Con le porte chiuse non deve nemmeno pagare il biglietto. Serata di tranquillità per il portiere friulano, che deve ringraziare la sua granitica difesa.
Anche lui si rivela ex indigesto per i giallorossi. Sembra ispirato sin dall'inizio, spinge con costanza e imposta sempre con tranquillità l'azione. Ciliegina liquorosa e deliziosa quel tacco che apre l'azione del raddoppio del Napoli.
Anche lui si rivela ex indigesto per i giallorossi. Sembra ispirato sin dall'inizio, spinge con costanza e imposta sempre con tranquillità l'azione. Ciliegina liquorosa e deliziosa quel tacco che apre l'azione del raddoppio del Napoli.
Vien da sorridere a considerarlo gregario di lusso, ma così è. Intuisce la buonissima serata di Manolas e si mette a disposizione del greco, stravincendo il duello con Dzeko, e non solo.
Vien da sorridere a considerarlo gregario di lusso, ma così è. Intuisce la buonissima serata di Manolas e si mette a disposizione del greco, stravincendo il duello con Dzeko, e non solo.
Ritrovarsi di fronte la sua Roma lo stimola a fare bene, tornando sui livelli dei migliori tempi giallorossi. Giganteggia lì dietro cancellando le scorribande giallorosse, anche quelle (poche) del folletto Mkhitaryan.
Era reduce da una delle sue peggiori partite della sua avventura al Napoli, e ha saputo riscattarsi alla grande con una prova solida, impreziosita dal passaggio per Elmas in occasione del 3-0.
Il fosforo di cui questa squadra ha bisogno arriva dai piedi del polacco. Fa girare la squadra con giocate sempre precise, attente e puntuali. Solo l'egoismo di Lozano forse gli costa un gol che avrebbe meritato ampiamente.
E' il cuneo che finisce di spaccare in due la partita. Da leccarsi i baffi l'apertura per il 3-0 dei suoi; fortunata e caparbia la serpentina che vale il poker del Napoli contro la sua ex Roma.
E' il cuneo che finisce di spaccare in due la partita. Da leccarsi i baffi l'apertura per il 3-0 dei suoi; fortunata e caparbia la serpentina che vale il poker del Napoli contro la sua ex Roma.
Un primo tempo sottotono, con parecchi punti interrogativi. Viaggia al ritmo di una cosa giusta e due sbagliate, ma nella ripresa innesca le marce alte, diverte e si diverte, trovando l'angolo giusto con il mancino per il gol del 2-0.
Chiamato in causa da Gattuso negli ultimi minuti, il macedone lascia subito la sua impronta con il bolide che manda in crisi Mirante per il gol del 3-0 di Mertens.
Chiamato in causa da Gattuso negli ultimi minuti, il macedone lascia subito la sua impronta con il bolide che manda in crisi Mirante per il gol del 3-0 di Mertens.
Trottolino inarrestabile, non fa rimpiangere nemmeno per un minuto il gigante Bakayoko squalificato. Chiude una quantità spropositata di azioni giallorosse preda della trance agonistica. Tra i migliori in campo: altra scelta azzeccata di Gattuso.
Lui che è un 10 per concetto, anche se non ce l'ha disegnato sulla schiena; SOLO lui poteva onorare la memoria di Maradona con una gemma balistica di questo calibro. Ovvio, non è la punizione del 3 novembre del 1985 (forse quella non ci sarà mai più), ma il gol è bello e importante, e la dedica da brividi per uno scugnizzo cresciuto nel mito di Maradona. Aggiungici tocchi di classe, l'assist per Ruiz e hai il migliore in campo, nel nome di Diego.
Lui a Maradona ha soffiato il record di gol in maglia azzurra, e se n'è quasi scusato. Nel primo tempo lascia Ibanez quasi in mutande, ma conclude sempre in maniera imprecisa. Nella ripresa fa quello che sa fare, il gol, con una zampata da opportunista sulla brutta respinta di Mirante.
Lui a Maradona ha soffiato il record di gol in maglia azzurra, e se n'è quasi scusato. Nel primo tempo lascia Ibanez quasi in mutande, ma conclude sempre in maniera imprecisa. Nella ripresa fa quello che sa fare, il gol, con una zampata da opportunista sulla brutta respinta di Mirante.
E' la spina nel fianco della difesa di Fonseca, che non riesce mai a prendergli le misure. Corre, guizza, conclude; è probabilmente il migliore del primo tempo del Napoli al netto della punizione di Insigne, ma purtroppo si spegne troppo presto nella ripresa.
