Un paio di spaventi quando ha la palla sui piedi. Sui primi due gol non può fare assolutamente nulla, se non raccogliere il pallone dal fondo del sacco; nel secondo tempo potrebbe fare meglio nelle uscite.
Un paio di spaventi quando ha la palla sui piedi. Sui primi due gol non può fare assolutamente nulla, se non raccogliere il pallone dal fondo del sacco; nel secondo tempo potrebbe fare meglio nelle uscite.
Soffre dannatamente contro Perisic, che spesso lo costringe a chiusure in extremis. In ritardo sui tagli del croato, non riesce a trovare le giuste contromisure. Sostituito nella ripresa per un problema fisico.
Soffre dannatamente contro Perisic, che spesso lo costringe a chiusure in extremis. In ritardo sui tagli del croato, non riesce a trovare le giuste contromisure. Sostituito nella ripresa per un problema fisico.
Il gol del pareggio con un superbo colpo di testa, il salvataggio sulla linea nel convulso finale di gara: due giocate decisive per la vittoria viola che valgono un bel voto, nonostante qualche incertezza difensiva di troppo.
Il gol del pareggio con un superbo colpo di testa, il salvataggio sulla linea nel convulso finale di gara: due giocate decisive per la vittoria viola che valgono un bel voto, nonostante qualche incertezza difensiva di troppo.
Partita contraddittoria: la bella assistenza per Vecino al 23' è compensata dall'erroraccio sulla finta di Candreva, quando va per terra in area e lascia via libera all'esterno nerazzurro. La partita continua su questa falsariga, tra errori marchiani e belle giocate.
Rileva Tomovic e rispetto al compagno è più coraggioso: non a caso si inventa una bella discesa in avanti, conclusa con un assist per Babacar. In difesa però balla nel finale.
Rileva Tomovic e rispetto al compagno è più coraggioso: non a caso si inventa una bella discesa in avanti, conclusa con un assist per Babacar. In difesa però balla nel finale.
Padrone del centrocampo viola, forma una coppia ben assortita con Vecino. Porta ordine e geometrie, lascia il palcoscenico ad altri ma rimane un giocatore chiave per la vittoria della Fiorentina.
Partenza lenta, ma nella fase centrale del primo tempo disegna calcio in modo meraviglioso. Decisivo nella partenza dell'azione del gol, va vicino alla marcatura personale ma Handanovic gli dice di no. Nella ripresa calcia splendidamente l'angolo per Astori, poi serve l'assist a Vecino per il provvisorio 3-2.
Entra al posto di Bernardeschi e cambia la partita. Le sue percussioni palla al piede spezzano in due l'Inter e permettono ai viola di dilagare, risultando imprendibili per i centrocampisti nerazzurri.
Protagonista assoluto, apre le danze con un gol non facile, un bel tiro in corsa da dentro l'area su assist di Milic. Nella ripresa firma il provvisorio 3-2, serve un assist a Babacar e in generale disputa una partita mostruosa in mezzo al campo, annichilendo i mediani nerazzurri.
Totalmente fuori dal match dal punto di vista mentale. Dopo un primo tempo anonimo, si prende la responsabilità di calciare il rigore del possibile pareggio, ma ha la malsana idea di provare il cucchiaio: Handanovic para senza problemi. Esce tra i fischi del Franchi.
Totalmente fuori dal match dal punto di vista mentale. Dopo un primo tempo anonimo, si prende la responsabilità di calciare il rigore del possibile pareggio, ma ha la malsana idea di provare il cucchiaio: Handanovic para senza problemi. Esce tra i fischi del Franchi.
Partita incolore, caratterizzata da troppi passaggi sbagliati e una generale inconsistenza. Sulla sua fascia poi agisce Perisic, cliente scomodo: non dà mai una mano ai suoi difensori.
Partita incolore, caratterizzata da troppi passaggi sbagliati e una generale inconsistenza. Sulla sua fascia poi agisce Perisic, cliente scomodo: non dà mai una mano ai suoi difensori.
Dopo un discreto inizio perde totalmente la bussola. Icardi lo brucia nello scatto e insacca il gol del 2-1, anche Perisic quando taglia centralmente lo fa ammattire. Vita difficile, quella da difensore: anche nel finale non è di certo irreprensibile.
Fa a sportellate dal primo minuto con Miranda e soci, si procura il calcio di rigore con caparbietà e poi si scatena nel finale: la doppietta che chiude il match è non solo importante, ma anche splendida.
A fine stagione saluterà Firenze, intanto si toglie la soddisfazione di demolire la difesa dell'Inter e di rientrare in gioco per la corsa all'Europa. In avanti la Fiorentina è un piacere per gli occhi, dietro però è da horror: 4 gol concessi ai nerazzurri sono decisamente troppi.
In versione felina, vola sulla conclusione di Borja Valero nel primo tempo. Ancora più difficile la parata sul tentativo di autogol di Miranda: anche in questa occasione dimostra riflessi eccezionali, mantenendo l'Inter in vantaggio. Para il rigore di Bernardeschi, poi crolla sotto i colpi dei viola, ma le sue colpe sono relative: forse avrebbe potuto far meglio soltanto sul diagonale di Vecino.
Benino nel primo tempo, quando si concede persino il lusso di un doppio tunnel, malissimo nella ripresa, inaugurata con un fallo da rigore tanto sciocco quanto evitabile. Non si riprende più, lasciando voragini a disposizione degli avversari, che ne approfittano a più riprese.
