La doppia prodezza su Gabbiadini tiene il Milan in partita fino alla fine e gli permette di salire sul podio tra i migliori in campo. È sempre l'uomo più determinante di questo Milan e -paradossalmente- non crediamo sia proprio ciò che si augura l'ambiente rossonero.
Preferito a Conti per presidiare la fascia destra, non si distingue certamente per granitica capacità di far gioco nei due reparti. In difesa qualche imprecisione di troppo e in avanti è abulico. Alla fine dei fatti la sua una prestazione di certo non sufficiente, ma non particolarmente negativa per il tanto lavoro sporco da dietro le quinte.
Il capitano rossonero è preciso e puntuale in ogni intervento e a testa alta guida la difesa contro un Doria non certo irresistibile in avanti. Incolpevole nelle due occasioni degli ospiti, si concede anche qualche apertura offensiva di rilievo.
A fari spenti è preciso dietro e puntuale in avanti, soprattutto quando serve a Leao un pallone che deve solo essere spinto in porta.
Il miglior uomo della stagione rossonera si conferma tale anche quando è avaro il conto delle marcature. Pungente in avanti, sempre in corsa e capace di far ammonire due avversari. Quando c'è da difendere questa volta si fa trovare pronto e sull'occasione di Gabbiadini guadagna la colazione offerta da Donnarumma per tutta la prossima settimana.
Preferito a Kessié e Paquetà fa rimpiangere entrambi, soprattutto nel primo tempo quando è fuori dalla manovra e costantemente dal gioco dei rossoneri. Nella ripresa prova a riscattarsi, ma sotto porta è tutt'altro che freddo e il Milan ne paga le dovute conseguenze.
Non certo la sua miglior prestazione, nella quale pare in leggero ritardo di condizione e difetta spesso anche in concentrazione. Quando vuole però accende la luce e per poco non trova anche il gol, salvato quasi sulla linea da Vieira.
La zona di destra è di sua competenza, ma ancora una volta la rende terra senza padrone, proprio in un San Siro che ha esaurito la pazienza. Troppo prevedibile la consueta giocata col destro a rientrare, letta a più riprese dagli avversari e se ci si mette anche un Chabot -in versione Alessandro Nesta- il risultato è presto definito.
Il giorno che riuscirà ad angolare un tiro dalla distanza con frequenza il Milan si risolleverà. È frizzante e intrigato dalla nuova posizione dopo il cambio modulo, ma alla fine dei conti troppo poco pungente, pur distinguendosi in meglio tra i due reparti rossoneri.
Il giorno che riuscirà ad angolare un tiro dalla distanza con frequenza il Milan si risolleverà. È frizzante e intrigato dalla nuova posizione dopo il cambio modulo, ma alla fine dei conti troppo poco pungente, pur distinguendosi in meglio tra i due reparti rossoneri.
Il giorno che riuscirà ad angolare un tiro dalla distanza con frequenza il Milan si risolleverà. È frizzante e intrigato dalla nuova posizione dopo il cambio modulo, ma alla fine dei conti troppo poco pungente, pur distinguendosi in meglio tra i due reparti rossoneri.
Il miglior giocatore di movimento tra le fila dei rossoneri, mette in campo tutto il proprio repertorio e anche nel gioco aereo svetta dove gli avversari non penserebbero mai potesse arrivare. Gli manca solo il successo di squadra, ma personalmente può ritenersi più che soddisfatto.
L'ingresso di Ibrahimovic ha cambiato soprattutto psicologicamente il Milan, ma non è bastato per ottenere i tre punti. Gioca quasi da fermo, ma la sua classe si denota anche nella precisione di ogni tocco. I compagni lo assistono, ma non da rifinitori, e alla fine è il migliore del reparto offensivo, proprio il giorno del suo esordio.
Il nervosismo in campo, coincidente con l'inizio del riscaldamento di Ibrahimovic è un chiaro segnale che la dirigenza rossonera deve in qualche modo recepire. Ha voglia di far bene ed esegue didatticamente i compiti affidatigli da Pioli, ma non basta e lascia il campo al decimo della ripresa.
Il nervosismo in campo, coincidente con l'inizio del riscaldamento di Ibrahimovic è un chiaro segnale che la dirigenza rossonera deve in qualche modo recepire. Ha voglia di far bene ed esegue didatticamente i compiti affidatigli da Pioli, ma non basta e lascia il campo al decimo della ripresa.
