È la quarta volta in carriera che subisce 7 gol, ma questa volta fa certamente più male. Nessuna particolare responsabilità sui gol subiti, ma certamente una gestione del reparto che è mancata soprattutto nell'organizzazione.
- Hernandez T. 19’
- Kessie' rig 26’
- Diaz B. 50’
- Hernandez T. 62’
- Rebic 68’
- Rebic 72’
- Rebic 79’
Come per Rincon, il suo ingresso non riesce ad incidere. Al contrario mette in mostra il peggio del repertorio, non riuscendo mai ad esprimersi al meglio.
Contro la sua ex squadra colleziona l'ennesima prestazione da dimenticare, ma dopo questa volta difficilmente riuscirà a fare peggio.
Probabilmente la sue peggior prestazione in carriera. Provoca con un intervento scriteriato il rigore dello 0-2, poi una serie di errori a raffica che condannano il Toro.
Probabilmente la sue peggior prestazione in carriera. Provoca con un intervento scriteriato il rigore dello 0-2, poi una serie di errori a raffica che condannano il Toro.
Nelle terribile retroguardia del Toro alza troppo presto bandiera bianca ed entra di diritto tra i peggiori del match.
Oltre una serie interminabile di errori che condannano irrimediabilmente il Toro, anche un'occasione offensiva colossale, sprecata come peggio non poteva.
Che il suo avversario non fosse tra i più agevoli non vi erano dubbi, ma che dovesse mettere in atto una simile tremenda prestazione non si poteva proprio prevedere.
Entra per far rifiatare il centrocampo dei suoi, ma ci si accorge del suo ingresso in campo solo per un calcio rifilato agli avversari e per l'evidenza del suo numero sul tabellone luminoso.
Nel minor tempo di gioco a disposizione rispetto ai suoi compagni riesce a mettere in atto il peggior repertorio possibile. Perde goffamente il pallone da cui origina il secondo gol di Rebic, ma non si ferma qui, calciando alle stelle un calcio punizione offensivo e mancando anche il controllo palla più elementare.
Tra i pochissimi del Toro a salvarsi, almeno in parte. Ci mette impegno, ma non basta e lascia il campo rammaricato.
Una sagoma in mezzo al campo che non riesce a filtrare alcun pallone, né a innescare l'azione più elementare. Partita da dimenticare, come quella di tutto il Toro.
Nervoso, disordinato tatticamente e mai funzionale alla manovra. Lascia il campo a capo chino, cosciente delle proprie responsabilità
In fondo è l'unico a provarci, ma gli errori non mancano e in gare come queste vengono pagati a carissimo prezzo.
Preferito a Sanabria e Belotti, non riesce a ricambiare la fiducia del tecnico, mettendo in campo la peggior prestazione possibile.
Ci mette del suo schierando una formazione certamente deficitaria rispetto al potenziale di squadra, ma i 7 gol subiti sono una punizione eccessiva per il tecnico granata, che certamente saprà farsi sentire negli spogliatoi.
Ci mette del suo schierando una formazione certamente deficitaria rispetto al potenziale di squadra, ma i 7 gol subiti sono una punizione eccessiva per il tecnico granata, che certamente saprà farsi sentire negli spogliatoi.
In una partita apparentemente tranquilla ci pensa Calhanoglu a metterlo nei guai, ma riesce con forte concentrazione a ipnotizzare Bremer e salvare i suoi, lanciandoli verso lo strabiliante risultato odierno.
In una partita apparentemente tranquilla ci pensa Calhanoglu a metterlo nei guai, ma riesce con forte concentrazione a ipnotizzare Bremer e salvare i suoi, lanciandoli verso lo strabiliante risultato odierno.
Un gol annullato per una punta di scarpino in fuorigioco non pregiudica la solita prestazione maiuscola a coronamento di una stagione da incorniciare.
Rischia l'incolumità della caviglia con un deciso intervento su Zaza, ma si rialza senza tentennamenti e si conferma leader assoluto di questa compagine.
In questo Milan chi si ferma è perduto. Lo bene Diego Dalot che entra con tutta la voglia di far bene e al secondo pallone giocabile propizia il tris di Rebic.
