Il gol di Lasagna arriva su un'incertezza di Rudiger, più di questo non poteva fare. Per il resto, partita da spettatore.
Il gol di Lasagna arriva su un'incertezza di Rudiger, più di questo non poteva fare. Per il resto, partita da spettatore.
Vince alla grande il duello con Mbakogu e Mancosu nel primo tempo, preciso e pulito negli anticipi. Nella ripresa non segue Lasagna in occasione del gol del pareggio, che comunque pesa più su Rudiger.
Mbakogu lo infila neanche fosse un novellino qualsiasi: un errore grave che poteva costare molto di più alla Roma. Errori che, anche se non decisivi, non possono non pesare.
Dopo una decina di minuti nel secondo tempo decide che la partita non può continuare sullo 0-0 e s'inventa un gol da favola, un sinistro potente e preciso da trenta metri. Bene nelle due fasi, continua ad offrire tante garanzie.
Poco mobile nel primo tempo, esplode nella ripresa mettendo in difficoltà gli avversari diretti, Sabelli su tutti. Cerca a più riprese di dare la scossa alla squadra nei momenti di stanca, con tiri da fuori o con azioni personali.
Poco mobile nel primo tempo, esplode nella ripresa mettendo in difficoltà gli avversari diretti, Sabelli su tutti. Cerca a più riprese di dare la scossa alla squadra nei momenti di stanca, con tiri da fuori o con azioni personali.
Poco mobile nel primo tempo, esplode nella ripresa mettendo in difficoltà gli avversari diretti, Sabelli su tutti. Cerca a più riprese di dare la scossa alla squadra nei momenti di stanca, con tiri da fuori o con azioni personali.
Una partita giocata con ordine e tranquillità, senza esagerare perché, tutto sommato, non ce n'è stata l'occasione.
Prima della partita saluta Castori, suo mister al Piacenza qualche era geologica fa, quando non era ancora uno dei mediani più completi d'Europa. Corre tanto (e ci mancherebbe), è una presenza costante nella manovra d'attacco romanista.
Spalletti lo schiera al posto di El Shaarawy quando si rende conto che la Roma ha bisogno di geometrie: lui mette ordine, senza strafare ma rendendo sicuramente più fluida la manovra.
Gioca dal primo minuto un po' a sorpresa, ma da garanzie. Certo, non ci si può aspettare il piede di Pjanic, ma è continuo nella corsa e, tutto sommato, non terribile nei lanci.
A tratti sembrava il primo Salah di Firenze: veloce, imprevedibile, attivo sempre, anche quando la squadra non girava. E poi lascia Gagliolo sul posto e serve un pallone facile facile a Dzeko, e poi segna il terzo gol dopo aver fatto partire l'azione. Favoloso.
A tratti sembrava il primo Salah di Firenze: veloce, imprevedibile, attivo sempre, anche quando la squadra non girava. E poi lascia Gagliolo sul posto e serve un pallone facile facile a Dzeko, e poi segna il terzo gol dopo aver fatto partire l'azione. Favoloso.
Comincia male, c'è da dirlo: poche sponde, e gestite male. Ma cresce, fa sentire il suo peso in area e i difensori carpigiani cominciano a soffrirlo. Poi arriva anche il gol, quello della liberazione. Ora deve solo dargli continuità.
Gioca pochi palloni, un po' perché non gliene arrivano, un po' perché si fa vedere meno dei compagni di reparto. Quarta partita su quattro da titolare da quando è arrivato a Roma, la prima senza bonus: Spalletti lo lascia negli spogliatoi a fine primo tempo.
Alla quarta vittoria consecutiva, la sua squadra continua a maturare e a ritrovare uomini che sembravano perduti, su tutti quell'Edin Dzeko finalmente tornato al gol. Fondamentale vincere alla vigilia di Fiorentina-Inter. Per il terzo posto, ora, si può fare la voce grossa.
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Rappresentano un giudizio complessivo e dettagliato sulla prestazione dei singoli calciatori.