Mai sconfitti fra le mura amiche, come nella stagione 1989/90, quella dello Scudetto. Niente tricolor per gli uomini di Sarri, ma la pioggia del San Paolo, fitta sui cinquantamila spettatori - qualcuno senza giubbotto né maglietta - vale l'ingresso diretto in Champions League. Senza lo squalificato Albiol Sarri sceglie Chiriche? più i titolarissimi, mentre l'ex Stellone - all'addio - ripropone fra i pali l'italo-brasiliano Zappino dopo la manita subita all'andata. Persa la Scarpa d'Oro (il Pichichi Suárez a 40 reti in Liga), Higuaín batte il Nordahl '49, ma i Canarini onorano l'ultima partita nella massima serie. Fischia Celi da Bari.
PRIMO TEMPO - L'apparenza inganna. Higuaín ha il tempo di ciabattare a lato un'occasione non da poco e di assistere al rosso a Mirko Gori, colpevole di un pallone di troppo calciato verso un avversario o di una parola galeotta a Celi. Dodici minuti di gioco, Frosinone in dieci, ti aspetti solo la goleada. E invece il gol del vantaggio del Napoli arriva - dopo un flipper Higuaín-Blanchard-Russo su cross di Ghoulam - solo ad un minuto dal fischio di metà gara col lestissimo piede di Hamšîk (in gol anche all'andata) che fa esultare gli spalti irrigiditi dal gol di Salah a San Siro. Prima dell'1-0 "solo" una traversa d'Insigne, una mezza chilena di Chiriche? ed un miracolo à la Dida dell'ispirato Massimo Zappino.
SECONDO TEMPO - "Benny Raich e Alberto Tomba, questi i miei modelli" potrebbe dire Allan dopo lo slalom con assist vincente per il trentaquattresimo gol del Pipita in questo campionato. Il 2-0 dà sicurezza e possibilità di divertirsi dopo una prima frazione di fantasmi gialli ed egiziani sul suolo meneghino. Un tempo senza reti, poi la tripletta della ripresa che consegna il numero nove azzurro agli almanacchi, alla storia del calcio, alle braccia bagnate della tuta rossa di Maurizio Sarri, che se lo coccola. La doppietta è un tocco d'astuzia su traversone di Hysaj, l'hattrick - ovvero la trentaseiesima gioia - è invece un capolavoro (simila a quello di Rivaldo al Barça) che rovescia Nordahl e San Paolo, estasiato dal suo bomber. Finisce 4-0 con l'ovazione a capitan Hamšík (raggiunto Maradona a quota 81 reti in Serie A) e la bella parata di Reina sullo sfortunato e amareggiato Ciofani. Partono i cori, gli applausi, i petardi: a nulla è valso il 3-1 della Roma al Meazza, il Napoli se ne va in Champions senza preliminari.