Riprende da dove si era fermato: dopo la strepitosa scorsa stagione si conferma ad alti livelli con una prestazione maiuscola contro la Roma. Al 39' ipnotizza Mkhitaryan lanciato a rete, nella ripresa si distende bene al 74' e nel finale vola (e forse sfiora il tanto che basta) sulla conclusione di Spinazzola, che termina sulla traversa; conquista così il primo clean sheet del suo campionato.
Ingaggia un bel duello con Karsdorp, da cui esce vincitore. Al 16' è protagonista di un'ottima chiusura sull'olandese, spinge con continuità sulla sinistra ma è attento in difesa. Un suo tiro all'82' colpisce prima la traversa, poi il palo con una traiettoria velenosa.
Soffre terribilmente contro Spinazzola, ispiratissimo, ma non arretra di un centimetro e si concede anche una bella cavalcata delle sue, non riuscendo però a inquadrare lo specchio. Dopo l'ingresso di Ruegg si sposta nel terzetto difensivo e agisce da centrale di destra, con buoni risultati.
Il migliore della retroguardia gialloblù, fa valere il fisico contro Mkhitaryan ed è insuperabile sui palloni alti. Non a caso è uno dei superstiti della difesa dello scorso anno, conosce alla perfezione le richieste di Juric e dà sicurezza anche ai compagni.
Solo 19' in campo, ma sono sufficienti per andarsene con un bel mal di testa: Pedro lo fa ammattire, gli va via da tutte le parti e lui non ha armi per contrastarlo. Esce per un problema fisico, al suo posto entra Lovato.
Esordio con la maglia dell'Hellas contro la sua ex squadra: sembra un po' imbambolato, quando la Roma dialoga nello stretto è spesso fuori posizione e in un'occasione abbatte Pellegrini al limite dell'area, concedendo un pericoloso calcio di punizione. Cresce nella ripresa, strappando una sufficienza risicata.
Rileva Empereur e gioca una bella partita. Dopo un primo tempo di sofferenza, nel secondo è tra i migliori in campo dei gialloblù; decisiva una sua chiusura in extremis su Pedro, quando lo spagnolo era pronto a battere a rete da ottima posizione.
Rileva Empereur e gioca una bella partita. Dopo un primo tempo di sofferenza, nel secondo è tra i migliori in campo dei gialloblù; decisiva una sua chiusura in extremis su Pedro, quando lo spagnolo era pronto a battere a rete da ottima posizione.
Rileva Empereur e gioca una bella partita. Dopo un primo tempo di sofferenza, nel secondo è tra i migliori in campo dei gialloblù; decisiva una sua chiusura in extremis su Pedro, quando lo spagnolo era pronto a battere a rete da ottima posizione.
Rileva Gunter, ma non nel ruolo: si sistema sulla destra e si fa notare per alcune belle giocate in fase di non possesso. Si fa valere nei contrasti e riesce a rendersi utile nel finale di gara, contribuendo alla conquista del pareggio della sua squadra.
Entra a inizio ripresa al posto di Tupta e si dimostra di tutt'altra pasta. Mette in difficoltà Mancini, riesce a conquistare calci di punizione e a fare da raccordo tra centrocampo e attacco, come gli chiede Juric; inoltre guida un pressing selvaggio, che mette in difficoltà la Roma per buona parte del secondo tempo. Nel finale cala vistosamente.
Uomo d'ordine e fedelissimo di Juric, oggi lo si vede più nella metà campo difensiva, a sbrogliare situazioni potenzialmente pericolose, che in quella offensiva. Poco male: contribuisce al pareggio con la sua esperienza, mettendosi sempre a disposizione dei compagni, che gli affidano le redini del centrocampo gialloblù.
Rileva Tameze, ha maggiore qualità ma minore dinamismo. È comunque utile nel finale, quando fa valere il fisico e svetta sui palloni lunghi, contribuendo a far salire l'Hellas Verona; arrivato da poco, avrà bisogno di un po' di tempo per integrarsi al meglio.
