All'esordio assoluto, a ventisei anni, ti ritrovi faccia a faccia con una Roma ai quarti di finale di Champions League. Fortunato a rompere sùbito il ghiaccio con gli interventi su Schick e De Rossi (gran riflesso), mostra un coraggio sulle uscite alte che molti portieri di Serie A stanno ancora cercando. Professionista vero, leggermente sorpreso sul gol che riporta la gara in parità.
El Shaarawy e Florenzi gli fanno il solletico; sta nel suo, senza fronzoli, partecipando poco alla manovra. Donadoni gli affida compiti essenzialmente difensivi, lui esegue alla lettera.
Entra nel miglior momento nella Roma, lui che è abituato a scelte quantomeno discutibili, e ci mette la testa giusta: col gambone risolve un paio di situazioni a rischio e il Bologna porta a casa un punto meritato.
Entra nel miglior momento nella Roma, lui che è abituato a scelte quantomeno discutibili, e ci mette la testa giusta: col gambone risolve un paio di situazioni a rischio e il Bologna porta a casa un punto meritato.
Fedele compagno di Helander, sul gol ha meno responsabilità del compagno e riesce a portare a casa il sei tanto caro agli amanti dei quattro difensori fantacalcistici. I cross di Kolarov gli regalano lavoro extra, lui spazza senza remore.
Fedele compagno di Helander, sul gol ha meno responsabilità del compagno e riesce a portare a casa il sei tanto caro agli amanti dei quattro difensori fantacalcistici. I cross di Kolarov gli regalano lavoro extra, lui spazza senza remore.
Escludendo un rinvio "farfallone" che poteva costar caro, il greco, ex di giornata, si comporta alla grande sbagliando pochissimo fino al gol del pari della Roma. Nel primo tempo si concede pure un po' di lancio a lunga gittata e la sfida con Perotti si conclude senza un vero vincitore. Lascia il campo per Mbaye per l'ultimo quarto d'ora di sofferenza.
Escludendo un rinvio "farfallone" che poteva costar caro, il greco, ex di giornata, si comporta alla grande sbagliando pochissimo fino al gol del pari della Roma. Nel primo tempo si concede pure un po' di lancio a lunga gittata e la sfida con Perotti si conclude senza un vero vincitore. Lascia il campo per Mbaye per l'ultimo quarto d'ora di sofferenza.
Eroico nel salvare su Defrel nel finale (evita così l'1-2), bravissimo insieme a De Maio a controllare Schick, "uccellato" dal gran movimento di Dzeko in occasione del pareggio giallorosso. Il bosniaco gli sfugge e lui resta lì, fra palla e Santurro. Rischia il rigore su Schick, il resto è accademia.
Nelle prime battute somiglia a un puledro impazzito, tanto che perfino il brizzolato Kolarov si scompone fra una sportellata e l'altra. La spinta si esaurisce presto, ma è sufficiente a portare - dopo una serie di fortunati rimpalli e proteste - il Bologna in vantaggio. Giocatore ritrovato.
Apprezzabili corsa e spirito di sacrificio, anche se non certamente il miglior Verdi apprezzato al Dall'Ara. Le idee, comunque, ci sono sempre, come quando lancia Palacio in campo aperto fermato solo da un'uscita "neueriana" di Alisson o quando in progressione fa ammonire De Rossi. Esce al novantesimo e tutto lo stadio dissente: idolo di casa, sufficienza guadagnata.
Il mio amico Erick Pulgar sorprende ogni giorno di più. Azzerata ogni timidezza, dall'alto dei suoi centottantasette centimetri amministra la burocrazia di mediana con la faccia cattiva - vedi giallo nella ripresa - e quella miscellanea di dolcezza e imprevedibilità che lo porta a segnare il gol del vantaggio e una manciata di minuti dopo a pennellare col lob che, forse, il suo connazionale Marcelo RÃos si sarebbe solo sognato. Insostituibile.
Il mio amico Erick Pulgar sorprende ogni giorno di più. Azzerata ogni timidezza, dall'alto dei suoi centottantasette centimetri amministra la burocrazia di mediana con la faccia cattiva - vedi giallo nella ripresa - e quella miscellanea di dolcezza e imprevedibilità che lo porta a segnare il gol del vantaggio e una manciata di minuti dopo a pennellare col lob che, forse, il suo connazionale Marcelo RÃos si sarebbe solo sognato. Insostituibile.
