Beffato dall'autogol di Murillo, si supera su Monachello, su Toloi (immenso) e su Cigarini. Bene anche in apertura di partita, su Dramé. Alla fine dell'anno faremo i conti, ma già da ora si può dire che una decina di punti arrivano dai suoi guantoni.
Beffato dall'autogol di Murillo, si supera su Monachello, su Toloi (immenso) e su Cigarini. Bene anche in apertura di partita, su Dramé. Alla fine dell'anno faremo i conti, ma già da ora si può dire che una decina di punti arrivano dai suoi guantoni.
Soffre, e non poco, Dramé. Si fa saltare con regolarità da Gomez o da chiunque decida di andare ad attaccare dalle sue parti. Decisamente, una giornata-no.
Soffre, e non poco, Dramé. Si fa saltare con regolarità da Gomez o da chiunque decida di andare ad attaccare dalle sue parti. Decisamente, una giornata-no.
In una partita in cui i compagni di reparto fanno tutto fuorché dargli una mano, si deve caricare sulle spalle più responsabilità del solito. Non è perfetto, ma almeno ci prova.
Dopo l'autogol, che pure può capitare a chiunque, è come se diventasse un altro giocatore: impreciso, insicuro, imprevedibile nell'errore. Controllo emotivo sicuramente da rivedere.
Efficace nella fase difensiva, poco influente in quella offensiva. Dalle sue parti difficilmente si attacca con successo. Non attentissimo in occasione del tiro di Cigarini neutralizzato da Handanovic.
Nel primo tempo è fra i pochi a salvarsi: bene in copertura, ottimo nella gestione delle ripartenze. Nella ripresa soffre il piglio degli avversari, e cala con tutta la squadra.
Senz'infamia e senza lode. Un compitino senza eccessive sbavature, ma avrebbe dovuto e potuto fare molto di più. Viene ammonito sul finale, è il primo ad uscire per far posto a Perisic.
Tutto sommato, uno dei migliori. Ma la sua gara non è senza errori: appoggi sbagliati e marcature saltate rendono più semplice il gioco all'Atalanta. Di certo non una partita da ricordare.
Mandato in campo per sparigliare una situazione ingarbugliata, non entra mai pienamente in partita nei venti minuti giocati. Si becca un inutile giallo per un fallo a metà campo.
Entra nell'azione del gol del pareggio con un bellissimo e veloce scambio con Jovetic. A parte quello, tre svogliate conclusioni nella ripresa che non riescono nemmeno a sporcare i guantoni di Sportiello.
Partenza col botto (3 gol nelle prime due di campionato), poi la scomparso: Mancini ha cominciato a preferirgli altri. E non c'è da biasimarlo se poi, quando lo schiera dall'inizio, lui ripaga così. Lo scambio con Icardi nell'azione del pari, e poi il nulla.
Partenza col botto (3 gol nelle prime due di campionato), poi la scomparso: Mancini ha cominciato a preferirgli altri. E non c'è da biasimarlo se poi, quando lo schiera dall'inizio, lui ripaga così. Lo scambio con Icardi nell'azione del pari, e poi il nulla.
Almeno ha il merito di provarci. In un pomeriggio in cui l'attacco dell'Inter si rifiuta di svegliarsi, lui fa il possibile per suonare la carica. I risultati, alla fine, scarseggiano. Ma almeno c'è l'orgolio.
Almeno ha il merito di provarci. In un pomeriggio in cui l'attacco dell'Inter si rifiuta di svegliarsi, lui fa il possibile per suonare la carica. I risultati, alla fine, scarseggiano. Ma almeno c'è l'orgolio.
Un punto in due partite, in questa fase del campionato, è dato preoccupante. Soprattutto perché le due partite sono contro Sassuolo e Atalanta. Non c'è gioco, le idee scarseggiano, e senza Handanovic si parlerebbe di tutt'altra storia. Da rivedere. In fretta.
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