Se il Napoli non vince domani a Roma, la Juventus è campione d'Italia. E se non sarà domani, sarà fra sette giorni: di fatto, la squadra di Allegri ha già vinto, e meritatamente, il suo quinto scudetto di fila. E lo ha vinto giocando praticamente sempre come stasera, nella difficile partita del Franchi: con cinismo, con cattiveria, con orgoglio, con coraggio, senza abbattersi, dimostrando di avere un collettivo straordinario e dei singoli pazzeschi. Applausi, comunque, alla squadra di Sousa. E applausi, fra tutti, a Federico Bernardeschi: talento vero, ci farà divertire. E tanto.
Paulo Sousa lascia in panchina Zarate, che alla vigilia sembrava in rampa di lancio: alle spalle di Kalinic giocano Ilicic e Bernardeschi, con Tello e Marcos Alonso esterni di centrocampo. Nella Juventus ancora assente Chiellini, sostituito come sempre da Rugani. Lemina vince il ballottaggio con Hernanes, Mandzukic quello con Morata.
Parte meglio la Fiorentina: grande giro palla, ottimi i movimenti soprattutto degli attaccanti. La Juventus aspetta con pazienza. Nei primi venti minuti due gol in fuorigioco, uno per parte: prima Khedira pescato da Mandzukic, chiamata corretta; poi Bernardeschi trovato benissimo da Ilicic, chiamata scorretta (era in linea con Barzagli). Il 10 della Viola è più veloce di Barzagli anche pochi istanti dopo: buon diagonale, attento Buffon a non farsi ingannare dalla deviazione. Nonostante la Fiorentina giochi meglio, è la Juve a passare: illuminante cross di Khedira per Pogba, sponda per Mandzukic lasciato colpevolmente solo, il croato al volo batte Tatarusanu. L'occasionissima per pareggiare arriva quattro minuti dopo: angolo di Ilicic, Marcos Alonso si libera di Rugani e poi sbaglia la cosa più facile: schiaccia troppo di testa e dall'interno dell'area piccola conclude fuori.
Nel secondo tempo la Juve prova ad andare in ripartenza, ma nelle due occasioni migliori né Pogba né Dybala hanno successo. In generale, c'è più Fiorentina: Zarate per Tello da più vivacità a un attacco che riesce a passare a meno di dieci minuti dalla fine: clamorosa leggerezza di Bonucci, palla a Kalinic, che dal limite dell'area, a giro, batte Buffon. Ma è un vantaggio che dura un paio di minuti: azione da calcio d'angolo, mischia in area, palla ribattuta che finisce sui piedi di Morata, entrato da poco: 2-1. Il finale è incandescente: la squadra di Sousa si riversa in avanti, Kalinic salta Cuadrado e cade in area: calcio di rigore quantomeno dubbio. Dal dischetto proprio il croato: Buffon, straordinario, para. Ancora Kalinic, a tempo praticamente scaduto, colpisce la traversa di testa a un passo dalla porta.