Nel voivodato della Masovia non puoi essere indeciso se indossi il cappuccio del boia: la danza di Niang non lo abbatte prematuramente e la "mazurca" di risposta vale porta inviolata e +3 fantacalcistico tanto caro a quelli aggrappati al posticipissimo. Fino a questo momento campionato di gran livello.
Pupillo di Spalletti da tempi non sospetti, ogni tanto perde la bussola - e qualche pallone... - costringendo i compagni a sacrificarsi (vedi Rüdiger) per lui. Quando accelera sono dolori: sufficiente.
Un dolore all'adduttore della coscia non lo lascia tranquillo, ma Spalletti, pur di non rinunciare al greco, lo farebbe giocare in stampelle. Da un suo stacco imperioso su Lapadula nasce lo strappo decisivo di Nainggolan.
Un dolore all'adduttore della coscia non lo lascia tranquillo, ma Spalletti, pur di non rinunciare al greco, lo farebbe giocare in stampelle. Da un suo stacco imperioso su Lapadula nasce lo strappo decisivo di Nainggolan.
Tanti passaggi buttati al vento, ma pure una discreta spinta che impensierisce il pavido De Sciglio, almeno nelle prime battute. Poi è proprio un tackle del terzino rossonero a causargli un infortunio che pare non da poco. Lacrime per lui, costretto a esami radiografici in nottata.
Potente e preciso, vender calzini gli stava stretto ed eccolo passare dall'artiglieria pesante sul malcapitato Niang al lancio millimetrico che libera Dzeko solo contro Donnarumma. Cresciuto tantissimo, per questa Roma è quasi indispensabile.
Un po' in ansia sul rigore ospite, quando manca il contatto con Lapadula, si riscatta poiché da quel momento in poi all'ex Pescara lascia giusto le prime pagine con scritto "favola", mentre le parmanenza all'Olimpico diventa "incubo". Si concede pure un paio di scorribande.
Non il serbatoio di assist che ogni tanto aiuta la vena realizzativa di Dzeko, "la scimmietta" oggi "si limita" a non prenderle, scendendo spesso nella metà campo difensiva a pigliar cazzotti dal pressing ospite. Sfinito, nei pressi dell'area avversaria non riesce a incidere come altre volte.
Non il serbatoio di assist che ogni tanto aiuta la vena realizzativa di Dzeko, "la scimmietta" oggi "si limita" a non prenderle, scendendo spesso nella metà campo difensiva a pigliar cazzotti dal pressing ospite. Sfinito, nei pressi dell'area avversaria non riesce a incidere come altre volte.
Nella ripresa, perno del 4-1-4-1, diventa signore del centrocampo e tutte le azioni vengono filtrate dai suoi piedi eruditi. Positivo, nonostante gli acciacchi.
Principe di tatuolandia, primogenito di un guerriero persiano con le meches ed un'amazzone sanguinaria, nel guizzo su torre di Manolas - più che nel tiro, dove Donnarumma fa cilecca - si vede il cuore e il talento di Radja, che quand'è in palla diventa brutto cliente pure per i mostri di Space Jam. Prima rete ai rossoneri, si gode il secondo posto più di tutti.
Il lavoro "vero" se lo sobbarca De Rossi, mentre la "lavatrice" con grugno rabbioso scompare un po' da scudiero di Nainggolan, l'uomo sotto ai riflettori. Compitino.
Sfiora il gol in tre occasioni, ma è defilato e la buon guardia di Paletta gli impedisce di staccare indisturbato come altre volte. Imbeccato prima da Rüdiger, poi da Nainggolan, grazia Donnarumma, ma costringe tutta la difesa del Milan ad un super lavoro che spesso coinvolge anche i mediani. Grosso come la statua cui resta solo un piede con quattro dita in Lost, fa male solo a guardarlo.
Sfiora il gol in tre occasioni, ma è defilato e la buon guardia di Paletta gli impedisce di staccare indisturbato come altre volte. Imbeccato prima da Rüdiger, poi da Nainggolan, grazia Donnarumma, ma costringe tutta la difesa del Milan ad un super lavoro che spesso coinvolge anche i mediani. Grosso come la statua cui resta solo un piede con quattro dita in Lost, fa male solo a guardarlo.
Fa quello che piglia botte da Abate, giusto perché a un ex bisogna riservare un tavolo vista tacchetti. Lanciato in profondità, soprattutto dopo il vantaggio, dà l'impressione di offendere meno di quanto gli avversari gli concedono, ma alla fine ha ragione lui.
Vince 1-0 in casa, e per lui è cosa nuova, visto l'attacco supersonico a cui ci aveva abituati. Bravo a cucire l'abito su misura volta per volta: onesto nelle valutazioni, sceglie di aspettare senza mai scoprire troppo il fianco (vedi richiami a Manolas di non scoprirsi sui calci piazzati). Salvato da Szcz?sny, vive appieno il clima natalizio.
