Ormai è sempre più una certezza e disinnesca Lautaro con la voglia di chi vuole farsi notare per il post-Handanovic. Incolpevole invece sui due gol nerazzurri.
- Martinez L. 52’
- Ilic 63’
- Skriniar 69’
Si fa ipnotizzare da Handanovic nel primo tempo e non trova il secondo gol dell'ex, poi nella ripresa finisce nel tritacarne chiamato Hakimi.
Meno aggressivo del solito per una forma di naturale rispetto nei confronti di Young, che però è bravo a sverniciare in occasione del gol del pareggio. Qualche sbavatura in fase difensiva ma quella giocata gli vale il 6 in pagella.
Meno aggressivo del solito per una forma di naturale rispetto nei confronti di Young, che però è bravo a sverniciare in occasione del gol del pareggio. Qualche sbavatura in fase difensiva ma quella giocata gli vale il 6 in pagella.
A differenza di Magnani, non arriva al picco ma mantiene un'incredibile costanza reggendo bene la forza d'urto degli attaccanti nerazzurri, anche se spesso in maniera non piacevole per gli occhi, ma quel che conta è la sostanza.
A differenza di Magnani, non arriva al picco ma mantiene un'incredibile costanza reggendo bene la forza d'urto degli attaccanti nerazzurri, anche se spesso in maniera non piacevole per gli occhi, ma quel che conta è la sostanza.
A differenza di Magnani, non arriva al picco ma mantiene un'incredibile costanza reggendo bene la forza d'urto degli attaccanti nerazzurri, anche se spesso in maniera non piacevole per gli occhi, ma quel che conta è la sostanza.
Entra nel momento migliore dell'Inter e riesce comunque a non smarrire la bussola anche se i suoi compagni si spingono in avanti e concedono spazi dietro.
Primo tempo da dominatore assoluto nel duello con Lukaku, come aveva fatto con Ibrahimovic. Purtroppo però la sua riserva d'energia è nettamente inferiore a quella del belga, e nel finale le pile si esauriscono. Nel complesso è sufficiente la sua prova.
Primo tempo da dominatore assoluto nel duello con Lukaku, come aveva fatto con Ibrahimovic. Purtroppo però la sua riserva d'energia è nettamente inferiore a quella del belga, e nel finale le pile si esauriscono. Nel complesso è sufficiente la sua prova.
Gioca una mezz'ora quasi splendida, con chiusure sempre precise e anticipi secchi. Al 30' però il primo (e unico) errore gli costa caro: giallo per fallo su Lautaro e iperestensione del ginocchio. Sostituito.
Serata pessima per lui che entra a freddo per l'infortunio a Dawidowicz, permette all'Inter di sbloccare la gara lasciando un paio di metri di troppo a Lautaro, e infine esce anche per infortunio.
Serata pessima per lui che entra a freddo per l'infortunio a Dawidowicz, permette all'Inter di sbloccare la gara lasciando un paio di metri di troppo a Lautaro, e infine esce anche per infortunio.
Non riesce a impattare bene la partita restando un po' troppo nell'anonimato dal suo ingresso in campo.
Non riesce a impattare bene la partita restando un po' troppo nell'anonimato dal suo ingresso in campo.
Fa il suo sulla fascia cercando qualche volta la superiorità numerica, anche se è difficile trovare spazio nelle maglie nerazzurre.
Fa il suo sulla fascia cercando qualche volta la superiorità numerica, anche se è difficile trovare spazio nelle maglie nerazzurre.
E' l'uomo in più del Verona quando c'è da attaccare. Scambi stretti sempre precisi e quel tacco per Dimarco che è una delizia. Juric lo richiama forse troppo presto in panchina.
Come per gran parte del Verona, la partenza è convincente ma poi va in debito d'ossigeno e nel finale sbaglia qualche passaggio elementare non da lui.
Come per gran parte del Verona, la partenza è convincente ma poi va in debito d'ossigeno e nel finale sbaglia qualche passaggio elementare non da lui.
E' l'imprescindibile per Juric e lo fa capire a ogni giocata e a ogni chiusura, ma costa carissimo all'Hellas la sua marcatura blanda su Skriniar, che plana in area di rigore per il gol che vale i tre punti per i nerazzurri.
E' l'imprescindibile per Juric e lo fa capire a ogni giocata e a ogni chiusura, ma costa carissimo all'Hellas la sua marcatura blanda su Skriniar, che plana in area di rigore per il gol che vale i tre punti per i nerazzurri.
I problemi di Salcedo lo chiamano in causa come falso nove nell'attacco gialloblù. Lui trova il primo gol in A con un tocco di rapina, dopo il regalo inopinato di Samir Handanovic.