Polveri bagnate per Godfred da Accra, che non sa più sfondare in progressione come a inizio stagione. Piuttosto nascosto, manca il suo apporto fisico nella ripresa e la lucidità in contropiede che avrebbe permesso, forse, di raddoppiare. Un buon colpo di testa di poco alto non lo salva dall'insufficienza. Rimandato.
Il suo assist spalle alla porta è un piccolo trattato di lucidità: figlio dal cuore ingrato, la sua giocata propizia il vantaggio di Pulgar nel primo tempo e risulterà giocata decisiva. Difensivamente si comporta, come suo solito, da scooter di piccola cilindrata che a piedi non ti lascia mai. Esausto, esce a venti minuti dalla fine per Orsolini.
Il suo assist spalle alla porta è un piccolo trattato di lucidità: figlio dal cuore ingrato, la sua giocata propizia il vantaggio di Pulgar nel primo tempo e risulterà giocata decisiva. Difensivamente si comporta, come suo solito, da scooter di piccola cilindrata che a piedi non ti lascia mai. Esausto, esce a venti minuti dalla fine per Orsolini.
Un "vecchietto" capace di sbagliare la più semplice delle occasioni (almeno due i contropiedi sciupati malamente), ma pure di correre come Forrest Gump per novanta minuti più recupero. Onnipresente, famelico, protesta come un diciottenne col guardalinee meritandosi il giallo per proteste.
Entra quando è la Roma a spingere, così le occasioni latitano. Sfida Florenzi, cilecca la misura di un cross: presenza fisica importante, sembra pronto per la Serie A, anche se forse più in vista 2018/19.
Osso duro per tutti questo Bologna fra le mura amiche, ma quanti rischi nel finale... Con una maggiore lucidità in contropiede i suoi avrebbero potuto chiudere la partita giù nel primo tempo, ma gli errori di Palacio "porteranno" Dzeko al gol del pari. Gara onesta, pari meritato.
Escludendo una uscita "à la Neuer" a cancellare il contropiede di Palacio, il richiestissimo portiere brasiliano si limita all'ordinaria amministrazione. Imparabile il tiro di Pulgar, che comunque riesce a sfiorare.
Escludendo una uscita "à la Neuer" a cancellare il contropiede di Palacio, il richiestissimo portiere brasiliano si limita all'ordinaria amministrazione. Imparabile il tiro di Pulgar, che comunque riesce a sfiorare.
Ogni tanto appare svagato e concede - in collaborazione con Fazio - troppo spazio ai contropiedi dei padroni di casa, ma viene sempre graziato. Primatista in palloni spazzati e intercetti, nella ripresa il lavoro cala e amministra con sicurezza.
Quasi spettatore non pagante, manca l'apporto sui calci piazzati che lo contraddistingue. Sufficienza guadagnata, Palacio gli sfugge spesso, ma viene assolto per mancanza di lucidità dell'attempato connazionale.
Ma quanto corre? I capelli, quasi completamente ingrigiti, non devono trarre in inganno. Partenza lenta, con Poli a sgusciargli da tutte le parti. Ripresa da cavallo di razza coi compagni che cercano unicamente il suo mancino (saranno diciassette i cross a fine gara!) per servire Dzeko a centro area. Nel finale ha persino l'idea di sorprendere Santurro da centrocampo: livello superiore.
Ripaga la non sostituzione con l'azione delicata che porta al gol del pari. Inganna Pulgar con la finta e pennella per la zucca di Dzeko, che non delude. Il voto è inevitabilmente legato al pareggio, perché il resto è più che altro fumo.
Ripaga la non sostituzione con l'azione delicata che porta al gol del pari. Inganna Pulgar con la finta e pennella per la zucca di Dzeko, che non delude. Il voto è inevitabilmente legato al pareggio, perché il resto è più che altro fumo.
Sul vantaggio felsineo resta a guardare affiancato ai centrali quando, invece, dovrebbe uscire su Pulgar. Sfiora il gol con un gran colpo di testa nel primo tempo (respinta di Santurro), poi guadagna il giallo per fallo su Verdi e gioca da fermo: l'età avanza.
