
Un tiro che è una magia, un a tu per tu causato da un erroraccio di un suo difensore, un calcio di rigore: di certo non si può dire che ha responsabilità sui gol.
Un tiro che è una magia, un a tu per tu causato da un erroraccio di un suo difensore, un calcio di rigore: di certo non si può dire che ha responsabilità sui gol.
Prima parte di gara tutto sommato apprezzabile, si fa anche vedere in avanti con una discreta discesa. Ma l'errore sul gol di Mertens è gravissimo e imperdonabile.
Se la cava sicuramente meglio dei due compagni di reparto che rovinano la festa a tutta la squadra: gioca una partita ordinata, senza strafare, restando sempre concentrato.
Gioca una partita discreta, tutto sommato senza neanche troppe sbavature. Poi, quando la gara sta scollinando verso il miglior risultato per la sua squadra, decide di atterrare Mertens in area e provocare il rigore che porta al pareggio sul gong.
I compagni sembrano essersi imbattuti in un distributore di Jagermeister inceppato, e a lui tocca fare gli straordinari: ottimo il lavoro offensivo, sempre pronto a servire buoni cross ai compagni; superlativo il salvataggio sulla linea che nega (temporaneamente) la gioia del gol a Mertens.
Nel primo tempo fa vedere qualche buon lancio, ma in generale lui e Vecino soffrono la velocità e il giro palla degli avversari senza riuscire a rompere una indistricabile rete di passaggi.
Nel primo tempo fa vedere qualche buon lancio, ma in generale lui e Vecino soffrono la velocità e il giro palla degli avversari senza riuscire a rompere una indistricabile rete di passaggi.
Anche lui, come Badelj, soffre la velocità dell'azione avversaria. Non bene in interdizione, costruisce poco e neanche si affaccia dalle parti di Reina. Un po' imbarazzato.
Anche lui, come Badelj, soffre la velocità dell'azione avversaria. Non bene in interdizione, costruisce poco e neanche si affaccia dalle parti di Reina. Un po' imbarazzato.
Segna su punizione, neanche fa ritornare in vantaggio il Napoli che risegna, da lontano, e poi serve un assist fantastico per il temporaneo 3-2 di Zarate. Fanno 9 gol in campionato: uno in più di Kalinic e Salah, come Immobile, uno in meno di Higuain. Ma impressiona soprattutto per il carattere, la personalità. Ormai non è più una promessa: è una realtà.
Come Allan: pochi minuti per far sentire i muscoli e la corsa, che in quegli attimi di partita sono elementi fondamentali.
Una discreta partita, quella del ventitreenne ex Siviglia: parte in sordina, ma poi si fa vedere e partecipa costantemente alla manovra dei suoi.
Meno male che c'è Bernardeschi per serate del genere, in cui il numero 9 non sembra lui! Si fa ammonire dopo pochi minuti, rischia di lasciare la squadra in dieci a fine primo tempo con una simulazione evitabilissima: Tagliavento lo grazia. Lui, per riconoscenza e, forse, sportività, regala un altro quarto d'ora di gioco e poi scompare dai radar.
Come con la Lazio: entra e si fa trovare pronto per colpire. Secondo gol consecutivo: può diventare l'arma in più.
Il figlio di papà sta diventando grande molto in fretta. Dopo un primo tempo poco convincente, gioca una ripresa fantastica, cominciata lasciando sul posto Ghoulam (non esattamente un giocatore lento) e mettendo paura a Reina. Ci mette tanta personalità, sicuramente più di quello che ci si aspettava.
Il figlio di papà sta diventando grande molto in fretta. Dopo un primo tempo poco convincente, gioca una ripresa fantastica, cominciata lasciando sul posto Ghoulam (non esattamente un giocatore lento) e mettendo paura a Reina. Ci mette tanta personalità, sicuramente più di quello che ci si aspettava.
Lui e Sarri condividono molte risposte e molte domande. Benissimo Bernardeschi, azzeccata la scelta di partire con Cristoforo e Chiesa, perfetto il timing dell'ingresso di Zarate. Ma bisogna chiedersi il perché di un primo tempo anonimo, e di quegli svarioni difensivi che, di fatto, sono costati due punti.
Lui e Sarri condividono molte risposte e molte domande. Benissimo Bernardeschi, azzeccata la scelta di partire con Cristoforo e Chiesa, perfetto il timing dell'ingresso di Zarate. Ma bisogna chiedersi il perché di un primo tempo anonimo, e di quegli svarioni difensivi che, di fatto, sono costati due punti.
Si trova, più o meno, nella stessa situazione del suo collega viola: subisce un gol da calcio da fermo, per di più con deviazione; un altro da un tiro da fuori di rara precisione; l'ultimo con Zarate mal controllato dai suoi difensori. Responsabilità decisamente limitate.
