Nella serata di festa nerazzurra, è una delle rare note stonate. Non perfetto nell'uno contro uno con Dzeko e fa infuriare Gasperini con una gestione dei rilanci troppo frettolosa.
E' letteralmente ovunque. Partita gigantesca del brasiliano, che prova prima a fare gol in rovesciata, poi chiude ogni spiraglio lì dietro, con gli avversari che gli vanno via una sola volta (Perotti) in tutto l'arco dei 90 minuti.
Vive una serata parallela al collega-compagno Palomino. Soffre nel primo tempo, è tardivo nel dare un aiuto all'argentino sul gol di Dzeko. Nella ripresa ci mette la zucca per agevolare il gol dell'1-1, e da lì per lui inizia una nuova partita.
Ancora non è l'Hateboer dello scorso anno, anzi, per 45 minuti è ancora il cugino scarso, con tocchi imprecisi e palloni ciccati a due metri dalla porta. Rinasce come tutti i suoi compagni nella ripresa e sfiora anche il gol su assist di Gosens, Fazio gli dice di no sulla linea. Segnali incoraggianti.
Ancora non è l'Hateboer dello scorso anno, anzi, per 45 minuti è ancora il cugino scarso, con tocchi imprecisi e palloni ciccati a due metri dalla porta. Rinasce come tutti i suoi compagni nella ripresa e sfiora anche il gol su assist di Gosens, Fazio gli dice di no sulla linea. Segnali incoraggianti.
E' il suo anno e si vede. Gioca con una fiducia disarmante, strapazzando chiunque gli si pari davanti. Bravo a chiudere, e sempre presente in fase di spinta. Confeziona due "quasi assist" e poi ne piazza uno vincente, di grinta e voglia, per il gol vittoria di Pasalic.
Fà e disfà, come la storica consorte di Ulisse. O meglio, prima disfà, e poi fà. Allucinante l'errore che spalanca la via del gol a Dzeko, ma ha la forza di riprendersi con il gol del pareggio. Nel finale riesce in qualche modo a mettere la museruola al bosniaco.
Si piazza davanti alla difesa e fa legna. Gioca nel sottobosco della partita senza strafare, e facendosi notare solo per un tiro deviato in calcio d'angolo. Nel complesso è comunque prezioso.
Costretto ad abbassare il ritmo per via di una condizione perfetta, alla fine capisce che la serata è troppo importante per risparmiarsi, e allora sguinzaglia tutta la sua capacità di ritagliarsi da solo la posizione giusta. E da lì sgorga la poesia del calcio.
Costretto ad abbassare il ritmo per via di una condizione perfetta, alla fine capisce che la serata è troppo importante per risparmiarsi, e allora sguinzaglia tutta la sua capacità di ritagliarsi da solo la posizione giusta. E da lì sgorga la poesia del calcio.
Unica insufficienza nerazzurra dei giocatori di movimento, e arriva perché è preciso nella fase di rottura, ma troppo avventato in quella di impostazione, mettendo i suoi a rischio di subire il 2-2 dal nulla.
Immaginare la goduria di Gasperini è difficile. Meno di venti secondi per entrare e portare la partita dalla propria parte con un arcobaleno all'incrocio dei pali: questa la partita di Pasalic. Insomma, non una cosa che capita proprio tutti i giorni. Hombre del destino.
Immaginare la goduria di Gasperini è difficile. Meno di venti secondi per entrare e portare la partita dalla propria parte con un arcobaleno all'incrocio dei pali: questa la partita di Pasalic. Insomma, non una cosa che capita proprio tutti i giorni. Hombre del destino.
Dopo i quattro gol in tre partite, fa notizia che non entri nel tabellino. Gioca a strappi senza eccessiva continuità, ma le due-tre perle tecniche che regala al pubblico gli valgono da sole la sufficienza.
Grandi botte e sportellate con Smalling, ma anche una sensibilità di piede importante per velocizzare la manovra. Esce forse in maniera ingiusta, ma chi entra al suo posto segna dopo 19 secondi. E allora è costretto a capovolgere il broncio.
Grandi botte e sportellate con Smalling, ma anche una sensibilità di piede importante per velocizzare la manovra. Esce forse in maniera ingiusta, ma chi entra al suo posto segna dopo 19 secondi. E allora è costretto a capovolgere il broncio.