Un po' in difficoltà, mai utile in sovrapposizione, falloso e confusionario. Un solo ottimo intervento difensivo (primo quarto d'ora), offensivamente non combina nulla.
Resiste sedici minuti sul terreno di gioco dopo un contrasto che lo costringe a zoppicare fin da sùbito. Nelle primissime battute riesce a mettere Schick in condizione di calciare verso la rete e quando cala il Ninja, cala la Roma, esce e il Bologna passa in vantaggio. A fine primo tempo sarà ancora il giallorosso con più contrasti e più occasioni create: Di Francesco rosica in vista Champions, senza Radja è dura...
Il gol sbagliato da pochi centimetri su torre di Schick entrerebbe nella compilation di "Mai dire gol": "Questo lo segnavo anche io". Oltre all'episodio in questione, l'olandese sembra giocare al risparmio, con più di un occhio alla gara col Barça. Di Francesco lo sostituisce al settantacinquesimo, forse troppo tardi. Peggiore in campo.
Il gol sbagliato da pochi centimetri su torre di Schick entrerebbe nella compilation di "Mai dire gol": "Questo lo segnavo anche io". Oltre all'episodio in questione, l'olandese sembra giocare al risparmio, con più di un occhio alla gara col Barça. Di Francesco lo sostituisce al settantacinquesimo, forse troppo tardi. Peggiore in campo.
La partita cambia col suo ingresso in campo, ma in negativo: non che sia facile sostituire Nainggolan, ma così proprio non va. Così come Strootman si rende protagonista di una della peggiori gare in giallorosso. Invisibile, impreciso, si limita al compitino: la personalità dov'è?
Che verve il francese! Scongelato per l'ultimo quarto d'ora mostra forma e colpi superiori ai titolari designati, galoppando e sfiorando il gol che solo l'incredibile intervento di Helander gli nega. Sarà utile da qui alla fine, salvo infortuni...
Che verve il francese! Scongelato per l'ultimo quarto d'ora mostra forma e colpi superiori ai titolari designati, galoppando e sfiorando il gol che solo l'incredibile intervento di Helander gli nega. Sarà utile da qui alla fine, salvo infortuni...
Una occasione, un gol. Messaggio a Schick e a Di Francesco, che proprio non può rinunciare al suo ariete titolare. Fisicamente superiore, si legge negli occhi degli avversari la paura quando il gigantesco nove riceve la sfera, anche spalle alla porta. La rete che porta al pari è un manifesto ai movimenti nell'area piccola e la realizzazione è facile solo in apparenza. Decisivo.
Una occasione, un gol. Messaggio a Schick e a Di Francesco, che proprio non può rinunciare al suo ariete titolare. Fisicamente superiore, si legge negli occhi degli avversari la paura quando il gigantesco nove riceve la sfera, anche spalle alla porta. La rete che porta al pari è un manifesto ai movimenti nell'area piccola e la realizzazione è facile solo in apparenza. Decisivo.
Una sola occasione per il Faraone, in fuorigioco, ma solo contro Santurro era comunque riuscito a sbagliare. Girovaga sulla destra cercando lo spunto personale o la sovrapposizione del pigro Florenzi, ma è sempre ben controllato da Masina. La sua partita dura un'ora, poi viene richiamato in panchina per Džeko.
Una sola occasione per il Faraone, in fuorigioco, ma solo contro Santurro era comunque riuscito a sbagliare. Girovaga sulla destra cercando lo spunto personale o la sovrapposizione del pigro Florenzi, ma è sempre ben controllato da Masina. La sua partita dura un'ora, poi viene richiamato in panchina per Džeko.
Parte bene con un mancino che prova a sorprendere Santurro sul suo palo. Strootman gli cancella l'assist sparando sul palo da pochi passi la sua torre da corner, ma il resto? Mai cattivo, mai in partita, sempre in ritardo sui cross dei compagni, delude Di Francesco che gli concede di giocare tutto il match.
Tradito dal figlio non trova i tre punti nonostante gli assalti finali. Col turnover scegli di rinunciare a Dzeko, che poi inserisce come salvatore del sabato santo. Pareggio che per quanto visto nella ripresa può sembrare stretto, ma nella prima frazione, dopo l'infortunio di Nainggolan, s'era visto solo il Bologna.