Rileva Tameze, ha maggiore qualità ma minore dinamismo. È comunque utile nel finale, quando fa valere il fisico e svetta sui palloni lunghi, contribuendo a far salire l'Hellas Verona; arrivato da poco, avrà bisogno di un po' di tempo per integrarsi al meglio.
In difficoltà. Concede una punizione dal limite meritandosi un cartellino giallo, non è rigore per questione di centimetri; troppi errori in mezzo al campo, ci mette energia ma è estremamente impreciso. Nel finale di gara si fa male, ma l'Hellas non ha più cambi a disposizione.
La giocata migliore del match la fa pochi secondi prima di uscire: un bel cross per Di Carmine, che spreca tutto. Tanta corsa, poca lucidità; sfortunato quando va al tiro sul finire della prima frazione e Mirante devia sulla traversa.
Rileva Di Carmine, si fa apprezzare per la sua mobilità. Conquista un bel calcio di punizione sul lato destro, costringendo al fallo Ibanez; svaria sul fronte d'attacco e dimostra di poter essere una risorsa importante per l'Hellas.
Parte dal 1' ma delude le attese, divorandosi un gol su gentile regalo di Cristante. Un errore macroscopico, ma non l'unico della sua gara: tante imprecisioni, corre a vuoto e sbaglia tocchi elementari. Juric lo toglie dopo un primo tempo al di sotto delle aspettative.
È in tribuna, ma si sente più del vice Paro che è in campo. La sua squadra dimostra di non aver perso lo spirito battagliero che l'ha contraddistinta nella scorsa stagione: dopo un primo tempo difficile, nella ripresa pressa la Roma selvaggiamente e va a un passo dal colpaccio con Di Carmine e Dimarco. Una buona prestazione per iniziare una stagione non semplice.
È in tribuna, ma si sente più del vice Paro che è in campo. La sua squadra dimostra di non aver perso lo spirito battagliero che l'ha contraddistinta nella scorsa stagione: dopo un primo tempo difficile, nella ripresa pressa la Roma selvaggiamente e va a un passo dal colpaccio con Di Carmine e Dimarco. Una buona prestazione per iniziare una stagione non semplice.
È in tribuna, ma si sente più del vice Paro che è in campo. La sua squadra dimostra di non aver perso lo spirito battagliero che l'ha contraddistinta nella scorsa stagione: dopo un primo tempo difficile, nella ripresa pressa la Roma selvaggiamente e va a un passo dal colpaccio con Di Carmine e Dimarco. Una buona prestazione per iniziare una stagione non semplice.
Una sola grande parata, ma decisiva: nel finale del primo tempo dice di no a Tameze, deviando sulla traversa la sua conclusione. Il suo intervento permette alla Roma di andare al riposo sullo 0-0 e non è poco; per il resto dà sicurezza al reparto con alcune buone uscite e interventi semplici, ma mai incerti.
Una sola grande parata, ma decisiva: nel finale del primo tempo dice di no a Tameze, deviando sulla traversa la sua conclusione. Il suo intervento permette alla Roma di andare al riposo sullo 0-0 e non è poco; per il resto dà sicurezza al reparto con alcune buone uscite e interventi semplici, ma mai incerti.
Sostituisce Karsdorp, tiene la posizione e pensa a contenere più che a spingere. Eccessiva la libertà concessa a Dimarco, lasciato libero di concludere all'82': avrebbe dovuto fare maggiore attenzione. Cerca di dare una mano a Mancini sul lato destro, riuscendo nel suo intento.
Il migliore in campo della Roma, nella prima frazione le sue discese mettono in grande difficoltà Faraoni e creano scompiglio nella difesa scaligera. Offre assist a Mkhitaryan e Pedro, che sprecano, allora decide di mettersi in proprio, ma il suo tiro nel finale si stampa sulla traversa.
