Si prende la scena ergendo un muro invalicabile nel primo tempo. Al 18' ha un ottimo riflesso sul destro di Lukaku, al 21' vola a respingere la conclusione di Lautaro Martinez e poi ringrazia il palo che ferma il tiro di D'Ambrosio. Sempre sicuro, è decisivo per mantenere la porta inviolata nella prima frazione; nella ripresa tuttavia si deve arrendere al tiro (deviato) di Brozovic e al colpo di testa di Lukaku. La sua prova però rimane maiuscola.
Si prende la scena ergendo un muro invalicabile nel primo tempo. Al 18' ha un ottimo riflesso sul destro di Lukaku, al 21' vola a respingere la conclusione di Lautaro Martinez e poi ringrazia il palo che ferma il tiro di D'Ambrosio. Sempre sicuro, è decisivo per mantenere la porta inviolata nella prima frazione; nella ripresa tuttavia si deve arrendere al tiro (deviato) di Brozovic e al colpo di testa di Lukaku. La sua prova però rimane maiuscola.
Schierato al posto dello squalificato Calabria, parte bene, sicuro di sé, soprattutto quando può sganciarsi in proiezione offensiva. Il problema è che le energie durano davvero poco; il calo è inesorabile già a partire dal finale del primo tempo, nella ripresa commette il fallo che genera la punizione dell'1-0, poi crolla sotto i colpi dei nerazzurri.
Dopo un primo tempo praticamente perfetto, nella ripresa non vede mai il pallone. Lautaro lo beffa con un tunnel e in varie occasioni gli sguscia via, sul raddoppio nerazzurro Lukaku è semplicemente dominante e lo sovrasta andando a prendere in cielo il cross di Barella.
Dopo un primo tempo praticamente perfetto, nella ripresa non vede mai il pallone. Lautaro lo beffa con un tunnel e in varie occasioni gli sguscia via, sul raddoppio nerazzurro Lukaku è semplicemente dominante e lo sovrasta andando a prendere in cielo il cross di Barella.
Ha il suo bel daffare con Lautaro Martinez, che con la sua velocità palla al piede spesso lo mette in difficoltà. Qualche buona chiusura non cancella le troppe occasioni concesse (anche se non sfruttate) al Toro e agli altri nerazzurri; in particolare nella ripresa soffre tantissimo sulle incursioni interiste.
Ha il suo bel daffare con Lautaro Martinez, che con la sua velocità palla al piede spesso lo mette in difficoltà. Qualche buona chiusura non cancella le troppe occasioni concesse (anche se non sfruttate) al Toro e agli altri nerazzurri; in particolare nella ripresa soffre tantissimo sulle incursioni interiste.
La partenza è da film horror: dopo pochi minuti di gioco mette a rischio il risultato con un retropassaggio a Donnarumma sbagliato come misura e come concetto. Per sua fortuna Lautaro Martinez non riesce ad approfittarne. Il suo match prosegue senza troppi sussulti, nell'assoluta mediocrità; esce nel finale per lasciare spazio a Hernandez.
Rileva Rodriguez ed è tutta un'altra musica. Si mette a spingere come un forsennato sulla sinistra, mettendo in difficoltà sia D'Ambrosio sia Godin, fino a quel momento perfetto; coglie anche il palo esterno dopo una splendida discesa, forse Giampaolo avrebbe dovuto inserirlo prima al posto dello spento terzino svizzero.
Giampaolo lo preferisce a Bennacer. L'argentino è semplicemente inguardabile: non riesce a guidare il centrocampo rossonero, che perde nettamente il confronto con quello interista, è impreciso nel palleggio e a disagio contro il pressing nerazzurro. Anche nella fase difensiva è decisamente rivedibile.
Dovrebbe essere lui l'uomo deputato ad accendere la luce in casa Milan, ma non ci riesce quasi mai. Non che non ci provi, ma i nerazzurri lo trattano da sorvegliato speciale e nelle rare occasioni in cui riesce a liberarsi, come nella splendida ripartenza del 40', sbaglia la scelta e si fa murare da Asamoah.
