Prima salva su Icardi mantenendo lo 0-0 alla fine del primo tempo, poi consegna a Jovetic una palla velenosa che avrebbe potuto rovinare quanto di buono fatto precedentemente. Non può neanche andare vicino al miracolo sul gol di Guarin.
Prima salva su Icardi mantenendo lo 0-0 alla fine del primo tempo, poi consegna a Jovetic una palla velenosa che avrebbe potuto rovinare quanto di buono fatto precedentemente. Non può neanche andare vicino al miracolo sul gol di Guarin.
Prima salva su Icardi mantenendo lo 0-0 alla fine del primo tempo, poi consegna a Jovetic una palla velenosa che avrebbe potuto rovinare quanto di buono fatto precedentemente. Non può neanche andare vicino al miracolo sul gol di Guarin.
Senza infamia e senza lode: difende in maniera ordinata anche se comunque dal suo lato l'Inter spinge poco, ma allo stesso modo non lo si vede mai ad appoggiare l'azione offensiva dei rossoneri.
Il pallone fra i suoi piedi sembra bruciare, lo controlla sempre male. Al 46' tiene in gioco Icardi quando questi spreca a tu per tu con D.Lopez, al 50' si fa sovrastare da Guarin che, fortuna sua, colpisce debolmente di testa, ed infine perde totalmente il colombiano sul gol.
Il pallone fra i suoi piedi sembra bruciare, lo controlla sempre male. Al 46' tiene in gioco Icardi quando questi spreca a tu per tu con D.Lopez, al 50' si fa sovrastare da Guarin che, fortuna sua, colpisce debolmente di testa, ed infine perde totalmente il colombiano sul gol.
Avere a che fare con questo Icardi non è un compito proibitivo, lui lo svolge senza sbavature, eccezion fatta per una che per poco non permette a Guarin di insaccare di testa al 55'. Non ha colpe in occasione del gol subito dai suoi.
Gioca una partita d'ottimo livello, ottime chiusure, qualità apprezzabile nelle sue giocate, ma alla fine commette l'errore fatale in concorso con De Sciglio: dare a Guarin tutto lo spazio di mirare e concludere nell'occasione dell'1-0.
Schierato a sorpresa titolare, si rende anche protagonista di un paio di buone giocate a centrocampo, anche un'ammonizione che fa sentire la sua presenza, soffre negli ultimi minuti in cui resta in campo perché ancora non in ottima forma.
Cerca di rendersi utile per la squadra tendendo a volte a strafare. Bellissimo l'assist per L.Adriano al 17', ma col passare del tempo quasi scompare dal campo, anche se probabilmente la colpa non è tutta sua.
Schierato dietro le punte, da lui ci si aspetta qualità e giocate di buon livello. Di lui si ricorda un buon tiro neanche tanto pericoloso al 31', poi tanta lentezza, pochi passaggi azzeccati e una prestazione da dimenticare il prima possibile.
Assicura una qualità sicuramente superiore a quasi tutti i suoi compagni di reparto, ma la fisicità lascia parecchio a desiderare, e l'azione dell'1-0 è emblematica a riguardo: segue a distanza Guarin e non lo becca mai.
Non può lui dare la scossa alla squadra, non è lui che può cambiare la squadra nella ripresa quando la squadra va sotto di un gol. Prova a fare il possibile, ma non ha nelle corde neanche il peso della personalità che dia un cambio caratteriale ai compagni.
Gioca un primo tempo vivacissimo, mette L.Adriano a tu per tu con Handanovic, corre su tutti i palloni, ma non calcia mai verso la porta avversaria. Non meritava la sostituzione, ma ci si aspetta di più di quanto fatto stasera.
Se nel primo tempo si va al riposo sullo 0-0 la responsabilità è praticamente la sua: ha tre occasioni di cui due nitide, nella prima spara addosso a D.Lopez, nella seconda sparacchia alto, nella terza si fa anticipare da J.Jesus.
Entra per dare un tocco di imprevedibilità all'attacco rossonero, e ci riesce perfettamente: prima un palo, poi Handanovic, è sicuramente l'attaccante più pericoloso nella ripresa. Poco aiutato dai compagni, ma se il buongiorno si vede dal mattino...
Affidarsi ad Honda è già oggetto di discussione, tenerlo in campo novanta minuti per fare uscire dal campo l'uomo più pericoloso dei rossoneri sino a quel momento della partita è una diabolica perseveranza. Bisogna cambiare rotta.
Affidarsi ad Honda è già oggetto di discussione, tenerlo in campo novanta minuti per fare uscire dal campo l'uomo più pericoloso dei rossoneri sino a quel momento della partita è una diabolica perseveranza. Bisogna cambiare rotta.
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