
Deve sporcarsi i guantoni solo sul corner quasi "Olimpico" di Mário Rui nei primi quarantacinque minuti. Il resto è ordinaria amministrazione: Mertens lo spaventa col sinistro al volo, lui si distende e blocca a terra. Poi si gode la vittoria.
Deve sporcarsi i guantoni solo sul corner quasi "Olimpico" di Mário Rui nei primi quarantacinque minuti. Il resto è ordinaria amministrazione: Mertens lo spaventa col sinistro al volo, lui si distende e blocca a terra. Poi si gode la vittoria.
Re di cross, l'ex terzino di Sarri propizia il rosso a Koulibaly lanciando Simeone verso la porta da distanza siderale. Sempre in controllo su Insigne, Pioli decide di sostituirlo per non indurlo in tentazione dopo l'ammonizione ricevuta.
Sembrava una spazzata e invece era l'assist per Simeone: decisivo col mancino a lunga gittata, approfitta della distrazione di Tonelli per godersi il "più uno" che cambia volto alla partita. Pericoloso anche su punizione, ha vita facile anche nel controllare il nervoso Callejón.
Che sorpresa il serbo classe '97: ha il radar per intercettare il pallone, piedi nemmeno troppo grezzi e un corpo enorme che usa a piacimento per fare la figura del Koulibaly di turno. L'MVP è Simeone, ma pure lui esce fra gli applausi.
Fresco di panchina, si presenta con un'ottima giocata su Mário Rui mettendo in mostra eleganza e doti tecniche poco comuni a un terzino, di solito. Partecipa alla festa senza correre pericoli.
Fresco di panchina, si presenta con un'ottima giocata su Mário Rui mettendo in mostra eleganza e doti tecniche poco comuni a un terzino, di solito. Partecipa alla festa senza correre pericoli.
Rude quando serve, concentrato sempre, fedele compagno di Milenkovi?, che si piglia qualche applauso in più. Facile la vita col Napoli in crisi e con l'uomo in meno, ma lui non lascia scappare nulla.
Tanta confusione, molte conclusioni deboli verso la porta di Reina, parecchi duelli con Allan in tutte le zone del campo e pure il corner che porta al raddoppio viola. Nota negativa: dopo settantaquattro minuti, richiamato in panchina da Pioli, esce lamentandosi col tecnico.
Il capitano gioca per Astori, e si vede: pesca Chiesa in area col lancio millimetrico, usa la sciabola su Allan rimediando il giallo, si piazza da difensore aggiunto schermando dove Milenkovi? e Pezzella non sarebbero arrivati, forse. Partita di sostanza, fuori nel finale quando i muscoli chiedono aiuto.
Il capitano gioca per Astori, e si vede: pesca Chiesa in area col lancio millimetrico, usa la sciabola su Allan rimediando il giallo, si piazza da difensore aggiunto schermando dove Milenkovi? e Pezzella non sarebbero arrivati, forse. Partita di sostanza, fuori nel finale quando i muscoli chiedono aiuto.
Tante conclusioni, ma quanta imprecisione al tiro per l'ex granata! Quando non deve concludere, invece, dà fisicità a un centrocampo di cervelli.
Tante conclusioni, ma quanta imprecisione al tiro per l'ex granata! Quando non deve concludere, invece, dà fisicità a un centrocampo di cervelli.
"Goldrake" Chiesa è proabilmente il miglior talento italiano in circolazione: per corsa, per sostanza, per cuore, per come calcia, per come lancia. Si regala l'assist che permette al Cholito di far tripletta, rincorre tutti, non teme nulla. Continui così.
Il giocatore più sorprendente della stagione viola decide di calciare verso la porta di Reina da ogni posizione, quasi ogni volta che la palla gli sfiora gli scarpini. Metronomo in viola, cerca con insistenza gloria personale anche su punizione, ma il destro a giro non va. Spesso ferma Allan con le cattive, ma Mazzoleni gli risparmia il giallo.
Il giocatore più sorprendente della stagione viola decide di calciare verso la porta di Reina da ogni posizione, quasi ogni volta che la palla gli sfiora gli scarpini. Metronomo in viola, cerca con insistenza gloria personale anche su punizione, ma il destro a giro non va. Spesso ferma Allan con le cattive, ma Mazzoleni gli risparmia il giallo.
Si vede per il fallo da giallo su Allan quando la partita è ormai in ghiaccio. Voto utile giusto per i fantacalcisti innamorati del francese di Aix-en-Provence col numero dieci.
Si vede per il fallo da giallo su Allan quando la partita è ormai in ghiaccio. Voto utile giusto per i fantacalcisti innamorati del francese di Aix-en-Provence col numero dieci.
È un Cholito esagerato, un Cholito come quelli dei film. Tre tiri nello specchio della porta, tre reti: indice, medio e pollice che si alzano col pallone fra le braccia pensando al nonno e a Diego, che sicuramente rivedrà gli highlights. Freddo e fortunato a colpire Reina fra le gambe, killer nel tap-in più rapido di tutti, glorioso nella discesa libera al minuto novantatré. Hombre del partido.
Da trenta partite il Napoli non perdeva in trasferta e lui, fedele alle dichiarazioni della vigilia, diventa giudice dello Scudetto 2017/18 e batte i secondi in classifica, reinserendosi nella corsa all'Europa League. Ringrazia la buona vena realizzativa di Simeone e la follia di Koulibaly in avvio. Pomeriggio godereccio.