De Vrij lo segue anche al bagno; l'olandese è la sua ombra e il 9 ci prova ma trova pochi spazi. Sfortunato al tramonto della prima frazione, quando un compagno gli procura un taglio sulla testa. Juric per precauzione lo lascia negli spogliatoi.
L'emergenza costringe Juric ad affidarsi al giovanissimo gambiano, che però è un corpo estraneo fino all'inevitabile sostituzione. Troppo leggero per fare anche solo il solletico a Skriniar e de Vrij.
L'emergenza costringe Juric ad affidarsi al giovanissimo gambiano, che però è un corpo estraneo fino all'inevitabile sostituzione. Troppo leggero per fare anche solo il solletico a Skriniar e de Vrij.
Non si arrende nemmeno alla sfortuna, almeno fino al 94'. Urla fino allo stremo delle forze in una partita ben preparata ma condizionata dalle tante assenze e infortuni in corsa.
Subito reattivo su Dimarco a voler certificare una rinascita, ed ecco che invece nel secondo tempo si mette il cappello da Santa Claus e regala un gol clamoroso a Ilic con una topica pazzesca. Per sua fortuna l'Inter non perde punti, altrimenti Conte gli avrebbe tolto il panettone.
Fa ammattire Salcedo, mangia in un paio di bocconi Colley, senza mai andare minimamente in affanno. Anticipi sempre perfetti e contrasti aerei che lo vedono uscire sempre vincitore. Sempre.
Doveva scacciare i fantasmi dell'ultimo precedente al Bentegodi, e di certo il tiromancino di Handanovic non lo aveva aiutato. Con grinta lo slovacco si porta in area avversaria e timbra un gol pesantissimo, che vale tre punti.
Irriconoscibile a tal punto da diventare l'anello debole del terzetto difensivo nerazzurro. Colpiscono non tanto i suoi interventi in chiusura, quanto gli errori in fase di uscita e in quella di impostazione. Sembra distratto.
Ci prova subito con una sassata dalla distanza, ma poi si spegne in maniera lenta e quasi inesorabile. Troppo blando nel tackle su Faraoni in occasioni del pari del Verona.
Ci prova subito con una sassata dalla distanza, ma poi si spegne in maniera lenta e quasi inesorabile. Troppo blando nel tackle su Faraoni in occasioni del pari del Verona.
Ok, l'aggettivo era riferito a un brasiliano che indossava la maglia dei cugini, ma gli calza benissimo. Nel primo tempo sembra timido, ma quando sguinzaglia tutti i suoi cavalli sono dolori per chiunque gli capita a tiro. Macina chilometri e piazza l'assist che apre la partita. Fondamentale.
Ok, l'aggettivo era riferito a un brasiliano che indossava la maglia dei cugini, ma gli calza benissimo. Nel primo tempo sembra timido, ma quando sguinzaglia tutti i suoi cavalli sono dolori per chiunque gli capita a tiro. Macina chilometri e piazza l'assist che apre la partita. Fondamentale.
Un primo tempo a ritmi stra-lenti, quasi irritanti, con passaggi sempre e solo all'indietro. Si risveglia un po' nella ripresa, guadagnando la sufficienza con il cross che trova l'inzuccata vincente di Skriniar.
Doveva essere la grande mossa del Piano B di Conte. E invece, quelle rare volte che tocca il pallone (male) viene solo in mente la sigla di "Chi l'ha visto?". Esce per disperazione.
Mai troppo continuo nella partita, ma sempre molto utile in chiusura nel dare una mano alla difesa. Troppo frettoloso e arruffone invece quando c'è da offendere.
Fare meglio di Perisic era un compito da prima elementare, ma il cileno vuole di più e entra molto bene in partita, azzeccando anche un paio di corridoi molto interessanti per il motorino Hakimi.
Fare meglio di Perisic era un compito da prima elementare, ma il cileno vuole di più e entra molto bene in partita, azzeccando anche un paio di corridoi molto interessanti per il motorino Hakimi.
Non smette mai di correre, sgroppare e fare sponde preziose per i compagni. Tiene sempre su la squadra con potenza e prepotenza, vincendo alla lunga il bel duello con Magnani. Nel finale con egoismo cerca anche il gol, ma non lo trova. La sua prova resta più che sufficiente.
Torna a segnare dopo un mese sebbene i segnali del primo tempo non fossero stati rassicuranti. Ma al Toro basta un metro; Lovato glielo concede e lui fulmina Silvestri con una girata letale che entra con l'aiuto del palo.
Torna a segnare dopo un mese sebbene i segnali del primo tempo non fossero stati rassicuranti. Ma al Toro basta un metro; Lovato glielo concede e lui fulmina Silvestri con una girata letale che entra con l'aiuto del palo.
Continua a incalzare la società per nuovi acquisti, magari Gomez, ma nel frattempo seppur con sofferenza chiude il 2020 vincendo su un campo ostico.