Nessun rischio, guarda la partita da posizione privilegiata.
- Dzeko 39’
- Fazio 58’
- Nainggolan 75’
- Dzeko 83’
Nessun rischio, guarda la partita da posizione privilegiata.
Nessun rischio, guarda la partita da posizione privilegiata.
Un anno incolore al Palermo, un anno incolore alla Roma, e poi finalmente l'esplosione. Lanciato anche dagli infortuni che hanno colpito la rosa giallorossa, il brasiliano si è ritagliato uno spazio importante, e stasera ha dimostrato che è tutto meritato: non fa toccare pallone a Sanchez, manda in crisi Chiesa, corre su tutta la fascia per 90 minuti.
Un anno incolore al Palermo, un anno incolore alla Roma, e poi finalmente l'esplosione. Lanciato anche dagli infortuni che hanno colpito la rosa giallorossa, il brasiliano si è ritagliato uno spazio importante, e stasera ha dimostrato che è tutto meritato: non fa toccare pallone a Sanchez, manda in crisi Chiesa, corre su tutta la fascia per 90 minuti.
Non ha grandi grattacapi, ma contribuisce a spegnere sul nascere ogni possibile iniziativa viola. Vedasi la sua precisa scivolata su Tello, a partita quasi conclusa.
Non ha grandi grattacapi, ma contribuisce a spegnere sul nascere ogni possibile iniziativa viola. Vedasi la sua precisa scivolata su Tello, a partita quasi conclusa.
Dopo essere andato vicino a un bellissimo gol a giro, sbaglia la più facile delle occasioni a due passi dalla porta. Roba che, nonostante il rotondo risultato finale, passerà le prossime ore a chiedersi "come" e, soprattutto, "perché". Sulla fascia, ordinaria amministrazione.
Partita fantastica. Annulla gli attaccanti avversari, si fa vedere addirittura in fase d'impostazione e persino in attacco. Regala gradevoli sgaloppate e chiusure pulite, da applausi.
Gara attenta e senza sbavature, condita da un colpo di testa imperante che vale il primo gol in Serie A.
Gara attenta e senza sbavature, condita da un colpo di testa imperante che vale il primo gol in Serie A.
Sprazzi del De Rossi giovane che ridefinì il concetto di centrocampista moderno: ringhia e accarezza, picchia con la mazza ferrata e tocca col fioretto. Illuminante l'assist per il gol di Dzeko, precisa la punizione per la testa di Fazio.
Parte in sordina, ma basta poco per farlo ritornare a macinare chilometri e gioco. Nel primo tempo da una palla d'oro a Bruno Peres, ma il brasiliano incredibilmente sbaglia
Macina chilometri, corre tantissimo ma riesce a mantenere sempre la lucidità per trovare la giocata giusta. Come nel primo tempo, quando lancia benissimo El Shaarawy. O come nel secondo, quando serve a Nainggolan il pallone del 3-0 con i giri giusti.
Siamo a febbraio e ha già segnato il doppio dei gol dello scorso campionato: 17 contro 8. Il bosniaco ha acquisito la fiducia che sembrava mancargli l'anno scorso: parte benissimo sul filo del fuorigioco per segnare il primo gol, strappa il pallone con prepotenza per il raddoppio.
Lo spettro di Salah è ritornato in città, ma lui sembra non farci caso e non sentire pressioni. Gioca una buona gara: forse resta qualche metro troppo lontano dalla porta, ma è determinato, pronto al sacrificio e corre tantissimo.
La squadra avversaria gli ha reso tutto molto facile, ma è innegabile che la Roma, nonostante le assenze, possa essere una macchina perfetta. Contro la pur temibile Fiorentina non ci sono state sbavature difensive, il centrocampo è stato perfetto, Dzeko ha toccato quota 17 in campionato. Il finale di stagione si preannuncia avvincente.
Non bastano due miracoli (meglio, uno e mezzo) su Dzeko, nel primo e nel secondo tempo: viene preso a cazzotti neanche fosse un punching ball. Responsabilità poche.