Si trova, più o meno, nella stessa situazione del suo collega viola: subisce un gol da calcio da fermo, per di più con deviazione; un altro da un tiro da fuori di rara precisione; l'ultimo con Zarate mal controllato dai suoi difensori. Responsabilità decisamente limitate.
Non la sua miglior partita. Nessun errore grossolano, ma qualche problema quando si tratta di difendere. Sortite offensive limitate. Troppo limitate.
Tagliavento lo ammonisce, con fin troppa severità, quando il cronometro non ha compiuto neanche un giro. Un giallo che lo condiziona fino a un certo punto: gioca con buona intensità, non si tira indietro nei contrasti.
Non è il solito motorino che corre sulla fascia, convincente in difesa e disponibile in avanti. Anzi: gioca perlopiù schiacciato, soffrendo oltremodo la velocità di Chiesa junior. E per lui, che è velocissimo, non è un buon segnale.
Inseguito per anni, pagato fior di milioni, da lui ci si aspetterebbero un'indiscussa titolarità e prestazioni fuori dal normale. E invece fa la riserva di Chiriches (che non è esattamente Koulibaly) e quando entra non è esattamente perfetto. Causa la punizione da cui nasce il primo gol di Bernardeschi, è in ritardo sul gol di Zarate. E come se non bastasse si fa ammonire. Alé.
Inseguito per anni, pagato fior di milioni, da lui ci si aspetterebbero un'indiscussa titolarità e prestazioni fuori dal normale. E invece fa la riserva di Chiriches (che non è esattamente Koulibaly) e quando entra non è esattamente perfetto. Causa la punizione da cui nasce il primo gol di Bernardeschi, è in ritardo sul gol di Zarate. E come se non bastasse si fa ammonire. Alé.
Fin quando è in campo, non ne sbaglia una: preciso negli anticipi, efficace nelle chiusure, bravo nella gestione del pallone. Poi l'infortunio muscolare, e l'obbligata sostituzione a fine primo tempo.
Continua, come per Zielinski, il suo percorso di maturazione: Sarri si fida sempre più di lui, e fa benissimo. Gioca tanti palloni, è sempre nel vivo dell'azione.
A tratti impressionante per intensità di gioco e presenza in campo. Agile e scattante nelle ripartenze, solido e difficilmente superabile in interdizione. Continua a crescere esponenzialmente.
Gioca pochi minuti, giusto il tempo di spalmare garra sul campo e di litigare con un paio di avversari.
Il capitano guida la ciurma all'arrembaggio del primo tempo, gestendo l'assalto con ordine e facendosi vedere spesso in prima fila. Nella ripresa i muscoli chiedono il conto, e col passare dei minuti cala l'intensità.
Rispetto ai compagni di reparto, nell'ultimo periodo segna poco, certo, ma il lavoro che fa è necessario, quasi quanto i gol: dialoga con Insigne e Mertens, corre tantissimo, non si nega quando c'è da sacrificarsi.
Rispetto ai compagni di reparto, nell'ultimo periodo segna poco, certo, ma il lavoro che fa è necessario, quasi quanto i gol: dialoga con Insigne e Mertens, corre tantissimo, non si nega quando c'è da sacrificarsi.
Entra, ormai, senza che ci si aspetta più nulla da lui, quello che non ride mai, quello senza carattere. E invece l'ex Samp si prende il pallone che scotta più di tutti, lo mette sul dischetto e con la calma più invidiabile batte Tatarusanu e salva il Natale in casa Cupiello.
Entra, ormai, senza che ci si aspetta più nulla da lui, quello che non ride mai, quello senza carattere. E invece l'ex Samp si prende il pallone che scotta più di tutti, lo mette sul dischetto e con la calma più invidiabile batte Tatarusanu e salva il Natale in casa Cupiello.
Ci prova e ci riprova continuamente, a fare il gol che porta il nome del suo idolo Del Piero. Stasera gli è riuscito: bello, bellissimo. Buono anche il resto della gara, giocato molto al servizio della squadra.
A quanto pare non ha alcuna intenzione di fermarsi: ottavo gol in tre partite, numeri da marziano. Riesce a diventare decisivo anche in una partita che era cominciata con un primo tempo sottotono. Poi va vicino al gol, poi segna, poi si divide con Gabbiadini il titolo di uomo della provvidenza procurandosi il rigore del 3-3.
Come Sousa, tante domande e tante risposte. Giropalla delizioso nel primo tempo, belli i movimenti dei centrocampisti, ottimi gli attaccanti, Mertens non si ferma più, Gabbiadini ha ritrovato il gol. Ma Albiol salterà la prossima per squalifica, Koulibaly sarà in Coppa d'Africa (con Ghoulam) e Chiriches potrebbe stare fermo. E con questo Maksimovic (assolutamente da recuperare) non c'è da stare sereni.