Ore 3:45, Nanchino, Cina. Cheng punta la sveglia e si appresta a seguire Milan - Inter con la maglia di Trent Sainsbury - quella di Alex Teixeira era finita - acquistata nello store dello Jiangsu Suning, dove fra sette giorni venderanno pure casacche di Nagatomo e Gabigol. Spera che sia una partita con tanti gol, si prepara del tè. Centosessantacinquesimo derby di Milano, primo per Stefano Pioli, all'esordio sulla panchina nerazzurra proprio come Camillo Achilli cinquantasei anni fa e quasi come Roberto Mancini, richiamato per Mazzarri nel 2014/15 proprio per sfidare il Diavolo, ma il Mancio già aveva assaggiato la stracittadina nel decennio scorso. Otto i punti che seperano i cugini in questa Serie A, sette i derby di Icardi - senza mai segnare - e quattro i gol di Bonaventura al Biscione, ma mai coi colori indossati da Hateley  quell'ottobre '84. Al Meazza fischia Tagliavento, che diresse l'ultimo - e unico - "suo" incontro fra le milanesi sei anni fa, quando Ibrahimovi? trasformò il rigore decisivo.

PRIMO TEMPO - "Non penso sarà il mio ultimo derby". Silvio Berlusconi confonde - ulteriormente - tutti con una frase a effetto, più di Gary Medel compagno difensivo di Miranda nel 4-3-3 di Pioli, più dell'esclusione di Banega, più del Maresciallo Gómez al fianco di Paletta per tamponare l'assenza di Romagnoli, più delle coreografie: banale  una, servile l'altra, proviamo tutti un'incredbile nostalgia per Munch. Come una volpe di Darwin a Chiloé, Gary Medel esce palla al piede e governa la difesa facendo le veci del ministro in carica Miranda, impegnato e scalciare alto per impedire ai rossoneri di ripartire. Ammoniti precocemente e precauzionalmente i duri Kucka e Kondogbia, Tagliavento scongiura il rischio di trasformare San Siro nel vicolo buio di una qualsiasi periferia sudamericana, anche se Gustavo Gómez fa di tutto per togliere a Icardi la terra sotto gli scarpini. Il pressing che in fase di non possesso trasforma il modulo di Pioli in un 4-2-3-1 con João Márío trequartista, aumenta i rischi per Donnarumma e soci: terzini in difficoltà e l'asse D'Ambrosio - Candreva a sfornare cross che né Icardi né Periši? capitalizzano. Infatti, sono i rossoneri a fermare la pioggia col mancino a giro di Suso su suggerimento fosfòrico di Jack Bonaventura: Ansaldi dormiente, Handanovi? incolpevole, Milan in vantaggio. Fuori Medel per infortunio (dentro Murillo), termina 0-1 la prima frazione.

SECONDO TEMPO - Da una rimessa laterale - contestata - giunge il pari dell'Inter, con Candreva che riceve da Periši? arriva dove Khedira - ed altri prima di lui - non erano riusciti: destro poderoso che battezza l'incrocio dei pali con buona pace del classe '99 di scuderia Raiola. Dura poco, tuttavia, la festa "ospite", visto che Suso - in settimana dichiarò di voler tornare a piedi in caso di doppietta - fa il torero con  Miranda dopo un duetto con Bacca e deposita alle spalle di Handanovi? nel più classico degli uno contro uno. Pioli ci prova inserendo Joveti?, mentre Icardi prosegue il momento no nei derby mancando clamorosamente una comoda conclusione. Montella risponde con Mati Fernández e Lapadula per Bacca e un Niang nervoso e calato nella ripresa. Chiude il cerchio delle sostituzioni Pašali? per un acclamatissimo Bonaventura. Ci prova confusionariamente la squadra che chiuderà col 65% di possesso palla fino al secondo minuto di recupero, quando - dopo un imperioso stacco di Kondogbia - Periši? corregge in rete per il 2-2 finale. Pioli fallisce l'appuntamento con la vittoria contro i cugini all'esordio assoluto, ma agguanta un punto prezioso nel recupero. L'Aeroplanino, dal volo illusorio verso il secondo posto solitario, guadagna "solo" un punto sulla Roma sconfitta a Bergamo.

Cheng si stropiccia gli occhi e torna a dormire; il tè è finito, il derby pure. Fra sette giorni andrà in città, e sarà indeciso fra la maglia di Suso e quella di Candreva.