Nel primo tempo si fa valere con la sua fisicità e con la capacità di trasformare un'azione difensiva in una offensiva; cala però nella ripresa, quando l'Inter aumenta il ritmo l'ivoriano non capisce più dove posizionarsi e come contrastare la velocità dei centrocampisti nerazzurri.
Anche lui, come i compagni di reparto, disputa un discreto inizio di gara, per poi calare con il passare dei minuti. Il pressing dell'Inter gli lascia poco spazio, il dialogo con il reparto avanzato è inesistente; l'ex Leverkusen fatica a creare gioco e a rendersi pericoloso, quando conclude lo fa con poca convinzione. Esce nel corso del secondo tempo, rilevato da Paquetà.
Rileva Calhanoglu nel secondo tempo, Giampaolo gli chiede maggiore vivacità offensiva; prova a dialogare con Rafael Leao e, più in generale, a mettersi al servizio dei compagni come punto di riferimento in mezzo al campo. Per un po' funziona, ma il possesso palla rossonero è sterile e nulla più; tuttavia le ragioni della sconfitta non dipendono certo dal brasiliano.
Rileva Calhanoglu nel secondo tempo, Giampaolo gli chiede maggiore vivacità offensiva; prova a dialogare con Rafael Leao e, più in generale, a mettersi al servizio dei compagni come punto di riferimento in mezzo al campo. Per un po' funziona, ma il possesso palla rossonero è sterile e nulla più; tuttavia le ragioni della sconfitta non dipendono certo dal brasiliano.
Fuori dal gioco e dalla partita. Tocca pochissimi palloni, magari non del tutto per colpa sua, però quando sarebbe il momento di colpire non si fa trovare all'appuntamento con il gol; ad esempio, al 44' sull'assist di Leao potrebbe sicuramente fare meglio. Nella ripresa sparisce dal campo, sovrastato dai difensori nerazzurri.
Schierato a sorpresa da Giampaolo, mette in mostra qualità interessanti. Godin deve ricorrere a tutta la sua esperienza per bloccarlo, perché quando va in accelerazione fa paura: al 44' se ne va sulla sinistra e mette in mezzo per Piatek, che non sfrutta a dovere l'assist. Sfortunato nella deviazione dell'1-0.
Schierato a sorpresa da Giampaolo, mette in mostra qualità interessanti. Godin deve ricorrere a tutta la sua esperienza per bloccarlo, perché quando va in accelerazione fa paura: al 44' se ne va sulla sinistra e mette in mezzo per Piatek, che non sfrutta a dovere l'assist. Sfortunato nella deviazione dell'1-0.
Schiera a sorpresa Rafael Leao, prova a mettere in difficoltà il terzetto difensivo nerazzurro ma i suoi uomini migliori non sono in giornata. In certi momenti il Milan sembrerebbe poter prendere il sopravvento, ma tutto si riduce alla fine a sterile possesso palla; e le occasioni concesse all'Inter sono davvero troppe. Preoccupante la mancata reazione dopo i 2 gol.
Probabilmente non si aspettava di vivere un derby tanto tranquillo. Di fatto non deve mai sporcarsi i guantoni, se non in uscita alta; il Milan infatti tira pochissimo, senza mai inquadrare lo specchio della porta. Si spaventa soltanto per il palo esterno colpito da Hernandez nel finale.
Schierato al posto dell'acciaccato Candreva, è autore di una discreta prestazione, macchiata da alcuni errori. Gravissimo il gol mancato al 21', quando non sfrutta la ribattuta di Donnarumma spedendo sul palo la sua conclusione a botta sicura. Quando entra Hernandez poi soffre terribilmente, facendosi ammonire e riuscendo raramente a fermare lo scatenato avversario.
Nel primo tempo potrebbe osare maggiormente, ma spesso invece che tentare l'uno contro uno preferisce il passaggio all'indietro. È però decisivo in chiusura su Suso al 40' con un intervento che salva il risultato. Nella ripresa si scatena, trova sempre più spazi grazie al calo di Conti ed è in costante proiezione offensiva.
Nel primo tempo potrebbe osare maggiormente, ma spesso invece che tentare l'uno contro uno preferisce il passaggio all'indietro. È però decisivo in chiusura su Suso al 40' con un intervento che salva il risultato. Nella ripresa si scatena, trova sempre più spazi grazie al calo di Conti ed è in costante proiezione offensiva.
