Di fatto inoperoso per tutta la partita, è battuto da un gol di Icardi sul quale non può nulla. Di sicuro il portiere polacco sperava in una serata meno tranquilla ma dal finale diverso.
Di fatto inoperoso per tutta la partita, è battuto da un gol di Icardi sul quale non può nulla. Di sicuro il portiere polacco sperava in una serata meno tranquilla ma dal finale diverso.
Di fatto inoperoso per tutta la partita, è battuto da un gol di Icardi sul quale non può nulla. Di sicuro il portiere polacco sperava in una serata meno tranquilla ma dal finale diverso.
In difficoltà quando viene preso in velocità, se la cava bene sui palloni alti. Regge per tutta la partita, senza sbavature evidenti, andando in apnea solo nelle rare occasioni in cui l'Inter manovra in rapidità.
Guida la difesa con personalità, sventando anche alcune situazioni scabrose; tuttavia si lascia bruciare da Icardi sullo scarico di Perisic: è l'errore che, alla fine, si rivela decisivo per il risultato.
Guida la difesa con personalità, sventando anche alcune situazioni scabrose; tuttavia si lascia bruciare da Icardi sullo scarico di Perisic: è l'errore che, alla fine, si rivela decisivo per il risultato.
Perisic lo semina sulla fascia e mette in mezzo per Icardi: è la giocata che decide il match e Laurini è protagonista in negativo. Troppo lo spazio concesso al croato, che gli va via anche in diverse altre occasioni.
Perisic lo semina sulla fascia e mette in mezzo per Icardi: è la giocata che decide il match e Laurini è protagonista in negativo. Troppo lo spazio concesso al croato, che gli va via anche in diverse altre occasioni.
Dopo un primo tempo poco appariscente, cresce nella ripresa sui due lati del campo. Bravissimo a sventare un'azione pericolosissima, impedendo a Ljajic di tirare a botta sicura.
Dopo un primo tempo poco appariscente, cresce nella ripresa sui due lati del campo. Bravissimo a sventare un'azione pericolosissima, impedendo a Ljajic di tirare a botta sicura.
Entra in campo e contribuisce al forcing finale con il suo dinamismo e grandissima grinta. Tanta quantità, per la qualità bisogna guardare altrove.
Entra in campo e contribuisce al forcing finale con il suo dinamismo e grandissima grinta. Tanta quantità, per la qualità bisogna guardare altrove.
Entra in campo e contribuisce al forcing finale con il suo dinamismo e grandissima grinta. Tanta quantità, per la qualità bisogna guardare altrove.
Dopo un inizio difficile, caratterizzato da troppi palloni persi, va in crescendo e nella ripresa sale in cattedra, distribuendo assist deliziosi per i compagni, che sprecano. E sulla strada per il gol trova sempre Handanovic.
Dopo un inizio difficile, caratterizzato da troppi palloni persi, va in crescendo e nella ripresa sale in cattedra, distribuendo assist deliziosi per i compagni, che sprecano. E sulla strada per il gol trova sempre Handanovic.
Un gran primo tempo, in cui taglia, cuce, va al tiro e sembra il più ispirato in campo. Deve fare i conti con un Handanovic in versione saracinesca, mentre nella ripresa è lui a non trovare più lo specchio come potrebbe.
Un gran primo tempo, in cui taglia, cuce, va al tiro e sembra il più ispirato in campo. Deve fare i conti con un Handanovic in versione saracinesca, mentre nella ripresa è lui a non trovare più lo specchio come potrebbe.
Parte alla grande e si rende protagonista di un primo tempo encomiabile per voglia e intensità. Va anche al tiro, impegnando Handanovic, ma nella ripresa cala vistosamente, commettendo anche alcuni errori grossolani, fino alla sostituzione.
Tanta quantità in mezzo al campo, un paio di preziose verticalizzazioni, ma anche tanti errori di misura: troppi, in momenti che potevano risultare decisivi per l'andamento del match.
Tanta quantità in mezzo al campo, un paio di preziose verticalizzazioni, ma anche tanti errori di misura: troppi, in momenti che potevano risultare decisivi per l'andamento del match.
Impegna Handanovic su punizione, si batte contro i mastini nerazzurri mettendo in seria difficoltà Murillo, offre sponde per i compagni; non brilla come in altre occasioni ma è utile, anche se esaurisce presto le batterie.
Impegna Handanovic su punizione, si batte contro i mastini nerazzurri mettendo in seria difficoltà Murillo, offre sponde per i compagni; non brilla come in altre occasioni ma è utile, anche se esaurisce presto le batterie.
Impegna Handanovic su punizione, si batte contro i mastini nerazzurri mettendo in seria difficoltà Murillo, offre sponde per i compagni; non brilla come in altre occasioni ma è utile, anche se esaurisce presto le batterie.