La sfuriata post-Milan si è vista eccome nella serata del Napoli. Determinante nella preparazione, presentissimo in campo e mai banale fuori dal campo. C'è tanto Gattuso in questa vittoria del Napoli.
La sfuriata post-Milan si è vista eccome nella serata del Napoli. Determinante nella preparazione, presentissimo in campo e mai banale fuori dal campo. C'è tanto Gattuso in questa vittoria del Napoli.
Soffre tremendamente la serata; se dall'altra parte Meret è spettatore, lui è protagonista di un film, horror ovviamente. In ritardo sulla punizione di Insigne, terribile sul destro di Elmas e quantomeno arrendevole sul sinistro (angolato) di Ruiz.
Entra e fa rimpiangere Mancini in ogni frangente di gara. Non c'è con la testa e con il fisico. Sia Lozano che Politano lo scherzano e mettono in evidenza tutte le sue lacune tecnico-tattiche.
Sprinta come al solito sulla sinistra nel corso del primo tempo inchiodando Di Lorenzo dietro, ma poi anche lui si perde. Difensivamente troppo assente e ha la colpa di cestinare una ripartenza importantissima centrando la figura di Mario Rui.
Prova a fare il suo sulla fascia di competenza, ma contro il tandem Rui-Insigne c'è solo da pregare. Preghiere inascoltate. Tiene in gioco Mertens sul gol del 3-0.
L'aggettivo è una beffa, per uno che si è infortunato nel tentativo di disinnescare l'imprendibile Lozano. Però esce in tempo per evitare le brutte figure che hanno fatto i suoi compagni.
L'aggettivo è una beffa, per uno che si è infortunato nel tentativo di disinnescare l'imprendibile Lozano. Però esce in tempo per evitare le brutte figure che hanno fatto i suoi compagni.
Prova a metterci il fisico, ma contro i piccoletti del Napoli è come voler uccidere una zanzara con un fucile. L'esito è pessimo; in più ha il demerito di provocare la punizione dell'1-0 di Insigne.
Alla fine della fiera è uno dei meno peggio della Roma, come testimoniato dal tiro nel finale, però troppo poco per un giocatore come lui, che cerca di risollevare i suoi compagni i quali però non lo seguono minimamente.
Piazzato al centro della difesa, parte bene e addirittura sfiora il gol, ma poi viene travolto anche lui dalla marea azzurra inarrestabile del secondo tempo.
Anche lui come Mancini può quasi "ringraziare" il problema muscolare che lo esenta dal secondo tempo. Nella prima frazione non riesce a dettare il ritmo di gioco, in difficoltà contro i mediani partenopei.
E' la controfigura della controfigura dello splendido calciatore che aveva illuminato le ultime due di campionato. Chissà, forse il ritorno di Dzeko lo penalizza, ma la prestazione dell'armeno è imbarazzante, con palle perse, passaggi facili sbagliati e un apporto offensivo pari a zero.
Fonseca lo ributta nella mischia dal primo minuto ma ci vogliono pochi minuti per capire che non sta bene. E' questa l'attenuante che lo salva da un'insufficienza peggiore. Se questo era lo stato fisico, forse era meglio proseguire con l'assetto delle scorse partite. Fonseca ci penserà, anche se è semplice con il senno di poi.
Parte forte con il tiro vicino all'incrocio, poi ha l'esperienza di capire che la serata è storta, e da allora decide di mettersi in risparmio energetico, risultando alla lunga quasi irritante.
Forse l'unica vera nota lieta della serata. Entra al 71' al posto di Dzeko e almeno ha il merito di provarci senza farsi condizionare dal risultato. Fa più lui paradossalmente in 20 minuti che il resto dell'attacco in tutta la partita.
Forse l'unica vera nota lieta della serata. Entra al 71' al posto di Dzeko e almeno ha il merito di provarci senza farsi condizionare dal risultato. Fa più lui paradossalmente in 20 minuti che il resto dell'attacco in tutta la partita.
Stracciato da Gattuso nello scontro diretto. La squadra soffre la mancanza di soluzioni alternative e non riesce mai a venire fuori dalla gabbia degli azzurri. La sconfitta è senza appello.
Stracciato da Gattuso nello scontro diretto. La squadra soffre la mancanza di soluzioni alternative e non riesce mai a venire fuori dalla gabbia degli azzurri. La sconfitta è senza appello.
