Limita il passivo con almeno 5 parate, diverse delle quali su un Gabbiadini in cerca di gloria. Forse non è irreprensibile in occasione dell'uscita da cui nasce il terzo gol, ma c'è da dire che i compagni rimangono imbambolati a guardare il pallone, senza curarsi di Insigne.
Limita il passivo con almeno 5 parate, diverse delle quali su un Gabbiadini in cerca di gloria. Forse non è irreprensibile in occasione dell'uscita da cui nasce il terzo gol, ma c'è da dire che i compagni rimangono imbambolati a guardare il pallone, senza curarsi di Insigne.
Disastroso nella fase difensiva, nullo nella metà campo avversaria: Pioli punta su di lui dopo che De Boer, sostanzialmente, l'aveva "panchinato" con discreta costanza. Il terzino ripaga con l'ennesima prestazione deludente, nel corso della quale spalanca la porta un po' a tutti, da Hamsik a Insigne, passando per Zielinski.
Dovrebbe essere il leader silenzioso della difesa nerazzurra. Pare che sia rimasta soltanto l'afasia, perché di leadership neanche a parlarne: vaga per il campo in modalità zombie, senza prodigarsi in alcun intervento degno di nota. Assente in tutte le occasioni che contano.
Due-tre discrete chiusure non bastano a compensare i disastri che combina nei momenti topici. Sempre in ritardo, lascia una voragine ad Hamsik - in complicità con D'Ambrosio - in occasione del raddoppio partenopeo. In varie situazioni assomiglia più a una statua di sale che a quello che un tempo era tra i più promettenti difensori italiani.
Due-tre discrete chiusure non bastano a compensare i disastri che combina nei momenti topici. Sempre in ritardo, lascia una voragine ad Hamsik - in complicità con D'Ambrosio - in occasione del raddoppio partenopeo. In varie situazioni assomiglia più a una statua di sale che a quello che un tempo era tra i più promettenti difensori italiani.
La sua fascia è terra di conquista per gli avanti partenopei. Troppo molle, incapace di leggere i tagli di Callejon e di offrire un'opposizione credibile al dinamismo dello spagnolo; non si fa neppure perdonare con qualche bella giocata in avanti: lontano parente del terzino visto in Liguria l'anno passato.
Tra i pochi nerazzurri positivi nel primo tempo, si spegne gradualmente e dopo il gol di Insigne si lascia prendere dallo sconforto. A volte ritarda troppo la giocata, rischiando di perdere palloni pericolosi - e talvolta accade - davanti all'area di rigore; va al tiro ma senza trovare mai la porta.
Pioli ha deciso di puntare sullo strapagato francese, ma sia contro la Fiorentina che contro il Napoli è dovuto tornare sui suoi passi. L'ex Monaco semplicemente non ha la rapidità, di gamba ma soprattutto mentale, per giocare in Serie A: la sua inadeguatezza emerge ancor di più contro centrocampisti veloci e incisivi come quelli del Napoli.
Pioli ha deciso di puntare sullo strapagato francese, ma sia contro la Fiorentina che contro il Napoli è dovuto tornare sui suoi passi. L'ex Monaco semplicemente non ha la rapidità, di gamba ma soprattutto mentale, per giocare in Serie A: la sua inadeguatezza emerge ancor di più contro centrocampisti veloci e incisivi come quelli del Napoli.
Propositivo, ma non basta. Nel momento decisivo gli manca un pizzico di cinismo: è vero che Reina compie un intervento da campione nel tenere sulla linea di porta la sua conclusione, ma il tiro è troppo centrale e scoccato con poca convinzione. E non è l'unica occasione che si divora.
Propositivo, ma non basta. Nel momento decisivo gli manca un pizzico di cinismo: è vero che Reina compie un intervento da campione nel tenere sulla linea di porta la sua conclusione, ma il tiro è troppo centrale e scoccato con poca convinzione. E non è l'unica occasione che si divora.
Sarebbe anche tra i più intraprendenti e l'unico ad avvalersi di una condizione fisica decente; corre fino all'ultimo e combatte, ma sulla sua valutazione pesano non poco le tante occasioni sciupate. Sfiora il palo in apertura di ripresa e si divora un paio di gol nel finale.
Uno dei pochi tra i nerazzurri a regalare giocate di qualità nel primo tempo. Costruisce la prima palla gol dell'Inter insieme a Icardi, è bravo a trovare spazio tra le linee, meno quando deve pressare sui centrocampisti avversari. Esce nell'intervallo dopo aver accusato un problema fisico nella prima frazione.
Rileva Kondogbia ma non offre tanto di più alla causa. Qualche pallone recuperato, numerose giocate sbagliate sia tecnicamente che concettualmente: che il bel centrocampista visto all'Europeo sia stato un abbaglio?
Il Napoli l'aveva cercato in estate per fare di lui il successore di Higuain: forse dopo questa partita si saranno ricreduti. Esalta i riflessi di Reina sprecando un paio di ottime palle-gol, in alcune occasioni si incarta con il pallone tra i piedi o, strano a dirsi, è troppo altruista; nel secondo tempo si attesta sulla mediocrità generale, dato che i compagni lo abbandonano.
Non incide sul match come potrebbe. Volitivo e poco più: in passato contro il Napoli si era fatto apprezzare per la concretezza vicino alla porta, stavolta gravita troppo lontano dai pali difesi da Reina e non riesce mai a rendersi pericoloso. E a differenza di Banega fa letteralmente impantanare la manovra nerazzurra.
Si diceva che il problema dell'Inter fosse un allenatore olandese dalle vedute ristrette, ma intanto i nerazzurri continuano a prendere caterve di gol: la fase difensiva della sua squadra è orripilante, la transizione inesistente, le coperture pura immaginazione. Qualche bella giocata nella metà campo avversaria non basta: c'è tantissimo da lavorare, sotto tutti gli aspetti.
Si diceva che il problema dell'Inter fosse un allenatore olandese dalle vedute ristrette, ma intanto i nerazzurri continuano a prendere caterve di gol: la fase difensiva della sua squadra è orripilante, la transizione inesistente, le coperture pura immaginazione. Qualche bella giocata nella metà campo avversaria non basta: c'è tantissimo da lavorare, sotto tutti gli aspetti.
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