Tre gol subiti, poche responsabilità: la difesa balla e il portiere sloveno deve rimediare sull'ennesimo contropiede di Kouame al 17' con un bell'intervento di piede. Forse poco reattivo sul tocco di Chiesa, ma era difficile fare di più.
- Kouame' 3’
- Martinez L. 47’
- Ceccherini aut 52’
- Castrovilli 57’
- Chiesa 63’
- Lukaku 87’
- D'ambrosio 89’
Ancora un gol, ancora una volta decisivo. Il difensore nerazzurro non si smentisce mai: dopo una partita di grandissima sofferenza, con un Ribery scatenato che lo fa a fette e con responsabilità sul primo e terzo gol, tira fuori dal cilindro il colpo di testa decisivo, quello del 4-3 che manda in paradiso l'Inter.
Il migliore del terzetto difensivo, ma non abbastanza per la sufficienza. Il giovane difensore nerazzurro prova a far valere il fisico contro un cliente difficile come Kouame, però soccombe nell'uno contro uno: Ribery gli va via in più di un'occasione.
Esordio shock con la maglia nerazzurra. L'ex Roma ha grosse responsabilità su tutti i gol della Fiorentina, in particolare sul primo, ma anche in altre occasioni si fa trovare impreparato. Il serbo soffre terribilmente le azioni di contropiede della Fiorentina, migliora solo quando è spostato nella posizione di terzino. Il simbolo della sua partita è il tiro sbilenco al 35': non il miglior biglietto da visita per San Siro.
In ritardo nella chiusura su Biraghi, sforna qualche bel cross, che i compagni non sfruttano a dovere. Impreciso nell'uno-due con Lukaku in tante occasioni: palloni persi che permettono alla Fiorentina di partire in contropiede e generano pericoli per la difesa interista.
Bagna l'esordio con la maglia dell'Inter con un assist importante, quello del provvisorio 3-3. Non ha né il tempo né lo spazio per strafare, ma quando entra si trova davanti una Fiorentina già chiusa a riccio nel tentativo di difendere il risultato. Decisivo nell'impresa, riuscita, di scardinare la retroguardia viola.
Schierato dal 1' nonostante le voci che lo volevano in panchina, il croato corre molto ma sbaglia altrettanto. In netto ritardo sul contropiede che porta al gol di Castrovilli, talvolta è troppo macchinoso nel far girare il pallone.
Schierato da esterno sinistro puro, inizia discretamente ma poi si perde. Malissimo sul gol di Chiesa, perde il giocatore viola e lo lascia libero di battere a rete. Peggiora la situazione divorandosi il gol del pareggio al 61' da dentro l'area.
Partita dai due volti: parte molto lentamente, sbaglia tanti palloni nel primo tempo e in fase difensiva raramente riesce ad avere la meglio nell'uno contro uno. Ha il merito di far partire il contropiede dell'1-1, nella ripresa ci prova ma trova Dragowski sulla sua strada, appena prima di lasciare spazio a Nainggolan.
Partita dai due volti: parte molto lentamente, sbaglia tanti palloni nel primo tempo e in fase difensiva raramente riesce ad avere la meglio nell'uno contro uno. Ha il merito di far partire il contropiede dell'1-1, nella ripresa ci prova ma trova Dragowski sulla sua strada, appena prima di lasciare spazio a Nainggolan.
Con lui in campo al posto di Eriksen la musica cambia: l'ex Sassuolo salta l'uomo con regolarità, prova a inventare per i compagni ed è bravo a farsi trovare tra le linee. Nell'arrembaggio finale dell'Inter è senz'altro uno dei migliori.
Con lui in campo al posto di Eriksen la musica cambia: l'ex Sassuolo salta l'uomo con regolarità, prova a inventare per i compagni ed è bravo a farsi trovare tra le linee. Nell'arrembaggio finale dell'Inter è senz'altro uno dei migliori.
Entra al posto di Brozovic e disputa i primi minuti con la maglia dell'Inter. L'inizio della nuova avventura è positivo: l'Inter rimonta e batte la Fiorentina, il cileno ci mette grinta e forza fisica, ma non ha il tempo di lasciare il segno sulla gara.
