Tante volte nella stagione della Fiorentina il portierino francese è stato al centro delle critiche per decisioni non eccelse, ma questa sera se il passivo non è più pesante al termine del primo tempo è anche merito suo che con due/tre parate evita il +3 ad alcuni avversari. Nulla può sulla spizzata di Calhanoglu.
L'agitazione è una costante in tutti i giocatori della Fiorentina con una situazione ambientale non facile. Lui inizia malamente sbagliando anche gesti tecnici semplici. Alla lunga prova a reagire, ma non riesce mai a scrollarsi di dosso le paure e commette tanti piccoli errori che rendono la sua prestazione insufficiente.
Nel primo tempo 4 attacchi su dieci del Milan arrivano dalla sua fascia e lui va in confusione più totale. Non riesce mai a tenere Suso quando lo punta, né chi arriva in quella zona di campo per sfruttare la superiorità numerica in mezzo all'area. Gara da dimenticare.
Nel primo tempo ha all'attivo almeno 4 interventi decisivi che hanno tolto al Milan la gioia del gol, specialmente su Piatek in apertura di partita. Nel secondo tempo non viene sollecitato più di tanto e la sua gara fila via liscia.
Non bene come il suo compagno di reparto, ma viene cercato con meno insistenza dagli attaccanti rossoneri sebbene in qualche occasione abbia dato l'impressione di poter essere l'anello debole del tandem centrale della Fiorentina. Tutto sommato quando viene puntato si districa bene e non va mai in affanno.
Si lascia trascinare dal rendimento dei compagni, non è quello di inizio stagione - come nessuno nella Fiorentina -, ma da lui ci si aspetta sempre qualcosa di più. Stasera non bene nel primo tempo e nella ripresa, pur facendo qualcosa di più, non riesce a togliersi di dosso le preoccupazioni che lo hanno caratterizzato per i primi 45 minuti.
Alla Fiorentina mancava qualità da metà campo in su e con il suo ingresso si è visto palesemente. Catalizza tutte le manovre della Fiorentina dal suo ingresso in campo e crea spesso e volentieri la superiorità numerica in mezzo al campo sebbene il Milan parta di base con un uomo in più nei minuti in cui lui è in campo. Forse serviva inserirlo prima.
Il voto più contestato della serata. Partiamo dal primo tempo: si sveglia solo nel finale con una timida accelerazione dopo aver comunque perso tanti palloni sul pressing rossonero. Nella ripresa fa il suo solito: tocca tanti palloni, anche in maniera confusa alle volte, ma grazie al suo talento qualcosa crea anche, come per Mirallas. A fronte di 21 palloni persi, però, uno dal suo potenziale non può limitarsi a quanto fatto vedere contro un Milan in affanno nella ripresa e il contropiede sprecato nel finale è l'emblema di una gara di volontà, ma non eccelsa.
Copia incolla della gara di Biraghi: il Milan emule del Ras della Fossa di Abatantuoniana memoria sulla sua fascia spadroneggia e lui non trova mai i tempi di gioco giusti per aiutare Biraghi, sempre troppo solo. Quando poi si affaccia in avanti per aiutare la manovra degli attaccanti regala palloni ai fotografi con cross a dir poco sballati.
Copia incolla della gara di Biraghi: il Milan emule del Ras della Fossa di Abatantuoniana memoria sulla sua fascia spadroneggia e lui non trova mai i tempi di gioco giusti per aiutare Biraghi, sempre troppo solo. Quando poi si affaccia in avanti per aiutare la manovra degli attaccanti regala palloni ai fotografi con cross a dir poco sballati.
Come frangiflutti se la cavicchia, come generatore di gioco va in affanno sotto il pressing del Milan. Nella ripresa le maglie del Milan si allentano e lui fa qualcosina, ma poi concede a Cutrone indirettamente una chance colossale e subito si riaffacciano immediatamente i fantasmi del primo tempo, fino al suo cambio.
Come frangiflutti se la cavicchia, come generatore di gioco va in affanno sotto il pressing del Milan. Nella ripresa le maglie del Milan si allentano e lui fa qualcosina, ma poi concede a Cutrone indirettamente una chance colossale e subito si riaffacciano immediatamente i fantasmi del primo tempo, fino al suo cambio.
Un tiro dopo qualche minuto, nemmeno troppo velleitario. Poi più nulla, nemmeno quando la sua squadra sale di colpi. Una prestazione decisamente incolore quella del colombiano.
Entra al posto di Edmilson per dare pepe all'attacco e quando ha la chance sui piedi per pareggiare la gara si fa ingolosire da un'occasione non così ghiotta invece di guardare in mezzo dove avrebbe trovato compagni meglio piazzati.
Chiesa gli concede un cioccolatino da spingere in rete e lui preferisce mangiarselo invece che renderlo un regalo per tutta la tifoseria viola accorsa al Franchi. Passa più tempo a battibeccare con gli avversari che a preoccuparsi delle iniziative offensive sebbene quando ci ha provato a Rodriguez lo ha fatto ammattire. Ma troppo poco e quell'errore pesa come un macigno sulla sua valutazione.
L'aeroplanino non decolla nemmeno stasera e la situazione diventa sempre più grave. Contro il centrocampo del Milan senza Paqueta si poteva lavorare maggiormente sulla qualità e non sul fisico, ma lui preferisce Dabo a Gerson dal primo minuto e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Urgono riflessioni in casa viola.
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