Il Genoa si affaccia diverse volte dalle sue parti, ma le conclusioni degli uomini del Grifone raramente centrano lo specchio della porta. Un'altra serata tranquilla, dopo quella di Milano (dove presto tornerà, a quanto pare).
La qualità non sarà sempre eccelsa, è vero, ma stasera ci mette tutto quello che ha, sia in fase difensiva, sia in fase offensiva. Attento su Laxalt per tutta la partita, puntuale nelle sovrapposizioni. Bene così.
Partita in cui alterna cose decenti e cose bruttine con una discreta continuità, quasi come se l'equilibrio cosmico dipendesse tutto da lui. Belle le combinazioni con Insigne e le sgroppate in avanti, bruttine le voragini che si lascia alle spalle in cui Lazovic si infila senza difficoltà. Resta comunque una pedina importante di questo Napoli.
Partita in cui alterna cose decenti e cose bruttine con una discreta continuità, quasi come se l'equilibrio cosmico dipendesse tutto da lui. Belle le combinazioni con Insigne e le sgroppate in avanti, bruttine le voragini che si lascia alle spalle in cui Lazovic si infila senza difficoltà. Resta comunque una pedina importante di questo Napoli.
Sceglie di tornare al gol al San Paolo, dopo tre anni di astinenza, quando ce n'era più bisogno. In una partita così bloccata, a tratti quasi stregata per gli azzurri, la sua zuccata vale tre punti pesantissimi per la corsa scudetto. Impossibile chiedergli di più.
Il consueto pranzo domenicale del Sud Italia gli sarà rimasto leggermente sullo stomaco, vista la prestazione di stasera. Lazovic se lo beve in più di un'occasione, Pandev gli rifila un tunnel e si avventura anche in qualche uscita da brivido con conseguenti palle perse sanguinose. Serata storta.
Il consueto pranzo domenicale del Sud Italia gli sarà rimasto leggermente sullo stomaco, vista la prestazione di stasera. Lazovic se lo beve in più di un'occasione, Pandev gli rifila un tunnel e si avventura anche in qualche uscita da brivido con conseguenti palle perse sanguinose. Serata storta.
Entra col solito "friccicore" che lo contraddistingue, ma, come una cometa, si brucia piuttosto velocemente man mano che si avvicina all'area di rigore avversaria. Tanti appoggi sbagliati, tante iniziative lasciate a metà. Poteva fare sicuramente di più.
Entra col solito "friccicore" che lo contraddistingue, ma, come una cometa, si brucia piuttosto velocemente man mano che si avvicina all'area di rigore avversaria. Tanti appoggi sbagliati, tante iniziative lasciate a metà. Poteva fare sicuramente di più.
Quel gol fallito, praticamente a porta vuota, con Perin già a terra, alzando in curva un pallone da spingere comodamente in rete, pesa come un macigno sul giudizio della sua prestazione, comunque solida e robusta per tutta la durata del match. Non tutti gli eventi hanno lo stesso peso specifico, e stasera lui paga oltremodo questa situazione.
Quel gol fallito, praticamente a porta vuota, con Perin già a terra, alzando in curva un pallone da spingere comodamente in rete, pesa come un macigno sul giudizio della sua prestazione, comunque solida e robusta per tutta la durata del match. Non tutti gli eventi hanno lo stesso peso specifico, e stasera lui paga oltremodo questa situazione.
Troppo breve la partita del capitano, che in un quarto d'ora fa comunque vedere cose discrete. Difficile dire se sarebbe stata la sua serata, ma nel frattempo, da buon capitano, si gode la vittoria dei suoi.
Parte fortissimo, con un filtrante illuminante per Mertens ed un'applicazione in fase difensiva encomiabile e che non tutti sottolineano. Nel secondo tempo, però, perde le giuste misure e tenta più volte, arraccando, di placcare i giocatori avversari che gli sfilano davanti con facilità.
Ha l'unico grande merito di battere il calcio d'angolo che decide la partita (non una grandissima esecuzione, ad ogni modo). Per il resto, stasera sembra davvero stanco, con tanti tagli leggermente asincroni col movimento dei compagni e una sensazione complessiva di evanescenza che trasuda ad ogni sua giocata. Lo stakanovista azzurro deve prendersi qualche pausa, di tanto in tanto.
Ha l'unico grande merito di battere il calcio d'angolo che decide la partita (non una grandissima esecuzione, ad ogni modo). Per il resto, stasera sembra davvero stanco, con tanti tagli leggermente asincroni col movimento dei compagni e una sensazione complessiva di evanescenza che trasuda ad ogni sua giocata. Lo stakanovista azzurro deve prendersi qualche pausa, di tanto in tanto.
Partita in cui fa praticamente di tutto: passaggi errati a bizzeffe, illuminazioni improvvise, colpi di testa sul palo ed un gol divorato a tu per tu con Perin, su cui Biraschi mette agevolmente una pezza. Aggiungendo e sottraendo si ottiene il risultato di partenza.
