Un gol di Caldara al sessantesismo condanna il Pescara a un'altra pesante sconfitta interna e proietta l'Atalanta nella parte alta della classifica. 

Oddo non può contare sull'acciaccato Verre e sceglie Campagnaro in difesa nonostante la diffida. A centrocampo confermato Aquilani, davanti a Caprari e Memushaj c'è Manaj. Gasperini deve rinunciare a Toloi e al suo posto schiera Konko, con Zukanovic preferito a Masiello tra i tre dietro. In avanti spazio per Paloschi al fianco del Papu Gomez con Kurtic alle spalle.

E' l'Atalanta a prendere il mano il pallino del gioco fin dai primi minuti, con il Pescara che si difende compatto e prova a ripartire in velocità. La teoria però resta negli spogliatoi, in pratica il primo tempo offre una sola emozione: un colpo di testa del bergamasco Caldara che si stampa sulla traversa. Ma è un episodio sporadico di 45 minuti che si trascinano senza sussulti, a parte quelli della terra che obbligano i 22 in campo a fermarsi per un paio di minuti intorno alla mezz'ora: una scossa di terremoto con epicentro nel maceratese mette paura a spettatori e addetti ai lavori presenti all'Adriatico.

Non cambia l'inerzia della partita nella ripresa con un campo nel frattempo diventato pesante a causa del temporale scatenatosi in terra pescarese. Per decidere una partita destinata allo 0 a 0 serve un episodio e questo si materializza al minuto 60 quando Caldara, ancora lui, svetta più in alto di tutti su azione d'angolo e trafigge Bizzarri. Il Pescara prova a recuperarla, ma con poca convinzione e scarsa efficacia.

Finisce così, 1 a 0 per i bergamaschi che continuano il loro momento d'oro, per i biancoazzurri, usciti tra i fischi, adesso è crisi e la prima vittoria sul campo in Serie A continua a non arrivare.