Gioca 20 minuti con i tempi giusti, tenendo a bada Dzeko senza problemi, poi va completamente fuori fase e commette errori non da lui.
Si capisce già nel primo tempo che non è serata: lascia troppo spazio a Bruno Peres, che va vicino al gol, e in un paio di occasioni non fa scattare la trappola del fuorigioco. Salva su una conclusione un po' sufficiente di Dzeko, ma fa la frittata pochi minuti dopo, quando una sua svirgolata manda in gol il bosniaco.
Si capisce già nel primo tempo che non è serata: lascia troppo spazio a Bruno Peres, che va vicino al gol, e in un paio di occasioni non fa scattare la trappola del fuorigioco. Salva su una conclusione un po' sufficiente di Dzeko, ma fa la frittata pochi minuti dopo, quando una sua svirgolata manda in gol il bosniaco.
Si capisce già nel primo tempo che non è serata: lascia troppo spazio a Bruno Peres, che va vicino al gol, e in un paio di occasioni non fa scattare la trappola del fuorigioco. Salva su una conclusione un po' sufficiente di Dzeko, ma fa la frittata pochi minuti dopo, quando una sua svirgolata manda in gol il bosniaco.
Non benissimo, nonostante sulla sua fascia Bruno Peres abbia vita meno facile di Emerson dal lato di Sanchez. Troppo costretto in difesa, non si vede praticamente mai in avanti. Sousa lo sostituisce con Ilicic a inizio secondo tempo.
La Roma ha vita facile a passare dalle sue parti: difende male, gestisce palloni peggio, perdendone una quantità eccessiva.
La Roma ha vita facile a passare dalle sue parti: difende male, gestisce palloni peggio, perdendone una quantità eccessiva.
Dove sei, Borja? All'Olimpico il faro del gioco viola è rimasto spento: si fa vedere poco, non combina molto in fase di impostazione, Bruno Peres gli passa alle spalle senza che lui batta ciglio e va a un soffio dal gol.
Gioca una mezz'ora scarsa in cui succede di tutto. Con la squadra schiacciata, può poco, fa pochissimo.
Gioca meglio del suo compagno di centrocampo, ma non riesce comunque a raggiungere la sufficienza. Ogni tanto si fa vedere in avanti, si fa apprezzare per qualche pregevole intervento difensivo, ma alla fine naufraga come tutti gli altri.
Nella timidezza iniziale dei suoi è quello più vivace e spregiudicato, quello che più si fa vedere con iniziative personali, quello che cerca di suonare la sveglia. Poi si perde nell'individualismo, e cala con il resto dei suoi.
Un quarto d'ora insipido: prova un'accelerazione, Manolas gli fa capire che non è aria. E non ci prova più.
Una partita assurda in senso negativo come quella di Emerson è assurda in senso positivo: si fa saltare continuamente, quasi senza opporre resistenza. Tiene in gioco Dzeko sul gol dell'1-0, si fa sovrastare da Fazio sul 2-0, una sua svirgolata rischia di mandare in gol Nainggolan.
Ha l'occasione di dimostrare quanto vale partendo dal primo minuto, ma il suo gioco è fumoso: si fa vedere poco dai compagni, a tratti si comporta con sufficienza, sbaglia anche passaggi elementari.
Si perde nelle difficoltà cosmiche della sua squadra: prova a giocarsi la carta della generosità battendosi e cercando di recuperare palloni in difesa, ma non basta.
Dopo la buona mezz'ora vista nel primo tempo, avrebbe potuto approcciarsi al secondo tempo in maniera diversa. E invece mostra il fianco alla Roma, che raddoppia subito. Il cambio Olivera-Ilicic e lo squilibrio che ne è derivato hanno il sapore della resa incondizionata.
Dopo la buona mezz'ora vista nel primo tempo, avrebbe potuto approcciarsi al secondo tempo in maniera diversa. E invece mostra il fianco alla Roma, che raddoppia subito. Il cambio Olivera-Ilicic e lo squilibrio che ne è derivato hanno il sapore della resa incondizionata.