Regge in piedi la baracca finché può, poi viene travolto al pari dei compagni. Nella ripresa i viola non incontrano resistenza in area, mettendo a segno gol a ripetizione con una facilità disarmante, grazie anche alla complicità del difensore brasiliano, la cui leadership è sempre più debole.
Regge in piedi la baracca finché può, poi viene travolto al pari dei compagni. Nella ripresa i viola non incontrano resistenza in area, mettendo a segno gol a ripetizione con una facilità disarmante, grazie anche alla complicità del difensore brasiliano, la cui leadership è sempre più debole.
Di fronte ha un Tello in serata non trascendentale, potrebbe osare molto di più ma non lo fa praticamente mai. Prestazione anonima, quanto il suo apporto alla causa nerazzurra negli ultimi anni; esce per lasciare spazio a Eder.
Rileva Kondogbia, non riesce a dare un apporto significativo. Si vede solo all'ultimo respiro, nel mischione finale risolto da Astori con il suo salvataggio: per il resto, non pervenuto.
Quando i ritmi si alzano il francese è più dannoso che utile. Stava giocando discretamente, senza brillare, fino all'ingresso di Ilicic: con lo sloveno in campo, l'ex Monaco non ha capito più niente. Incapace di contrastare la rapidità dei centrocampisti viola, si è perso per strada nel tracollo nerazzurro, fino alla sostituzione con Brozovic.
Quando i ritmi si alzano il francese è più dannoso che utile. Stava giocando discretamente, senza brillare, fino all'ingresso di Ilicic: con lo sloveno in campo, l'ex Monaco non ha capito più niente. Incapace di contrastare la rapidità dei centrocampisti viola, si è perso per strada nel tracollo nerazzurro, fino alla sostituzione con Brozovic.
Un disastro. Nel primo tempo lascia intravedere qualche difficoltà, nella ripresa è tra i maggiori responsabili della sconfitta: la sua copertura su Babacar in area è dilettantesca. Rilanciato da Pioli come difensore, forse dovrebbe trovare un'altra posizione, più comoda, accanto all'allenatore in panchina.
Un disastro. Nel primo tempo lascia intravedere qualche difficoltà, nella ripresa è tra i maggiori responsabili della sconfitta: la sua copertura su Babacar in area è dilettantesca. Rilanciato da Pioli come difensore, forse dovrebbe trovare un'altra posizione, più comoda, accanto all'allenatore in panchina.
La serpentina con cui disorienta Milic prima di servire Perisic è da applausi: è la giocata che sembra indirizzare la gara tra le mani dell'Inter. Poi però si spegne, per riprendersi nel finale, quando calcia il pallone giusto per Icardi. Due assist in una partita positiva, anche se non particolarmente brillante.
Per lunghi tratti è il migliore in campo tra i nerazzurri. Avvia l'azione del momentaneo pareggio e la conclude dopo la rifinitura di Candreva, ara la fascia sinistra mettendo in seria difficoltà chiunque passi dalle sue parti e nel finale trova modo di servire Icardi per il gol della speranza.
Il bel centrocampista ammirato nelle prime uscite con la maglia dell'Inter non c'è più: al suo posto una controfigura lenta, impacciata, incapace di seguire i tagli in area dell'avversario di turno e di andare oltre il passaggino orizzontale per il compagno di reparto. A ciò si aggiunge una condizione fisica al limite del passabile.
Il bel centrocampista ammirato nelle prime uscite con la maglia dell'Inter non c'è più: al suo posto una controfigura lenta, impacciata, incapace di seguire i tagli in area dell'avversario di turno e di andare oltre il passaggino orizzontale per il compagno di reparto. A ciò si aggiunge una condizione fisica al limite del passabile.
Alcune belle giocate, la capacità di tenere palla e far salire la squadra, l'imbeccata per il 2-1 firmato da Icardi; ma nella ripresa sparisce dal campo, generando soltanto confusione e poco altro.
Alcune belle giocate, la capacità di tenere palla e far salire la squadra, l'imbeccata per il 2-1 firmato da Icardi; ma nella ripresa sparisce dal campo, generando soltanto confusione e poco altro.
Oggi gli si può dire poco, anche se per buona parte della gara sparisce dai radar. Ma il primo gol è da attaccante di razza, gli altri due invece sono di rabbia e disperazione: mette a segno una tripletta utile per la corsa al titolo di capocannoniere, ma amara per il risultato finale del match.
Prova a dare la scossa, come gli era riuscito in altre occasioni, ma questa volta senza fortuna. L'Inter subisce anche il quinto gol, dell'italo-brasiliano si ricorda soltanto un calcio di punizione infrantosi sulla barriera viola.
La fase difensiva della sua Inter è orribile: si diceva avesse "normalizzato" la situazione rispetto a De Boer, invece sembrerebbe tutto il contrario, visto che l'Inter subisce molti più tiri adesso che con l'olandese. 5 gol sul groppone e una debolezza mentale della squadra che non lasciano spazio a dubbi: sulla panchina nerazzurra l'anno prossimo dovrà sedersi qualcun altro.
La fase difensiva della sua Inter è orribile: si diceva avesse "normalizzato" la situazione rispetto a De Boer, invece sembrerebbe tutto il contrario, visto che l'Inter subisce molti più tiri adesso che con l'olandese. 5 gol sul groppone e una debolezza mentale della squadra che non lasciano spazio a dubbi: sulla panchina nerazzurra l'anno prossimo dovrà sedersi qualcun altro.