Qualche bell'intervento (sulla punizione deviata di Biraghi, su Badelj e su Chiesa in avvio di ripresa), ma anche sulla coscienza il primo gol del Cholito: brutto da vedere quel pallone che s'infila in mezzo alle cosce, così come troppo morbida l'uscita sul 3-0, anche se ormai la partita era compromessa.
Qualche bell'intervento (sulla punizione deviata di Biraghi, su Badelj e su Chiesa in avvio di ripresa), ma anche sulla coscienza il primo gol del Cholito: brutto da vedere quel pallone che s'infila in mezzo alle cosce, così come troppo morbida l'uscita sul 3-0, anche se ormai la partita era compromessa.
Qualche bell'intervento (sulla punizione deviata di Biraghi, su Badelj e su Chiesa in avvio di ripresa), ma anche sulla coscienza il primo gol del Cholito: brutto da vedere quel pallone che s'infila in mezzo alle cosce, così come troppo morbida l'uscita sul 3-0, anche se ormai la partita era compromessa.
Passa tutto il primo tempo come fosse nell'Upside Down di Stranger Things: non si capisce coi compagni, è sempre in ritardo su Chiesa e Simeone, vede cose che gli altri non vedono, fra cui demogorgoni a forma di Simeone. Non si riprende più.
A un certo punto impazzisce e tenta la "maradonata" da metà campo, con esito, ovviamente, infausto. Il meno peggio della retroguardia, se la vede con Benassi senza perdere metri. Alla fine, da ultimo baluardo, viene irriso da Simeone che fa tris.
Lorenzo, che fai? Chiamato a prendere il posto dell'espulso Koulibaly, l'ex Empoli è subito protagonista in negativo sul lancio, apparentemente innocuo, di Biraghi: si guarda intorno, non recupera la posizione e quando se ne avvede Simeone ha già le braccia al cielo per il gol segnato. Errore gravissimo che riesce a ripetere anche sul raddoppio viola; sul terzo, invece, non c'è proprio.
Demolito dalla folate in viola per tutto lo scorrere dei minuti, commette il peccato originale fidandosi troppo - l'aveva abituato bene - del compagno Koulibaly in chiusura su Simeone: come sarebbe andata se avesse dato un aiuto a Kalidou? Rischia il rigore per mano galeotta nel secondo tempo, ma è incolpevole in occasione delle altre marcature.
Dopo sei minuti di gioco si fida troppo della sua fisicità e sbaglia l'intervento su Simeone lanciato a rete, scambiando il pallone con l'argentino. Inizialmente viene graziato col giallo, ma dopo l'intervento del VAR riceve il rosso diretto per chiara occasione da gol. Salterà anche la prossima: pomeriggio maledetto una settimana dopo il picco più alto di gloria.
Si vede poco, combina poco e viene fermato dopo aver tentato una velleitaria serpentina al limite dell'area. Subentrato a HamÅ¡Ãk, non ha grandi responsabilità sull'esito finale.
Si vede poco, combina poco e viene fermato dopo aver tentato una velleitaria serpentina al limite dell'area. Subentrato a HamÅ¡Ãk, non ha grandi responsabilità sull'esito finale.
Una bestia da Rio de Janeiro liberata al Franchi come King Kong a New York. Animale selvatico dalle idee chiare, affronta tutta la Fiorentina, uno per uno, senza mai indietreggiare. Ventinove (!) duelli, sei falli subiti, dieci contrasti (almeno cinque volte in più dei compagni). Se il Napoli cede le armi, oggi, non è di certo per colpa del suo numero cinque.
Il capitano non si trova più. Orfano del punto di riferimento Jorginho, si vede una volta sola con uno slalom e uno scarico ai compagni in avvio. Con l'uomo in meno sembra deprimersi più di altri e Sarri lo toglie insieme a Mertens per Zielinski: non servirà a nulla.
Il capitano non si trova più. Orfano del punto di riferimento Jorginho, si vede una volta sola con uno slalom e uno scarico ai compagni in avvio. Con l'uomo in meno sembra deprimersi più di altri e Sarri lo toglie insieme a Mertens per Zielinski: non servirà a nulla.
Nel primo tempo avrebbe meritato più volte il secondo giallo, ma Mazzoleni lo grazia. L'unico spunto degno di nota è l'assist che libera Mertens in mezzo all'area. All'infuori di quello, il nulla, ma almeno è in "buona" compagnia.
Pure lui, che alla Fiorentina segna spesso, è costretto a fermarsi: la buona occasione l'avrebbe dopo mezz'ora di gioco su suggerimento di Hysaj, ma il tiro è da dimenticare. Lorenzo, da lì in poi, non ha sul mancino magico altre occasioni per far male a Sportiello e chiude la sua partita con un gesto di nervosismo che costringe Mazzoleni ad ammonirlo. Giornata triste.
La crisi del belga è senza fine: non si vede mai, non si inserisce mai, non duetta più coi compagni. Nella ripresa sembra "riprendersi" con un bel mancino al volo su suggerimento di Callejón, ma poco dopo lascia il campo per Milik, zoppicando.
Predica calma ai suoi dopo il rosso a Koulibaly e il primo gol di Simeone, ma pure lui sa che la "fine" è vicina. Non importa: chi l'apprezza non finirà certamente oggi di stimarlo, con l'uomo in meno e con dieci giocatori logori, stressati, sempre sotto pressione a fronteggiare un avversario fuori portata, eppure a una sola lunghezza (ora quattro). Onore a Sarri, anche se puntare ancora su Mertens e Hamsik titolari...