Nella serata dei saluti a Miro Klose (lascia la Lazio, destinazione ancora ignota), la Fiorentina è chiamata a chiedersi, ancora una volta, che campionato sarebbe stato se fosse riuscita a dare continuità al suo bellissimo gioco. Sprazzi di grande bellezza, anche per colpa dell'abulica difesa avversaria. La squadra di Sousa chiude a quota 64, come l'anno scorso: andrà in Europa League, direttamente ai gironi se la Juventus dovesse battere il Milan in finale di Coppa Italia. La Lazio regala un tempo agli avversari, e poi prova a rispondere con l'orgoglio e le iniziative di un Keita a tratti inarrestabile: non ci riesce, e alla fine di una stagione cominciata con il preliminare di Champions League le restano più domande che risposte.
Inzaghi deve fare a meno di Biglia, squalificato: in campo Onazi, che vince il ballottaggio con Milinkovic-Savic. In attacco Candreva e Keita supportano Klose. Come previsto, Sousa lancia Lezzerini, all'esordio tra i pali da titolare; in mezzo al campo, assente Borja Valero, coppia Badelj-Vecino. Sorpresa in attacco: Kalinic e Ilicic sono in panchina: nel tridente ci sono Zarate, Tello e Mati Fernandez.
Neanche il tempo di asciugare le lacrime di un commosso Miro Klose che la Lazio passa in vantaggio: calcio d'angolo di Cataldi, Gonzalo Rodriguez allontana sui piedi di Lulic, che dal limite dell'area stoppa e tira al volo: Lezzerini non può nulla. Risposta fiorentina affidata all'ex Zarate: bello il passaggio filtrante di Vecino, brutta la conclusione dell'argentino. Il pareggio arriva alla mezz'ora: Gentiletti respinge la conclusione di Mati Fernandez, Vecino è pronto alla battuta e fa 1-1. Risultato ribaltato poco dopo: Tello fa impazzire Konko, lo salta e mette in mezzo: Bisevac non contrasta Bernardeschi, che senza problemi batte Marchetti. Nessuna luce in casa Lazio: il blackout porta al contropiede condotto magistralmente dai protagonisti del secondo gol, a parti invertite: Bernardeschi lancia Tello, che si invola solo da metà campo, arriva davanti a Marchetti e con lucidità fa 1-3.
Nel secondo tempo la Lazio cerca di salvare la faccia e di mettere in campo l'orgoglio che era svanito dopo il gol di Lulic: ci provano Keita (il più attivo dei suoi) e Milinkovic-Savic (entrato al posto di Cataldi): in entrambi i caso è bravissimo Lezzerini. Ma è un fuoco di paglia, perché la Fiorentina si risveglia subito: una rete di passaggi favolosa, conclusa dall'assist di Mati Fernandez per Vecino: altro gol per il centrocampista, 1-4. Passano pochi minuti e Gonzalo Rodriguez atterra Lulic in area: calcio di rigore. L'Olimpico urla “Miro, Miro!”, Felipe Anderson ha il pallone in mano, lo offre al tedesco che gentilmente rifiuta, salvo poi ripensarci al “Noooooo” dei tifosi: palla sul dischetto, e addio suggellato dal gol. Alla partita resta poco più da dire: la Lazio chiude a 54, la Fiorentina a 64. Arrivederci al 21 agosto.