Basta così, non ha senso fare battaglie contro i mulini a vento, non è intelligente indignarsi davanti alla quotidiana pratica dello sciacallaggio che tanto è praticata nei salotti del calcio parlato, "denunciare" tale usanza è semplicemente una perdita di tempo: se ne prenda atto, eventualmente si faranno le dovute considerazioni se e quando sarà il caso, ma forse è il caso di cambiare musica. Inoltre, dopo un confronto anche abbastanza acceso ma sincero con un collega di redazione, mi sono anche convinto di una cosa in più in questi giorni rispetto a quanto sostenevo qualche settimana fa: chi compie gesti di violenza, che sia fisica o orale poco cambia, non lo fa perché istigato da chi ha un vantaggio più o meno diretto dallo scatenarsi del caos, o meglio non solo, ma perché ha nella propria indole certi atteggiamenti. Allora va bene tutto quello che sta succedendo in questi giorni? Va bene accettare che si alzino così immotivatamente i toni dei commenti? No, ovvio che no, ma c'è un altro piccolo ma potente strumento che non concede repliche: il tandem composto da verità e dati di fatto, fattori che non sempre coincidono con la storia, ma che in un utopico mondo dove a regnare è l'onestà intellettuale basterebbero per vivere serenamente le situazioni per come meriterebbero di essere vissute.

Facciamo insieme un piccolo passo indietro, dunque, non uno sforzo insopportabile: oggi è lunedì, basta partire da venerdì sera, immediato post-partita di Juve-Milan, match deciso al 97' da un rigore calciato e realizzato da Paulo Dybala. Proteste rossonere a destra, proteste rossonere a manca, e via ad un'incredibile serie di scene isteriche tanto allo Stadium quanto nei giorni successivi.

Partiamo da Gianluigi Donnarumma: "Non è possibile! Sempre a loro!", questo il suo commento relativo al penalty concesso alla Vecchia Signora per il fallo di mano di De Sciglio (non spendo una parola nel merito, l'ho già fatto la mattina dopo il match). Limitandosi alle sole partite fra Juve e Milan con Donnarumma in campo, questa era la sesta sfida in due anni: tranquillissime le prime tre fra Serie A e Coppa Italia, qualche polemica (non segue moviola, semplice citazione degli episodi) in più quest'anno già a partire dalla 9.a giornata di campionato. Punizione per la Juve, tiro di Pjanic, gol. Proteste furibonde dei rossoneri con il portierino fra i più agitati, e passo indietro della squadra arbitrale ad annullare la rete. Match che poi finirà 1-0 grazie alla rete di Locatelli. Secondo atto 2016/2017 a Doha in Supercoppa: allo scadere dei tempi supplementari, intervento in area con la mano di De Sciglio a stoppare un'iniziativa di Evra, il direttore di gara sorvola e il match verrà vinto poi ai rigori da Donnarumma e compagni. Terzo ed ultimo atto qualche giorno fa, appunto: nel primo tempo Zapata atterra Dybala in area, né arbitro, né assistente d'area vedono nulla, il gioco prosegue senza nessun provvedimento. "Sempre a loro!" dicevamo, verità e dati di fatto evidentemente raccontano altro.

Rientrati negli spogliatoi, qualcuno fra i giocatori del Milan, o comunque qualcuno fra i tesserati per la società rossonera, si è lasciato andare in uno sfogo distruttivo all'interno degli spogliatoi dello Juventus Stadium, il tutto corredato da un intervento con pennarello in mano sugli arredi raffiguranti gli scudetti 2004/2005 e 2005/2006 poi revocati alla Vecchia Signora a seguito delle vicende legate a Calciopoli: "Ladri", riportano le agenzie di stampa. Evitando di aprire processi mediatici sui fatti di quella caldissima estate di oltre dieci anni fa, non si può non ricordare che per Calciopoli è stata condannata anche la società rossonera: i tifosi milanisti ricorderanno sicuramente come l'acquisto di Ibrahimovic sfumò in quelle settimane proprio perché i loro dirigenti non erano sicuri di quale sarebbe stata la loro posizione di partenza nella stagione successiva. Poi chi vuole andare a vedere quali erano i rapporti fra Collina, Meani, Galliani, Qui, Quo e Qua, lo faccia, non è questo il punto adesso, si vuole solo ricordare cosa raccontano verità e dati di fatto in merito.

Proseguiamo il cammino cronologico arrivando alla conferenza stampa di Maurizio Sarri alla vigilia di Napoli-Crotone: "Le polemiche di Inter, Napoli e Milan contro la Juve? Può darsi che siano tutti pazzi o che gli episodi ci siano", parole apprezzate anche dal d.s. dell'Inter, Piero Ausilio, così sarcasticamente espressosi ai microfoni di Premium Sport ieri a pochi istanti dal calcio d'avvio di Inter-Atalanta: "Fatemi parlare solo di Inter-Atalanta, dico solo che ho grandissima stima di Sarri", il tutto fra un sorrisetto e l'altro. Il perché delle polemiche lo conosciamo tutti, quello che però in tanti tendono a dimenticare è rappresentato da altri episodi:

1) "fallo prolungato di Candreva su Dybala: rischia, era già ammonito" (fonte: Il Corriere dello Sport) sullo 0-0;

2) "stop di mano di Medel nella propria area di rigore: ci poteva stare rigore" (fonte: Sky Sport) sull'1-0;

3) "Strinic allarga un braccio in area per sbilanciare Dybala. Il contatto c'è, il terzino croato rischia grosso" (fonte Sportmediaset) sullo 0-0;

4) "l'arbitro si è perso un rigore netto in favore dei bianconeri (Zapata su Dybala). Irregolare il gol di Bacca" (fonte: La Gazzetta dello Sport) sullo 0-0 il primo, sull'1-0 il secondo;

5) "Massa grazia Pasalic dal secondo giallo: l'entrata su Dani Alves è molto dura" (fonte: Il Corriere dello Sport) sull'1-0.

Nessuno si sogna di dare del pazzo a Sarri, ma verità e dati di fatto pongono dubbi sulla fondatezza del suo pensiero.

A proposito di Sarri, i suoi tifosi in curva ed il suo presidente Aurelio De Laurentiis dopo il 3-0 al Crotone hanno voluto lanciare un messaggio: vincere lo scudetto quando lo score dei rigori va tutto a favore della poco simpatica Juventus è impossibile. Verità e dati di fatto, però, ci dicono quanto riassunto in questo tweet:

A chiudere il cerchio, infine, ci ha pensato Stefano Pioli, allenatore dell'Inter che, chiamato in causa per commentare il fallo di mano di D'Ambrosio non ravvisato sullo 0-0 di Inter-Atalanta, ha così risposto: 

Verità e dati di fatto ricordano qual era il suo pensiero dopo Juve-Inter: "Sono arrabbiato per le decisioni arbitrali, gli episodi fanno la differenza, le immagini le vedete chiare, era rigore netto".

Spiego subito la morale che viene fuori alla fine di questa raccolta di dati di fatto: ci sta che ognuno difenda le proprie posizioni più o meno civilmente, ci sta anche che alcuni lo facciano con una certa foga mentre altri preferiscono strade più civili, ma quel che è certo è che a furia di continuare così come si va avanti oggi, su quel mondo utopico di cui si parlava in partenza ritroveremo sempre meno gente. Ne farà parte il sottoscritto? Io non scrivo la storia, preferisco prendere atto della verità e dei dati di fatto.