Sarri alza la testa, cenera sull'erba martoriata del San Paolo e guarda la classifica dopo due giornate: Juventus 6, Napoli 1. "Almeno Higuaín non ha segnato". Gli azzurri si consolano col centrocampo rimpolpato di giovani (Marko Rog è atteso al San Paolo, Diawara ufficiale da un giorno) e l'attacco verniciato di nuovo: impossibile lasciare fuori l'indiavolato Mertens dopo la doppietta all'esordio, ovvio puntare su Arkadiusz Milik quando il mercato non lascia sereno Manolo Gabbiadini. Montella, che sa di essere sfavorito, arriva in Campania senza Paletta (squalificato) e Zapata (infortunato) e sfodera la coppia Romagnoli-Gómez, quarantaquattro anni in due. Suso con Bacca e Niang, per Sosa ci sarà presumibilmente spazio a gara iniziata.

PRIMO TEMPO - Scaramanzia e bestemmie: Sarri torna negli spogliatoi per sostituire la polo nera. Gliel'ha intimato il sig. Valeri che potrebbe confonderlo coi giocatori del Milan, stasera immersi nel verdone della terza divisa. Il minuto di silenzio passa dopo Allevi e Callejón tiene in braccio una bimba bionda boccolosa col ciuccio persino mentre stringe la mano agli avversari nei saluti di rito: tenerezze. Elegante, in rosso, il fresco nazionale Gigio Donnarumma, che è nato a due passi da qui e non potrà godersi il post partita coi familiari. L'avvio degli ospiti è possesso ragionato e, nell'altra fase, veloci scorribande pianificate da Bonaventura e guidate da Suso, che prima dà a Niang per un destro debole poco fuori area, poi è lo stesso francese a regalare ad Abate la palla del possibile 0-1, ma Ignazio - schiena alta, piattone ferroso - sparacchia altissimo. Poco prima del ventesimo cambia il risultato e s'assopisce quanto di buono mostrato in campo dal Milan fino a quel momento: mai lasciare spazio a Dries Mertens sul vertice alto sinistro dell'area di rigore. Destro a giro a stamparsi sul palo dell'ex Anderlecht e tap in sporchissimo di Milik, che fa 1-0 all'esordio ciabattando: segni. La cefalea del biondo terzino destro avanza sulle folate del numero quattordici con la maglia senza cuciture, Donnarumma si gioca la carta "miracoli con la mano di richiamo". Almeno fino alla mezz'ora, quando il corner di Callejón porta alla doppietta di Arek da Tychy - con un poderoso stacco su Kucka - che diventa il primo polacco a segnare con la maglia del Napoli in A.

SECONDO TEMPO - Una protesta di troppo induce Valeri a spedire Sarri (e la sua polo rossa) negli spogliatoi. La carica da remuntada la suona Jesús Joaquín Fernández Sáez de la Torre detto Suso in quattro minuti: prima con l'"assist" a Niang che galoppa da quattrocentista lasciando argento e bronzo a Hysaj e Albiol (male Pepe Reina si fa sfilare la sfera sotto la pancia), poi con una granata da Cádiz che centra l'incrocio dei pali. Il Napoli riordina le idee e l'ordine di Sarri - direttamente via telefono - è sostituire Allan per Piotr Zieli?ski. La Polonia è in forma e l'ex Empoli è subito determinante per il nuovo vantaggio partenopeo: azione avviata dal numero 20, altro destro a giro di Mertens e ancora un prodigio di Donnarumma su cui s'avventa Callejón per il 3-2 che cambierà solo al novantaquattresimo con la doppietta dello spagnolo su assist di Insigne in contropiede. Dopo il San Paolo diventa guerra e il Milan finisce in nove per il rosso diretto a Kucka (un "vaffa" a Valeri non è mai rimasto impunito) e il doppio giallo di Niang, con Romagnoli che pure rischia la doccia anticipata per tocco di mano a cacciare fuori dalla porta il 4-2 di Calleti. Albiol protesta - zigomo sanguinante e minacce latine - col rude Gómez e Sosa, Calabria e Lapadula entrano nel Milan quando manca troppo poco persino per assegnar loro un voto, ma la squadra di Montella ha dimostrato di saper reagire. Finisce 4-2, Sarri alza la testa, cenera sull'erba martoriata del San Paolo e guarda la classifica dopo due giornate: Juventus 6, Napoli 4, e anche l'espulsione fa meno male.