Meno appariscente di Godin, altrettanto efficace. L'olandese disputa una partita accorta, nella quale non è chiamato agli straordinari, ma si fa sempre trovare pronto quando chiamato in causa. Disinnesca Piatek, non ha problemi contro Suso, è attento quando Leao gravita dalle sue parti; guida la difesa nerazzurra con calma ed esperienza.
L'unica sbavatura del suo match è su Piatek, quando lascia il polacco libero di battere a rete di testa. Per il resto non ha problemi nel fermare sistematicamente l'ex Genoa, completa un terzetto difensivo di livello assoluto, in grado di assicurare l'ennesimo clean sheet di questo inizio di stagione.
Ha un avversario difficile come Rafael Leao, che mette in campo tutta la sua freschezza. Niente di cui preoccuparsi per il difensore uruguaiano, che facendo valere la sua esperienza neutralizza l'attaccante e non solo. Ottimo sui palloni alti, è bravo anche nel cercare la profondità quando costruisce da dietro. Un pilastro difensivo sul quale Conte vuole costruire la sua Inter.
Entra al posto di Sensi, si sistema in mezzo a fare legna. Offre il suo contributo alla causa con una presenza martellante in mezzo al campo, non fa nulla di speciale ma è utile per neutralizzare sul nascere la reazione del Milan dopo il gol.
Non solo il gol, sul quale trova la fortunata deviazione che gli permette di battere Donnarumma. Gestisce il pallone con calma serafica, nonostante il pressing del Milan; sbaglia pochissimi passaggi, è sempre nel vivo dell'azione ed è fondamentale nello smistare palla da un lato all'altro del campo.
Non solo il gol, sul quale trova la fortunata deviazione che gli permette di battere Donnarumma. Gestisce il pallone con calma serafica, nonostante il pressing del Milan; sbaglia pochissimi passaggi, è sempre nel vivo dell'azione ed è fondamentale nello smistare palla da un lato all'altro del campo.
Primo tempo così così, con troppi palloni persi e un tempo del pressing non sempre corretto; sale in cattedra nella ripresa, mettendo in seria difficoltà il centrocampo rossonero, recuperando palloni e offrendo a Lukaku il pallone che vale il 2-0. Esce nel finale, lasciando spazio a Candreva.
Meno brillante rispetto ad altre occasioni, trova comunque il modo di risultare decisivo per l'andamento della gara. Dopo un primo tempo sotto tono, nel quale tuttavia si inventa un assist per Lautaro Martinez, si procura la punizione da cui nasce l'1-0 e tocca per Brozovic il pallone che manda il croato al tiro. Non è lucido come sempre, così Conte preferisce levarlo anticipatamente dal campo.
Il dialogo con Lautaro funziona, quello con il resto dei compagni meno; dopo un primo tempo sufficiente e niente più, nel corso del quale va anche al tiro (al 18', quando Donnarumma si oppone al suo destro incrociato), nella ripresa sale di colpi e trova il suo primo gol nel derby di Milano, sovrastando Romagnoli e insaccando la rete del definitivo 2-0.
Ha l'occasione per lasciare il segno sulla partita già all'11', ma non riesce ad arrivare sul retropassaggio di Rodriguez. Donnarumma gli si oppone al 21', così come nella ripresa, al 61'; l'argentino è vivace, riesce a inventare con il pallone tra i piedi, ma al momento decisivo gli manca sempre qualcosa per riuscire a incidere davvero. Rappresenta comunque una spina nel fianco per la difesa milanista.
Primo derby milanese, prima vittoria. La sua Inter vince meritatamente, mettendo alle corde il Milan con un pressing asfissiante e sfruttando al meglio le sue armi. I nerazzurri rischiano pochissimo e controllano il match per la maggior parte del tempo, ottenendo una vittoria preziosa per la classifica e per il morale.
Primo derby milanese, prima vittoria. La sua Inter vince meritatamente, mettendo alle corde il Milan con un pressing asfissiante e sfruttando al meglio le sue armi. I nerazzurri rischiano pochissimo e controllano il match per la maggior parte del tempo, ottenendo una vittoria preziosa per la classifica e per il morale.