Scelto quale partner d'attacco per Ibrahimovic, nonostante l'impegno profuso non ripaga appieno la fiducia del tecnico, vanificando le occasioni avute e mancando il colpo del ko in due limpide occasioni.
Ce l'ha messa tutta Stefano Pioli, cambiando interpreti e sistema di gioco, ma per il suo Milan non è giornata e adesso non resta che chiedersi quando sarà finalmente l'ora dei rossoneri.
Puntuale e preciso nelle uscite alte, graziato da Suso e Leao, si fa trovare pronto sul primo palo e sulla insidiosa conclusione di Calhanoglu. Porta a casa un prezioso punto esterno e un'imbattibilità più che meritata.
Meno grintoso del solito, battaglia per tutta la partita col rispettivo avversario portando il conflitto in pari, proprio come il risultato finale. Quest'oggi di avanzare non se ne parla, ma probabilmente va bene così.
Ha da fronteggiare un avversario più che temibile, ma in un modo o in un altro, alternandosi coi compagni di squadra, riesce a portare a casa l'ottimo risultato odierno, concedendosi anche qualche intervento d'alta scuola.
La coppia difensiva del Doria quest'oggi è una roccaforte inespugnabile. Graziata dagli avversari nel finale, porta a casa un prezioso punto e la meritata imbattibilità del reparto. Anche grazie al centrale gambiano.
La coppia difensiva del Doria quest'oggi è una roccaforte inespugnabile. Graziata dagli avversari nel finale, porta a casa un prezioso punto e la meritata imbattibilità del reparto. Anche grazie al centrale gambiano.
La giocata difensiva dell'anno fin qui è la sua, da antologia per costruzione e fine, che salva i blucerchiati e in un campo che ha visto difensori del calibro di Nesta, Baresi, Costacurta e Maldini e che strappa qualche silenzioso applauso anche dal pubblico avversario.
La giocata difensiva dell'anno fin qui è la sua, da antologia per costruzione e fine, che salva i blucerchiati e in un campo che ha visto difensori del calibro di Nesta, Baresi, Costacurta e Maldini e che strappa qualche silenzioso applauso anche dal pubblico avversario.
Entra della disastrata fascia destra blucerchiata e ringrazia il fato anche solo di non essersi infortunato, visto quanto accaduto a Ramirez e Depaoli in quella zona del campo. Dopo il gol giustamente annullato per fuorigioco cala vistosamente e non riesce a riscattarsi pienamente, nonostante l'impegno profuso.
Tanto lavoro sporco in mezzo al campo, ma anche parecchie imprecisioni che avrebbero potuto costar caro. Quando la Samp necessita del suo apporto, tuttavia, è uno dei primi a farsi trovare pronto, crescendo proprio nel finale.
Ottimo impatto sulla gara dove si fa notare subito per intraprendenza e voglia di far bene. L'Epifania non gli porta bene, tuttavia, e alla mezzora lascia il campo per infortunio.
Parte con la terza marcia ingranata, divenendo assoluto padrone del centrocampo, approfittando anche dei tentennamenti di Krunic. Cala nella ripresa e si macchia dell'imprecisa conclusione a porta semi vuota, ma la sua certamente è una prestazione sufficiente.
Il tuttofare di Ranieri anche oggi si distingue per ottima capacità di leggere ogni azione e spazia in ogni posizione del campo. Cala nella ripresa dopo aver dato tutto e si gode il meritato punto esterno dei suoi.
Avrebbe potuto regalare ai suoi un successo storico, o almeno avrebbe dovuto provarvi. Le occasioni le ha avute, ma è riuscito sapientemente a mancarle. Vi è da riconoscersi il consueto dinamismo offensivo e la capacità di approfittare delle poche palle disponibili per rendersi pericoloso, ma sotto porta non è freddo come avrebbe dovuto.
In un modo o in un altro riesce a ritagliarsi qualche occasione da poter recapitare ai compagni, ma sbaglia troppo i tempi e alcune diagonali e certamente quest'oggi ci si aspettava qualcosa di più. Nonostante l'ottimo punto esterno dei suoi, la sua una prestazione fortemente sotto tono.
L'ingresso di Ibrahimovic ha cambiato soprattutto psicologicamente il Milan, ma il Doria di Ranieri è stato in grado di reggere la pressione e con un pizzico di precisione in più avrebbe pure potuto permettersi il colpo esterno.