rapporto tra i gol segnati e i minuti disputati è semplicemente pazzesco.
Chi si aspettava una squadra stanca dopo l'impegno infrasettimanale è rimasto deluso: il Verona, plasmato dal tecnico a sua immagine e somiglianza, mostra un'energia straordinaria e non si abbatte neppure dopo il gol incassato. Anzi, reagisce e vince meritatamente una partita affrontata con coraggio e fiducia nei propri mezzi.
Una splendida parata su un tiro-cross di Faraoni, un mezzo pasticcio su Kumbulla in occasione del gol annullato dal VAR, ma che non conta ai fini della valutazione. Su Borini avrebbe potuto chiudere meglio lo specchio con un passo in avanti, ma era difficile aspettarsi un errore del genere dai suoi centrocampisti. Intuisce ma non può nulla sul rigore calciato da Pazzini.
Nel finale di un match tutto sommato positivo, nel corso del quale alterna ottime chiusure a qualche piccola sbavatura, commette un errore inspiegabile per un giocatore della sua esperienza. Salta con il braccio largo e causa il calcio di rigore che decide il match: un errore che costa la sconfitta alla Juventus.
Sufficiente nella parte centrale della gara, ma non nelle fasi iniziali e finali del match; soffre eccessivamente in difesa contro le triangolazioni del Verona, lasciandosi attirare dal pallone e facendosi trovare fuori posizione. E in fase di spinta non brilla particolarmente.
Inizialmente subisce anche lui il ritmo imposto dal Verona, ma cresce alla distanza e si fa notare per ottimi interventi a cavallo dei due tempi. Leggermente fuori posizione sulla palla persa dal tandem Pjanic-Bentancur, ma le responsabilità sono limitate; sui calci piazzati però tende a perdere troppo spesso l'uomo.
Contribuisce insieme a Bentancur alla palla persa che permette a Borini di firmare l'1-1. Prima, una partita anonima, in cui palesa grosse difficoltà nel prendere per mano la squadra: il pressing del Verona lo costringe a nascondersi, una prima parte del secondo tempo discreta non basta per ottenere una valutazione sufficiente.
Contribuisce insieme a Bentancur alla palla persa che permette a Borini di firmare l'1-1. Prima, una partita anonima, in cui palesa grosse difficoltà nel prendere per mano la squadra: il pressing del Verona lo costringe a nascondersi, una prima parte del secondo tempo discreta non basta per ottenere una valutazione sufficiente.
Presidia la fascia destra senza troppi affanni, visto che Lazovic spinge meno del solito; si concede qualche sortita offensiva, alternando buone giocate a errori evitabili. In generale però i compagni non lo cercano quanto potrebbero, gode infatti di una certa libertà, che non viene sfruttata. Chiude in extremis in area con un guizzo su Zaccagni, rischiando qualcosa ma prendendo il pallone.
Un buon primo tempo, anche quando il resto della squadra si lascia soffocare dal pressing del Verona; confeziona anche il lancio in profondità per Ronaldo, che lo trasforma in gol dopo una lunga cavalcata. Sembrano esserci i presupposti per una prestazione positiva, prima della follia che probabilmente costa la gara alla Juventus, un tentativo di colpo di tacco assurdo, che permette a Borini di involarsi per il gol dell'1-1.
Spacca la traversa con un gran tiro di sinistro al 18', al termine di una bella azione personale. Confeziona anche un cross di esterno delizioso, sul quale si avventa Cristiano Ronaldo, senza trovare però lo specchio della porta. Anche nella ripresa prova alcuni dei suoi strappi, ma i muscoli di cristallo lo tradiscono ancora una volta ed è costretto a uscire per infortunio.
Ci mette un po' a carburare, anche lui come diversi suoi compagni soffre il ritmo imposto dal Verona. Nella ripresa però, quando gli altri giocatori sembrano calare fisicamente, il francese si rivela tra i più pimpanti e nonostante la sconfitta rappresenta una delle poche note positive per Sarri.
Ci mette un po' a carburare, anche lui come diversi suoi compagni soffre il ritmo imposto dal Verona. Nella ripresa però, quando gli altri giocatori sembrano calare fisicamente, il francese si rivela tra i più pimpanti e nonostante la sconfitta rappresenta una delle poche note positive per Sarri.
Entra al posto di Douglas Costa, prova a mettere in difficoltà il Verona con i suoi inserimenti senza palla. La sua intelligenza si vede dai movimenti, ma non sembra in gran forma: spesso il tocco è impreciso o lo stop macchinoso, così rovina in parte quanto creato nel liberarsi del marcatore.
Entra al posto di Douglas Costa, prova a mettere in difficoltà il Verona con i suoi inserimenti senza palla. La sua intelligenza si vede dai movimenti, ma non sembra in gran forma: spesso il tocco è impreciso o lo stop macchinoso, così rovina in parte quanto creato nel liberarsi del marcatore.
Entra al posto di Higuain, parte meglio del connazionale ma si spegne presto. Entra nell'azione del gol juventino, prova a mettersi in mostra con qualche altro spunto, ma dopo i gol del Verona si intestardisce nella giocata personale. E quando va al tiro manca lo specchio di parecchio.
Non lascia il segno. Prova a rendersi utile con qualche sponda, ma il dialogo con i compagni riesce soltanto a tratti. Günter e Kumbulla lo anticipano sistematicamente, deve retrocedere di parecchio il suo raggio d'azione e questo non gli permette di essere pericoloso in area di rigore. Sarri preferisce sostituirlo al 59', l'argentino non gradisce.
Non lascia il segno. Prova a rendersi utile con qualche sponda, ma il dialogo con i compagni riesce soltanto a tratti. Günter e Kumbulla lo anticipano sistematicamente, deve retrocedere di parecchio il suo raggio d'azione e questo non gli permette di essere pericoloso in area di rigore. Sarri preferisce sostituirlo al 59', l'argentino non gradisce.
A segno per la decima gara consecutiva, si inventa un gran gol con un'azione personale sulla quale il povero Rrahmani può poco o nulla. Dopo una prima mezzora silenziosa, si scatena nel finale del primo tempo, colpendo il palo con un destro velenoso e andando vicino al gol con un colpo di testa a lato. Sempre pericoloso, questa volta si deve arrendere, anche perché lasciato troppo solo dai compagni.
Il Verona mette in grande difficoltà la sua Juventus, soprattutto sotto il profilo del ritmo. Punta su Higuain, ma il campo gli dà torto; i bianconeri perdono un'altra gara in trasferta, contro una squadra che in teoria avrebbe dovuto risentire della stanchezza accumulata negli ultimi giorni. Invece è la Juve a crollare nel finale, tradita dai suoi uomini di maggiore esperienza.