AL 19' il gol del numero 19 più indispensabile che si ricordi a memoria d'uomo rossonero. Nel momento del bisogno emergono migliori e Theo risponde sempre presente, come in occasione del bis che mette definitivamente ko il Toro.
Sulle ali dell'entusiasmo, dopo la prestazione da incorniciare esibita contro la Juve, si conferma leader difensivo e in coppia con Kjaer alza il muro dinanzi Donnarumma.
Entra in campo con la voglia di spaccare il mondo e dimostrare soprattuto a se stesso di che pasta è fatto. Vi riesce pienamente, con un bis di assist che lanciano il Diavolo, con convinzione, verso la qualificazione Champions.
Entra in campo con la voglia di spaccare il mondo e dimostrare soprattuto a se stesso di che pasta è fatto. Vi riesce pienamente, con un bis di assist che lanciano il Diavolo, con convinzione, verso la qualificazione Champions.
Della genesi del suo soprannome non v'è certezza, si va dalle origini ivoriane, al fatto che abbia parcheggiato nel posto auto assegnato a Gazidis. Poco cambia perché questa sera il Presidente guadagna con pieno merito l'appellativo, imperando in ogni parte del campo. Nella stessa azione è in grado di essere l'ultimo difensore e sul capovolgimento la punta più avanzata. Gara a senso unico del Diavolo, ma prestazione individuale da incorniciare.
Della genesi del suo soprannome non v'è certezza, si va dalle origini ivoriane, al fatto che abbia parcheggiato nel posto auto assegnato a Gazidis. Poco cambia perché questa sera il Presidente guadagna con pieno merito l'appellativo, imperando in ogni parte del campo. Nella stessa azione è in grado di essere l'ultimo difensore e sul capovolgimento la punta più avanzata. Gara a senso unico del Diavolo, ma prestazione individuale da incorniciare.
Solita partita di sacrificio e corsa, con errore difensivo imperdonabile, nonostante il salvataggio di Donnarumma e l'assenza di conseguenze. Cresce alla lunga, meritando la piena sufficienza.
Solita partita di sacrificio e corsa, con errore difensivo imperdonabile, nonostante il salvataggio di Donnarumma e l'assenza di conseguenze. Cresce alla lunga, meritando la piena sufficienza.
Parte con il freno a mano tirato, ma alla lunga cresce a meraviglia, divenendo protagonista di un grandioso match, con tanto lavoro sporco da dietro le quinte.
Parte con il freno a mano tirato, ma alla lunga cresce a meraviglia, divenendo protagonista di un grandioso match, con tanto lavoro sporco da dietro le quinte.
Come per Dalot, entra in campo con il solo obiettivo di far bene e vi riesce a pieni voti, propiziando un gol e garantendo solidità in fase di non possesso.
Si è sentita la sua mancanza in mezzo al campo nel momento più difficile della stagione rossonera. In 45' tantissimi palloni giocati e un'intelligenza tattica fuori dal comune sono sufficienti a premiarlo con la piena sufficienza.
Un gol, un assist, una traversa e una serie interminabile di formidabili giocate. La consacrazione contro la Juventus, ma Torino è città d'oro per il giovane talento rossonero.
Un gol, un assist, una traversa e una serie interminabile di formidabili giocate. La consacrazione contro la Juventus, ma Torino è città d'oro per il giovane talento rossonero.
Un gol, un assist, una traversa e una serie interminabile di formidabili giocate. La consacrazione contro la Juventus, ma Torino è città d'oro per il giovane talento rossonero.
È un diesel, ma oramai questa è la consuetudine delle sue stagioni. Ciò che conta è che nel momento del bisogno per il Milan lui c'è sempre e anche questa sera lo dimostra con una tripletta, impreziosita da uno splendido assist che fanno volare il Milan.
Nonostante il poco tempo a disposizione, mette in campo il meglio del repertorio, con una galoppata vincente che propizia il bis momentaneo di Rebic.
In pochi giorni 2 vittorie, 10 gol realizzati e 0 subiti contro Juventus e Torino. Nella stessa città, la medesima che potrebbe coronare il sogno Champions dei suoi.