Con un gran riflesso vola a negare il gol a Luis Alberto al 28', dopo che lo spagnolo aveva provato a beffarlo qualche minuto prima con un tiro stampatosi sulla traversa. Non perfetto sul gol di Keita, ma era difficile fare di più, mentre è incolpevole sul bel colpo di testa di Murgia.
Il migliore dei suoi, non perde mai la testa e gioca sempre con lucidità. Non legge bene il taglio di Murgia, accorciando in ritardo sull'inserimento del centrocampista biancoceleste.
Keita, schierato da Simone Inzaghi al centro dell'attacco, va al doppio della velocità: è ovvio che il francese vada in difficoltà, soprattutto sui tagli del giocatore senegalese. Se la cava con un po' di mestiere, ma vive il match in costante apprensione; nel secondo tempo male in occasione di entrambi i gol.
Keita, schierato da Simone Inzaghi al centro dell'attacco, va al doppio della velocità: è ovvio che il francese vada in difficoltà, soprattutto sui tagli del giocatore senegalese. Se la cava con un po' di mestiere, ma vive il match in costante apprensione; nel secondo tempo male in occasione di entrambi i gol.
All'inizio è il più continuo tra i difensori viola, si fa trovare al posto giusto quando serve. Nel primo tempo si esibisce anche in un bel cross di sinistro, degno di un terzino di spinta; va in sofferenza contro i movimenti di Luis Alberto e Patric. Nella ripresa tiene in gioco Keita sul lancio in profondità e sembra perdere le distanze dai compagni di reparto.
All'inizio è il più continuo tra i difensori viola, si fa trovare al posto giusto quando serve. Nel primo tempo si esibisce anche in un bel cross di sinistro, degno di un terzino di spinta; va in sofferenza contro i movimenti di Luis Alberto e Patric. Nella ripresa tiene in gioco Keita sul lancio in profondità e sembra perdere le distanze dai compagni di reparto.
Nel primo tempo soffre contro l'intraprendente Patric, ma soprattutto non si vede mai in avanti. La corsia mancina è praticamente inutilizzata in casa Fiorentina, la situazione migliora quando l'uruguaiano lascia il posto a Sanchez.
È l'unico in grado di mettere ordine nel centrocampo viola, a volte è costretto a prendere palla direttamente nella sua area di rigore per poter iniziare il gioco. Disputa una partita di livello, mettendo lo zampino nelle azioni decisive per la vittoria dei padroni di casa.
È l'unico in grado di mettere ordine nel centrocampo viola, a volte è costretto a prendere palla direttamente nella sua area di rigore per poter iniziare il gioco. Disputa una partita di livello, mettendo lo zampino nelle azioni decisive per la vittoria dei padroni di casa.
È l'unico in grado di mettere ordine nel centrocampo viola, a volte è costretto a prendere palla direttamente nella sua area di rigore per poter iniziare il gioco. Disputa una partita di livello, mettendo lo zampino nelle azioni decisive per la vittoria dei padroni di casa.
Deve portare la borraccia anche per Borja Valero, non si risparmia e, da gregario di lusso, prova a spingersi più volte in avanti. Il problema è che lo scatenato Luis Alberto gravita dalle sue parti e, in particolare nel primo tempo, lo fa letteralmente ammattire. Ma nella ripresa proprio da una delle sue incursioni arriva l'assist per il pareggio di Babacar, l'azione che dà il via alla controffensiva viola.
Inizia bene, impegnando Strakosha con un bel sinistro, ma per tutto il match si accende a intermittenza. Potrebbe fare molto di più, in certi momenti sembra potersi prendere la squadra sulle spalle, in altri è assente dal gioco, anche mentalmente.
Il suo ingresso cambia radicalmente il match. La Fiorentina comincia a creare pericoli dalla fascia, non a caso è un suo tiro-cross a mandare nel pallone Strakosha, generando il gol di Kalinic. Preziosissima arma in corso d'opera.
Il suo ingresso serve a dare equilibrio, visto che contemporaneamente entrano Tello e Kalinic. Aiuta la squadra a centrare una preziosa vittoria con le sue qualità, che sono quelle di un giocatore poco appariscente ma efficace.
Vaga per il campo senza costrutto, risultando l'uomo in meno della Fiorentina per l'intero primo tempo. Poche giocate efficaci, qualche punizione guadagnata e tanti palloni persi: Paulo Sousa lo sostituisce nella ripresa.
Si batte come un leone nel primo tempo, non riuscendo a trovare la zampata vincente. Nella ripresa il suo colpo di testa vincente è decisivo per le sorti della gara: il pareggio è il primo mattone per costruire la rimonta dei padroni di casa. Con Kalinic di fianco è tutta un'altra cosa.
Entra e rivolta il match come un guanto. La sua sola presenza in area permette maggiore libertà per Babacar, che la sfrutta subito siglando il pareggio; sul 2-1 si mette in proprio, firmando un gol di rapina, poi causa l'autorete di Lombardi con uno splendido tiro a giro che si infrange sul palo. Come si può lasciarlo fuori?
Perde il duello con Lukaku, che lo costringe a una gara di sacrificio ma soprattutto lo semina più volte lungo la fascia di competenza. Nella metà campo offensiva non ripaga la fiducia di Sousa, visto che a parte qualche doppio passo - più scenografico che altro - non combina nulla di buono. Così l'allenatore lo leva dal campo e non a caso la situazione migliora.
Con il triplice cambio dà una scossa alla partita: la squadra lo ripaga della scelta, perché si scuote e trova un'insperata rimonta, dimostrando di avere un'anima. Ora l'allenatore portoghese si giocherà le ultime speranze di qualificazione in Europa: se la Fiorentina può ancora crederci lo deve al grande secondo tempo di oggi.
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Rappresentano un giudizio complessivo e dettagliato sulla prestazione dei singoli calciatori.