Una libro già non basterebbe. Para l'imparabile, dimostra grinta e determinazione, protesta con una foga mai vista neanche a chi ha avuto la fascia da capitano negli ultimi anni, quando crede di essere nella ragione. E piange, piange a fine gara omaggiando Abbiati in un passaggio di consegne che odora già di storia. È un diamante grezzo che oggi vale forse più di tutto il Milan nel suo insieme.
Grinta e determinazione nel poco tempo giocato con una piccola incertezza difensiva, più un assist al bacio che dalla fascia destra non si vedeva pennellato da tempi.
Parte bene con due ottime chiusure, ma si imbarazza a elevarsi tra i migliori e cede alla voglia di concludere nel peggiore dei modi sbagliando ogni pallone giocato.
L'esordio dal 1' è da dimenticare. Responsabilità sul primo gol subito e troppi palloni sbagliati. Gli si perdona tutto vista l'età, a parte la prestazione odierna.
Nella partita la sintesi della sua stagione: non è in grado di dialogare con alcun compagno ma se riceve una palla sopra il livello della decenza è gol!
Lo si è chiamato per la scossa e per raggiungere un sesto posto che definire alla portata sarebbe riduttivo. Riesce nell'impresa di distruggere quanto di buono fatto finora trasmettendo alla squadra un concetto di mediocrità che non si vedeva dalla passata stagione.
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