Apre la nuova stagione con un'altra prestazione al di sotto delle aspettative. Come nella scorsa annata, sembra involuto; si limita a eseguire il compito assegnatogli, senza un guizzo, e ha il demerito di perdere il pallone che innesca il contropiede del primo gol della Fiorentina. Qualche buon pallone per Lukaku e Lautaro non basta per la sufficienza.
Rileva Perisic e con due zampate risolve la partita. Sua l'ottima apertura a smarcare Hakimi, che poi serve Lukaku per il 3-3; il cileno inventa poi una parabola perfetta per D'Ambrosio, che firma il definitivo 4-3. Un ingresso di qualità, che lascia ben sperare per il futuro dell'Inter.
Riscatta una prestazione non eccellente con un gol fondamentale nel finale. L'attaccante belga sbaglia troppo e appare in condizioni fisiche non ottimali; mette però lo zampino nel contropiede del primo gol. Nella ripresa prima si divora la rete al 68', poi trova sulla sua strada Dragowski al 73'; nel finale però il portiere non può nulla sul suo tocco ravvicinato.
Di gran lunga il migliore in casa Inter. Il suo gol è tanto bello quanto importante: rapidissimo nel tirare dopo aver spostato il pallone, segna una rete che arriva allo scadere del primo tempo ed è fondamentale dal punto di vista psicologico. A inizio ripresa soffia il pallone ad Amrabat e causa l'autorete di Ceccherini, rivelandosi in ottima forma per l'inizio della stagione.
Di gran lunga il migliore in casa Inter. Il suo gol è tanto bello quanto importante: rapidissimo nel tirare dopo aver spostato il pallone, segna una rete che arriva allo scadere del primo tempo ed è fondamentale dal punto di vista psicologico. A inizio ripresa soffia il pallone ad Amrabat e causa l'autorete di Ceccherini, rivelandosi in ottima forma per l'inizio della stagione.
All'allenatore leccese non piace la Pazza Inter, eppure non ci sono molti altri aggettivi per definire la sua squadra, che fa e disfa per tutto il match. Ottima la fase offensiva, tante le occasioni create, ma la difesa, uno dei marchi di fabbrica del mister, fa acqua da tutte le parti: urge correre ai ripari.
All'allenatore leccese non piace la Pazza Inter, eppure non ci sono molti altri aggettivi per definire la sua squadra, che fa e disfa per tutto il match. Ottima la fase offensiva, tante le occasioni create, ma la difesa, uno dei marchi di fabbrica del mister, fa acqua da tutte le parti: urge correre ai ripari.
Rovina una buona prestazione con una dormita colossale sul gol del 4-3. Nel primo tempo è poco impegnato, ma Lautaro lo sorprende con un gran destro; nella ripresa si supera su Lukaku di piede, è plastico su Barella, ma nel finale valuta male la parabola disegnata da Sanchez e permette a D'Ambrosio di battere da dentro l'area piccola.
Ritrova la sua ex squadra, inizia benissimo mettendo in mezzo il pallone che Bonaventura e Kouame trasformano nel primo gol della Fiorentina. Risultati alterni contro Young, nel finale si distrae e lascia Hakimi libero di servire Lukaku: è in ritardo nella chiusura, un errore pagato a caro prezzo dai viola.
Riesce a infastidire Lukaku, sebbene il duello sia impari dal punto di vista fisico. Al 18' ferma Lautaro con un guizzo all'ultimo momento: l'arbitro fischia il rigore, ma dopo aver visto le immagini torna sui suoi passi. Anche nella ripresa cerca di limitare gli attaccanti nerazzurri, i gol arrivano per responsabilità dei compagni.
Rileva Chiesa, parte bene con alcune azioni di contropiede, ma rispetto al compagno ha decisamente meno "gamba" e si spegne quasi subito. Incolpevole per quanto riguarda la rimonta dell'Inter, non riesce a incidere come vorrebbe.
Si oppone in più occasioni alle avanzate degli attaccanti nerazzurri, chiudendo con puntualità. Va anche vicino al gol al 24', sfiorando la traversa con un bel colpo di testa. Sui gol non ha grandi colpe, Lautaro è semplicemente più bravo di lui in occasione dell'1-1, mentre sul 2-1 le principali responsabilità appartengono ad Amrabat.
Tornato alla Fiorentina proprio dopo l'esperienza all'Inter, si mette al servizio della squadra nel tentativo di congelare il risultato. Per lunghi tratti ci riesce, poi i nerazzurri mandano in campo i granatieri Vidal e Nainggolan, così lo spagnolo è costretto soltanto a difendere, e non è il suo mestiere.