Bene sulle rasoiate di Dzeko, male nei rinvii, malissimo sul mancino piuttosto centrale di Nainggolan: non se l'aspettava, ma avrebbe dovuto. Serata no.
Gli tocca prima fronteggiare Perotti, poi dopo l'infortunio di Peres ecco l'ex amico El Shaarawy, ma il capitano se la cava sempre. Pittoresco in tackle, rischia e prende solo palla.
Abbatte Peres prima che possa far danni, poi si ritrova dalla parte di Perotti, che arriva già sfiancato dalla fase difensiva. Ha sempre l'aria di essere come le scarpe che respirano: traforato. Assolto parzialmente per qualche intervento coraggioso, ma che "mollezza"...
Abbatte Peres prima che possa far danni, poi si ritrova dalla parte di Perotti, che arriva già sfiancato dalla fase difensiva. Ha sempre l'aria di essere come le scarpe che respirano: traforato. Assolto parzialmente per qualche intervento coraggioso, ma che "mollezza"...
Abbatte Peres prima che possa far danni, poi si ritrova dalla parte di Perotti, che arriva già sfiancato dalla fase difensiva. Ha sempre l'aria di essere come le scarpe che respirano: traforato. Assolto parzialmente per qualche intervento coraggioso, ma che "mollezza"...
Peccato per qualche uscita troppo coraggiosa, perché la prestazione di questa sera è tremendamente vicina al sette. Giallo giusto, ma quanti duelli "epici" con Dzeko! Di testa è una sentenza, fa pure da balia allo spaesato Romagnoli. Prova superata all'Olimpico, uno dei campi peggiori per un difensore centrale.
Quando Locatelli si perde il Ninja lui forse avrebbe dovuto fare più di un passo avanti per contrastarne la conclusione. Un po' in ansia coi piedi, vive all'ombra di "Palettone".
Quando Locatelli si perde il Ninja lui forse avrebbe dovuto fare più di un passo avanti per contrastarne la conclusione. Un po' in ansia coi piedi, vive all'ombra di "Palettone".
Entra e invece di aspettare, comodo, la palla giusta, si sacrifica gettandosi nella mischia: quattro falli subiti e nessun passaggio sbagliato nella mezz'ora concessagli da Montella. Sarà riproposto.
Entra e invece di aspettare, comodo, la palla giusta, si sacrifica gettandosi nella mischia: quattro falli subiti e nessun passaggio sbagliato nella mezz'ora concessagli da Montella. Sarà riproposto.
Rispolverato nella sua città, l'ex Genoa sembre un altro rispetto alla scorsa stagione: lui a mettere Lapadula di fronte a Szcz?sny a procurarsi il rigore, sempre lui a deliziare la platea con giocate a effetto a inizio ripresa, cala, ma esce fra lo stupore generale.
Rispolverato nella sua città, l'ex Genoa sembre un altro rispetto alla scorsa stagione: lui a mettere Lapadula di fronte a Szcz?sny a procurarsi il rigore, sempre lui a deliziare la platea con giocate a effetto a inizio ripresa, cala, ma esce fra lo stupore generale.
Stupefacente, più delle giocate, la costanza con cui il folletto ex "Reds" stia partecipando alla stagione corrente. Parte largo a destra, ma appena riparte la manovra stringe al centro per dialogare coi mediani o lanciare direttamente Lapadula. Intelligente e dinamico, viene tuttavia disinnescato dagli ottimi centrali giallorossi.
Non una partita insufficiente, ma la "stangata" in pagella arriva per il modo in cui il taglio di Nainggolan lo coglie impreparato. Peccati di gioventù.
Dà l'impressione che tutti quelli vestiti di giallorosso accolgano col sorriso il suo ingresso in campo. Non si vede. Mai.
Per il rigore (secondo errore consecutivo), ma soprattutto per la voglia mancante e lo scatto che non arriva più. Montella lo lascia in campo per novanta più recupero, e quasi non ci si crede.
Per il rigore (secondo errore consecutivo), ma soprattutto per la voglia mancante e lo scatto che non arriva più. Montella lo lascia in campo per novanta più recupero, e quasi non ci si crede.
Quando esce per Luiz Adriano ha la faccia di chi a Montella darebbe volentieri un buffetto, amichevole, sul naso. Si procura il rigore e sfiora il gol nel primo tempo per poi appassire piano piano nel secondo tempo. Forse altri avrebbero meritato di uscire, lui accetta e si siede.
Quando esce per Luiz Adriano ha la faccia di chi a Montella darebbe volentieri un buffetto, amichevole, sul naso. Si procura il rigore e sfiora il gol nel primo tempo per poi appassire piano piano nel secondo tempo. Forse altri avrebbero meritato di uscire, lui accetta e si siede.
Sufficiente perché aveva la possibilità di passare in vantaggio, ma soprattutto per le modalità con cui imbriglia l'attacco più prolifico della Serie A. La sconfitta non deve abbatterlo, sta facendo grandi cose: solo non capiamo perché non abbia sostituito Niang...
