Non può molto sul gol di Cristante, per il resto la sua è normale amministrazione.
Non può molto sul gol di Cristante, per il resto la sua è normale amministrazione.
Non può molto sul gol di Cristante, per il resto la sua è normale amministrazione.
Non grandissimi problemi dagli attaccanti dell'Atalanta dalle sue parti: riesce comunque a limitare Petagna.
Nel primo tempo è uno dei pochi a restare concentrato dopo il cazzottone arrivato per mano di Cristante. Trova sempre il fondo, fornisce ottimi cross, si sostituisce a Insigne nelle sovrapposizioni.
Gara solida: soffre a tratti la velocità degli avversari, ma riesce a difendersi e a non sfigurare.
Gara solida: soffre a tratti la velocità degli avversari, ma riesce a difendersi e a non sfigurare.
Più di una responsabilità sul gol di Cristante, che gli scappa e gli salta davanti: si rifa poco dopo con un doppio intervento importantissimo su Masiello e Toloi. Per il resto, fa valere l'esperienza in una partita non semplice da gestire.
Rispetto a Jorginho ha più fisico e meno geometrie. Sbaglia comunque pochissimo in fase d'impostazione, e fa valere i muscoli in un momento complicato della partita.
Non gioca una partita straordinaria nei primi 60 minuti: qualche buon inserimento, qualche buona idea, ma niente di clamoroso. Clamore, invece, al momento del gol. Per riaprire la partita serviva un colpo del genere, che vale una buona fetta della vittoria finale.
Entra a dare man forte a un centrocampo che viene da 60 minuti grigi. Ci riesce, con corsa e piedi buoni. Illuminante il passaggio per Insigne che da il la al gol di Mertens, geniale il lancio per Callejon da cui nasce il 3-1.
Una delle sue peggiori partite degli ultimi anni. Il capitano azzurro è spento, non ha grandi idee, sbaglia anche passaggi semplici, non è partecipe come al solito alla manovra offensiva.
Una delle sue peggiori partite degli ultimi anni. Il capitano azzurro è spento, non ha grandi idee, sbaglia anche passaggi semplici, non è partecipe come al solito alla manovra offensiva.
Anche lui, come altri, sbaglia molto soprattutto nella prima parte di gara. Per rendersene conto, basta controllare il numero di palloni giocati: 57. Pochini, per uno abituato a giocarne più di 100 a partita.
Anche lui, come altri, sbaglia molto soprattutto nella prima parte di gara. Per rendersene conto, basta controllare il numero di palloni giocati: 57. Pochini, per uno abituato a giocarne più di 100 a partita.
Ogni volta che entra in campo, vuole spaccare il mondo ma riesce sempre a controllare i bollenti spiriti e a incanalare la sua voglia nella corsa, più che nell'agonismo spinto. Segue il contropiede e si fa trovare pronto per segnare il suo primo gol azzurro.
Ogni volta che entra in campo, vuole spaccare il mondo ma riesce sempre a controllare i bollenti spiriti e a incanalare la sua voglia nella corsa, più che nell'agonismo spinto. Segue il contropiede e si fa trovare pronto per segnare il suo primo gol azzurro.
Nel primo tempo soffre molto, non galoppa come al solito, viene limitato dai difensori avversari. Nella ripresa migliora, corre tanto, ripiega con generosità e guida il contropiede che porta al gol di Rog.
Passa dal trovare pochi spazi al farsi spazio con intelligenza. Non trova il gol, ma non lo cerca con l'insistenza passata - segno di grande maturità. Regala l'assist per il 2-1 a Mertens.
45 minuti da rimandato, poi si rivede il vero Mertens: corre, dribbla, fa impazzire gli avversari, si ritrova con i compagni di reparto, segna il 2-1 e serve l'assist per il 3-1. E lascia Milik in panchina.
45 minuti da rimandato, poi si rivede il vero Mertens: corre, dribbla, fa impazzire gli avversari, si ritrova con i compagni di reparto, segna il 2-1 e serve l'assist per il 3-1. E lascia Milik in panchina.
Riesce a ribaltare la partita con cambi coraggiosi: fuori Hamsik e Jorginho, dentro Diawara e soprattutto Allan. Il brasiliano contribuisce a cambiare una partita che il Napoli vince con il giusto cinismo, un ingrediente fondamentale nella ricetta scudetto.
Riesce a ribaltare la partita con cambi coraggiosi: fuori Hamsik e Jorginho, dentro Diawara e soprattutto Allan. Il brasiliano contribuisce a cambiare una partita che il Napoli vince con il giusto cinismo, un ingrediente fondamentale nella ricetta scudetto.
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