Regala a Kouame la gioia del gol, permettendo all'attaccante di segnare da pochi passi. Disputa un primo tempo di qualità, con il suo palleggio permette alla Fiorentina di uscire palla al piede dalla difesa e riversarsi velocemente nella metà campo interista. La benzina finisce presto, ma finché è in campo risulta tra i migliori.
Una strepitosa prova sulla destra, gioca a tutta fascia senza mai risparmiarsi. Innesca l'azione del primo gol con un ottimo recupero, poi duella con Perisic vincendo nettamente il duello contro il croato. Il gol è la ciliegina sulla torta di un'ottima partita.
Una strepitosa prova sulla destra, gioca a tutta fascia senza mai risparmiarsi. Innesca l'azione del primo gol con un ottimo recupero, poi duella con Perisic vincendo nettamente il duello contro il croato. Il gol è la ciliegina sulla torta di un'ottima partita.
In gol per la seconda partita consecutiva, si rende protagonista di una splendida azione box to box, conclusa nel migliore dei modi a tu per tu con Handanovic. Prima ingaggia diversi duelli con i centrocampisti nerazzurri e raramente esce sconfitto; nel finale prova a resistere agli attacchi interisti, ma alla fine rimane con poca benzina nel serbatoio.
In gol per la seconda partita consecutiva, si rende protagonista di una splendida azione box to box, conclusa nel migliore dei modi a tu per tu con Handanovic. Prima ingaggia diversi duelli con i centrocampisti nerazzurri e raramente esce sconfitto; nel finale prova a resistere agli attacchi interisti, ma alla fine rimane con poca benzina nel serbatoio.
Dopo un primo tempo di buona fattura, rovina tutto con una sciagurata palla persa, che porta all'autogol di Ceccherini. Da quel momento sparisce dal campo, soprattutto nel finale, quando l'Inter guadagna metri e la Fiorentina non riesce più a ripartire.
Dopo un primo tempo così così, durante il quale inventa un bell'assist per Kouame ma perde anche il pallone che porta all'1-1 di Lautaro Martinez, è protagonista di una ripresa a dir poco sontuosa. Due assist, uno più bello dell'altro, per Castrovilli e Chiesa, nel finale inventa anche per Vlahovic, che spreca malamente: sarebbe stato un tris di assist da urlo.
Dopo un primo tempo così così, durante il quale inventa un bell'assist per Kouame ma perde anche il pallone che porta all'1-1 di Lautaro Martinez, è protagonista di una ripresa a dir poco sontuosa. Due assist, uno più bello dell'altro, per Castrovilli e Chiesa, nel finale inventa anche per Vlahovic, che spreca malamente: sarebbe stato un tris di assist da urlo.
Pochi minuti e realizza il gol che porta in vantaggio la Fiorentina, su assist di Bonaventura. Combatte su ogni pallone, al 17' ha la palla giusta per firmare la personale doppietta, ma Handanovic gli dice di no, mentre al 41' è Young a chiudere su di lui all'ultimo istante. Nel corso della ripresa lascia il posto a Vlahovic.
Il suo ingresso è una delle chiavi della sconfitta della Fiorentina. L'attaccante ne combina di tutti i colori: prima si divora un gol fatto, spedendo alle stelle l'ennesimo invito magistrale di Ribery; poi si lascia beffare da D'Ambrosio, permettendo al difensore di colpire di testa per il gol del 4-3. Due errori madornali, che condannano la squadra viola.
Il suo ingresso è una delle chiavi della sconfitta della Fiorentina. L'attaccante ne combina di tutti i colori: prima si divora un gol fatto, spedendo alle stelle l'ennesimo invito magistrale di Ribery; poi si lascia beffare da D'Ambrosio, permettendo al difensore di colpire di testa per il gol del 4-3. Due errori madornali, che condannano la squadra viola.
La sua Fiorentina disputa un gran bel primo tempo, ma è ingenua nel finale della frazione, quando si fa punire da Lautaro Martinez. Ribery trascina i viola, ma l'allenatore sbaglia due cambi, prima mandando in campo Vlahovic, poi togliendo proprio il francese. E l'Inter ne approfitta, vincendo la partita. Ma lo stato di forma del campione transalpino è un'ottima notizia per la squadra viola.