Da partente a titolare in poco tempo, l'olandese disputa una discreta partita, nel corso della quale ingaggia un bel duello con Dimarco. Alterna belle giocate e soprattutto ottimi inserimenti a qualche passaggio a vuoto, in particolare in fase difensiva, ma nel ruolo di esterno di centrocampo può dire la sua. Esce al 72' per un problema muscolare.
Non brilla, ma non demerita. Il Verona non affonda dal suo lato nel primo tempo, mentre nella ripresa Zaccagni lo mette in maggiore difficoltà; l'ex difensore dell'Atalanta risponde presente, senza strafare, portando a casa una sufficienza piena.
Per lunghi tratti è il migliore del terzetto difensivo: esuberante fisicamente, in marcatura è pressoché insuperabile. Due errori di discreta gravita fanno calare la sua valutazione: al 66' permette a Tameze di crossare con troppa libertà, nel finale abbatte Ilic e concede una punizione pericolosa. Ma le premesse per una buona stagione ci sono tutte.
La linea mediana della Roma soffre il pressing e la mobilità dell'Hellas, l'ex Napoli sembra essere il giocatore in maggiore difficoltà. Troppi disimpegni sbagliati, troppi palloni persi; quando cerca la giocata è impreciso, quando va al tiro addirittura disastroso. Una prestazione di poca personalità.
Fondamentale il suo lavoro di raccordo tra centrocampo e attacco. Quando riesce a dialogare con Pedro e Mkhitaryan è sempre pericolosa, al 74' ci prova con un gran tiro ma la risposta di Silvestri è splendida. Finché rimane in campo è tra i migliori della sua squadra.
Centrocampista prestato alla difesa, ha la fiducia di Fonseca, ma il tecnico rischia di pagare dazio al 28', quando il suo numero 4 respinge goffamente e regala a Tupta l'occasione per segnare; per sua fortuna lo slovacco sbaglia tutto. Alterna buone giocate a errori grossolani, sia in difesa che in fase di impostazione; per poter guidare la retroguardia giallorossa dovrà crescere parecchio.
Centrocampista prestato alla difesa, ha la fiducia di Fonseca, ma il tecnico rischia di pagare dazio al 28', quando il suo numero 4 respinge goffamente e regala a Tupta l'occasione per segnare; per sua fortuna lo slovacco sbaglia tutto. Alterna buone giocate a errori grossolani, sia in difesa che in fase di impostazione; per poter guidare la retroguardia giallorossa dovrà crescere parecchio.
Un suo ottimo inserimento per poco non vale un calcio di rigore, ma il fallo di Danzi è proprio al limite dell'area. Rispetto a Diawara è più sicuro e concreto, ma anche lui soffre nel secondo tempo contro il pressing portato dall'Hellas, che soffoca sul nascere le azioni giallorosse.
Gioca da centravanti, anche se non è il suo ruolo: niente da dire sull'apporto alla manovra della squadra, ma quando deve proteggere il pallone spalle alla porta si capisce che non è il suo mestiere. Si divora due grandi occasioni, al 25' non trovando la porta, al 39' lasciandosi ipnotizzare da Silvestri; un vero attaccante non avrebbe avuto problemi a segnare.
Ottimi segnali all'esordio, paga la scarsa lucidità in fase di finalizzazione. Vivace, fa ammattire Empereur con i suoi scatti, ma quando c'è da concludere, anche da pochi passi come al 34' su cross di Spinazzola, non inquadra la porta. Errori che la Roma, che in questa partita crea tanto, non può permettersi; la buona notizia è che la condizione fisica sembra già ottima.
Lascia Dzeko in panchina e non lo fa entrare neppure per una manciata di minuti; non è chiaro se sia una scelta societaria o se l'attaccante sia distratto dal mercato, tuttavia alla Roma manca terribilmente un finalizzatore, con il quale forse oggi avrebbe portato a casa 3 punti. L'esperimento Cristante difensore è rivedibile.