La sua Atalanta non riesce a non vincere e a non esaltare. Quarto posto blindato e miglior viatico per gli ottavi di Champions' League.
Pronti via ed è super a opporsi su Gomez. Poi deve inchinarsi al tap-in di Palomino e al tiro fantastico di Pasalic, su cui non può davvero fare nulla.
Scelto al posto di Santon, il brasiliano riesce perfino a fare peggio dell'ex Inter, e non era semplice. Fragile, asfaltato da Gosens e in evidente concorso di colpa in occasione del 2-1, quando si fa soffiare il pallone manco fosse a giocare con gli amici al parco.
Di fronte al suo passato gli tremano le gambe e la sua partita è un continuo processo di involuzione. Morde poco davanti e in difesa soffre tremendamente. Si appisola colpevolmente in occasione dell'1-1 di Palomino. Ok, la difesa era a zona ma il peccato è capitale.
Di fronte al suo passato gli tremano le gambe e la sua partita è un continuo processo di involuzione. Morde poco davanti e in difesa soffre tremendamente. Si appisola colpevolmente in occasione dell'1-1 di Palomino. Ok, la difesa era a zona ma il peccato è capitale.
Rientra da titolare dopo tanto tempo e mantiene il vestito pulito anche contro il miglior attacco della Serie A. Nel finale qualche sbavatura di troppo, ma ha il merito di dare manforte a Smalling. Salva sulla linea un destro secco di Hateboer.
Visti i danni fatti recentemente in difesa, a centrocampo fa vedere di essere più a suo agio. Bene in fase di impostazione, ma è complice del pasticcio che porta al 2-1 dei padroni di casa.
Colonna della difesa e risposta alla domanda: "Perché la Roma stasera non ha subito una goleada?". Forma una buona coppia con Fazio e se la cava egregiamente sia contro Zapata che contro Gomez.
Colonna della difesa e risposta alla domanda: "Perché la Roma stasera non ha subito una goleada?". Forma una buona coppia con Fazio e se la cava egregiamente sia contro Zapata che contro Gomez.
Si defila sulla sinistra, senza però mai riuscire concretamente a sfondare su quel versante.
Si defila sulla sinistra, senza però mai riuscire concretamente a sfondare su quel versante.
E' il centrocampista che cerca maggiormente il gioco in verticale rispetto ai compagni. Presente anche in fase offensiva, ma è da matita rossa il retropassaggio che innesca l'azione del vantaggio nerazzurro.
Entra nel momento peggiore della sua squadra e cerca quantomeno di tenere il timone dritto. Gioca senza strafare, cercando qualche verticalizzazione.
Entra nel momento peggiore della sua squadra e cerca quantomeno di tenere il timone dritto. Gioca senza strafare, cercando qualche verticalizzazione.
Si sacrifica spesso in copertura e per tutto il primo tempo è l'ago della bilancia della manovra giallorossa, poi però si spegne come tutto il resto della squadra.
Corsa e rapidità al servizio della causa, anche se poi la superiorità che crea non viene mai sfruttata a dovere. E' almeno uno che ci prova e che mette in difficoltà Djimsiti. Forse, anzi, togliamo il forse, doveva restare in campo.
Corsa e rapidità al servizio della causa, anche se poi la superiorità che crea non viene mai sfruttata a dovere. E' almeno uno che ci prova e che mette in difficoltà Djimsiti. Forse, anzi, togliamo il forse, doveva restare in campo.
Si avventa sul pallone dello 0-1 con la fame di chi ha voglia di trascinare da solo la squadra fuori dalla crisi, ma non viene supportato. Anche da solo, riesce a sopravvivere in mezzo ai lupi della difesa orobica. Il migliore dei suoi.
"Boooring!", estremamente noioso. Tocchi lenti e prevedibili con poca iniziativa. Impatto minimo, quasi zero, e il salto non arriverà finché non capirà che la Serie A non è la Liga. Per ora ha la fortuna che Fonseca lo veda ancora inspiegabilmente come dodicesimo della sua Roma.
Ancora una sconfitta. Si è visto il passo in avanti della squadra, ma non è sufficiente, soprattutto se si guarda la classifica. La Champions' è a estremo rischio.