Prima si divora il gol del vantaggio calciando a lato dalla sua vecchia mattonella, poi è sfortunatissimo in occasione del legno ad inizio secondo tempo. Nel mezzo, tante giocate che aiutano la squadra a risalire il campo, allargando le maglia difensive di un Genoa sempre attento ed ordinato. Il gol, però, deve restare la sua ossessione.
Se la giocherà, da qui sino alla fine, sempre e solo coi suoi titolarissimi. Questo è poco, ma sicuro. Che sia un bene o un male è difficile dirlo, ma, per adesso, i risultati continuano a dargli ragione.
Come Reina, in tutte le occasioni in cui il Napoli si divora il gol del vantaggio non è mai protagonista. Serata complessivamente migliore di quello che si aspettava.
Semplicemente insuperabile per gran parte della partita, perde le misure solamente in poche circostanze, che non costano però caro alla sua squadra. Mertens è un osso duro, ma la pagnotta, anche stasera, è ampiamente sul tavolo di casa.
Insigne lo salta in un paio di circostanze con troppa facilità, e lui è costretto a stenderlo con evidente affanno. Peccato, visto che la sua partita era iniziata con personalità ed applicazione difensiva notevoli. Ballardini lo tira fuori quando capisce che ormai ha perso gran parte dei riferimenti in campo.
Attento ed ordinato per tutto il primo tempo, nel secondo commette qualche falletto di troppo che rischia di costargli anche un'ammonizione. Nel complesso non sfigura, ed è bravo a dare manforte a Laxalt sulle (poche) scorribande di Callejon.
Attento ed ordinato per tutto il primo tempo, nel secondo commette qualche falletto di troppo che rischia di costargli anche un'ammonizione. Nel complesso non sfigura, ed è bravo a dare manforte a Laxalt sulle (poche) scorribande di Callejon.
Buon primo tempo, ripresa pessima, con marcatura allegra su Albiol in occasione del gol partita e mal di testa ricorrenti sulle sovrapposizioni dei giocatori del Napoli dal suo lato. Salva su Insigne, in maniera piuttosto comoda, il gol del raddoppio, ma la sua partita resta complessivamente insufficiente.
Contiene bene Callejon per tutta la partita, ma, almeno per stasera, riparte il giusto. Probabilmente saranno stati dei dettami tattici, ma ci si aspettava qualcosina in più negli ultimi venti metri da parte sua. Complessivamente, però, la sua partita è sicuramente sufficiente.
Contiene bene Callejon per tutta la partita, ma, almeno per stasera, riparte il giusto. Probabilmente saranno stati dei dettami tattici, ma ci si aspettava qualcosina in più negli ultimi venti metri da parte sua. Complessivamente, però, la sua partita è sicuramente sufficiente.
Un vero e proprio treno nei primi venti minuti: si beve Koulibaly e Mario Rui in più occasioni, sprecando però davanti a Reina il possibile gol del vantaggio. Serve una gran palla a Taarabt dopo un'altra sgroppata delle sue, poi esce, piuttosto stanco, a venticinque minuti dalla fine. Da lì in poi, il Genoa sostanzialmente non riparte più.
Discreta partita di geometria e soprattutto sostanza. Sfiora l'incrocio con una bella conclusione dopo venti minuti, poi si occupa solamente della fase difensiva, spesso e volentieri in maniera positiva.
Il Genoa cala quando i suoi polmoni iniziano ad andare in debito d'ossigeno, ma fino ad allora aveva fatto una partita davvero interessante. La prestazione va però giudicata sull'arco dei novanta minuti, e quindi ci si deve fermare ad una sufficienza "normale".
Entra per dar man forte al centrocampo ed, in effetti, è quello che fa. In avanti, però, non riesce ad essere incisivo. Classico giocatore da compitino e 6 in pagella.
Entra per dare la scossa, ma l'unica cosa che riesce a fare è sparacchiare addosso a Reina una bella occasione a metà del secondo tempo. Per il resto, si vede pochissimo.
La ruggine, dopo tanto tempo fuori dal campo, è tanta. Pepito stasera non riesce ad avere forse neanche il tempo materiale di incidere, ma la voglia con cui si va a prendere un paio di palloni a centrocampo è davvero notevole. A presto, Pepito!
Da buon ex, sfodera alcuni dei pezzi pregiati del suo repertorio: dribbling, protezione palla, visione di gioco fuori dal comune. Ballardini lo tira via, forse troppo presto, per preservare il momentaneo pareggio. Senza di lui e Lazovic il Genoa però si spegne, a dimostrazione della centralità di Goran nel progetto tattico del suo tecnico.
Spalle alla porta ha un set di movimenti davvero niente male, ma è compartecipe, assieme a Biraschi, dell'errore in marcatura sul gol di Albiol ed in generale, nonostante dei buoni sprazzi, scompare dalla partita troppo spesso. L'impressione è che sotto quel corpo da corazziere ci sia del talento inespresso, ma sta a lui tirarlo fuori.
Toglie Lazovic e Pandev e paga quasi subito il prezzo per aver tagliato due delle fonti di gioco principali della serata. Prova a rimediare inserendo Rossi, ma ormai è troppo tardi. La prestazione dei suoi è comunque complessivamente buona, e gliene va dato atto ed il giusto merito.