Con i suoi tagli alle spalle dei difensori mette in serissima difficoltà la retroguardia nerazzurra, soprattutto Nagatomo. Bravo a lanciarsi negli spazi, meno a concludere: la concretezza non è il suo forte.
Entra per Maccarone, senza riuscire a lasciare il segno contro la sua ex squadra. L'impressione è che le sue caratteristiche non siano ideali per il gioco espresso dalla squadra di Giampaolo: a lui il compito di dimostrare il contrario.
Il suo Empoli non demerita e ha il rammarico di non trovare il gol nonostante le tante occasioni create. La squadra gioca bene e mette in difficoltà la capolista, se solo fosse un po' più concreta...
Non esistono serate tranquille per lo sloveno, anche contro l'Empoli costretto a un super-lavoro. Dice di no alla punizione di Maccarone, esce in tuffo su Pucciarelli, risponde a Buchel, incassa pure qualche botta di troppo e si guadagna ampiamente la pagnotta.
Non esistono serate tranquille per lo sloveno, anche contro l'Empoli costretto a un super-lavoro. Dice di no alla punizione di Maccarone, esce in tuffo su Pucciarelli, risponde a Buchel, incassa pure qualche botta di troppo e si guadagna ampiamente la pagnotta.
Senza infamia e senza lode, se la cava nella fase difensiva, è come spesso gli accade poco propenso a spingere sulla sua fascia di competenza e creare superiorità numerica. Le poche volte in cui spinge non va neanche tanto male.
La tranquillità con cui guida la difesa nerazzurra si contrappone alle amnesie di Murillo: il brasiliano è poco appariscente ma non è mai banale nei suoi interventi, sempre concreto ed efficace.
La testa del colombiano è rimasta in vacanza. Svagato, sbaglia diversi disimpegni, concede una punizione dal limite che gli costa il giallo e sembra fuori fase rispetto al resto della squadra. Soffre per tutta la partita, per sua fortuna accanto c'è Miranda.
La sua fascia è come al solito terra di conquista. Fatica a leggere le verticalizzazioni e si fa cogliere sempre nella terra di nessuno. Le sue difficoltà tattiche, anche in fase di costruzione, sono un handicap per i nerazzurri. Un pizzico meglio nella ripresa.
Nelle sue giocate potenzialmente c'è tutto: intelligenza, tocco, velocità. Peccato che, dopo un paio di occasioni gettate al vento per troppa leziosità, si spenga nella ripresa. L'impressione è che si sia innamorato troppo del suo tiro a giro.
Parte benissimo, con un primo tempo in cui è l'unico a creare la superiorità numerica a centrocampo con ottime progressioni palla al piede. Cala vistosamente nella ripresa, commettendo anche errori grossolani in fase di impostazione.
Parte benissimo, con un primo tempo in cui è l'unico a creare la superiorità numerica a centrocampo con ottime progressioni palla al piede. Cala vistosamente nella ripresa, commettendo anche errori grossolani in fase di impostazione.
Partiamo dagli elementi positivi: nel finale lotta su ogni pallone, facendo muro davanti alle ripetute iniziative dei padroni di casa. Ma nel primo tempo è una zavorra per la manovra nerazzurra e perde palloni in modo inconcepibile per chi gioca davanti alla difesa.
Partiamo dagli elementi positivi: nel finale lotta su ogni pallone, facendo muro davanti alle ripetute iniziative dei padroni di casa. Ma nel primo tempo è una zavorra per la manovra nerazzurra e perde palloni in modo inconcepibile per chi gioca davanti alla difesa.
Quasi al termine di un primo tempo altalenante si inventa una giocata da campione: doppio passo, discesa sulla fascia e palla al centro per il gol di Icardi. Esattamente il motivo per cui Mancini ne ha preteso l'arrivo all'Inter.
Quasi al termine di un primo tempo altalenante si inventa una giocata da campione: doppio passo, discesa sulla fascia e palla al centro per il gol di Icardi. Esattamente il motivo per cui Mancini ne ha preteso l'arrivo all'Inter.
Decide l'incontro toccando pochissimi palloni. Una partita di sofferenza, stretto nella morsa Costa-Barba, lasciato troppo solo dai compagni; ma si fa trovare pronto sulla giocata di Perisic, insaccando con un movimento da centravanti di razza.
Tanto movimento, ma nonostante la vivacità è poco incisivo: non trova mai il tempo della giocata, cincischia con il pallone tra i piedi, arriva tardi al tiro permettendo ai difensori avversari di recuperare. Un passo indietro.
Tanto movimento, ma nonostante la vivacità è poco incisivo: non trova mai il tempo della giocata, cincischia con il pallone tra i piedi, arriva tardi al tiro permettendo ai difensori avversari di recuperare. Un passo indietro.
Primo in classifica in virtù dell'ennesimo 1-0, può essere soddisfatto della classifica, non del gioco. La sua Inter si affida troppo alle giocate dei singoli, ma - cosa più importante - concede troppo campo a un Empoli pimpante e mai domo.