Ci ho pensato, ho già detto praticamente tutto in precedenti occasioni nelle quali ho deciso di affrontare il tema, ma alla fine è più forte di me: quando vedo e sento determinate storielle, non riesco a starmi con le mani in mano, e dunque, per l'ennesima volta, sono costretto a denunciare a gran voce, seppur nel piccolo del mio spazio blog qui riservatomi su Fantagazzetta, un qualcosa che va fermato prima che sia troppo tardi. Sarà troppo facile dopo versare lacrime per il Ciro Esposito 2.0, troppo semplice dare la colpa alla follia della gente che non sa riconoscere le cose serie da quelle meno importanti, criticare coloro che per il calcio sarebbero pronti a scendere in piazza a differenza di chi accetta passivamente anche il peggior sopruso. Io mi espongo, ci metto la faccia, ed ancora una volta invito tutti a fermare questo pazzesco carrozzone perché il rischio di arrivare al punto di non ritorno è alto, non giratevi dall'altro lato, non fate finta di nulla.

Quello che sta succedendo nelle ultime ore, che nient'altro è che l'eco di quanto successo dopo Juve-Inter di qualche settimana fa, è esattamente quello che tanto comodo fa ad una parte di stampa, ad una parte di classe dirigente, in un certo senso anche ad una parte di mondo calcistico in senso stretto considerando che facendo quello che sta facendo la società Napoli, fra tesserati, dirigenti e responsabili social-network (valli a sottovalutare...), è uno strumento utilissimo a distogliere l'attenzione dalle attuali difficoltà della società, un generatore di alibi con una potenza clamorosa: per intenderci, a Pepe Reina fa comodo commentare più il fallo (perché di tale si tratta) su Cuadrado anziché l'uscita a farfalle sul gol di Higuain, così come a Giuntoli fa comodo tentare di trovare un colpevole nel direttore di gara del match di ieri anziché chiudere la squadra nello spogliatoio per fargli notare che non è stato fatto un tiro verso la porta di Neto, è perfetto in tal senso mettere un tweet qui ed un altro lì facendo finta che in Rai si siano improvvisamente tutti rincoglioniti facendo notare l'ovvio, addirittura Mario Sconcerti, non esattamente un ultras bianconero (sfido chiunque a sostenere il contrario).

Il tutto a seguito di una partita che sino alle 20:44 di ieri sera era dipinta come la più insignificante del momento in vista degli impegni più "pesanti" con Roma e Real Madrid: sensazione di inutilità ancora più forte intorno alle 21 sempre di ieri, forse qualche minuto prima, quando Strinic è entrato a contatto con Dybala in area partenopea. Una "spinta arrivata in velocità mentre l’argentino si sta coordinando per il tiro", ci racconta Il Corriere dello Sport, un contatto a "sbilanciare Dybala, lanciato verso la porta di Reina", insiste Sportmediaset. Sentenza unanime, rigore (e personalmente ci aggiungo il cartellino rosso per fallo che interrompe una chiara occasione da gol, ma non è importante il mio pensiero), come ci tiene a dire addirittura l'illustre Maurizio Pistocchi ("c'è rigore per la Juve per la spinta di Strinic su Dybala che perde il controllo del tiro. Io provo a dare una valutazione oggettiva e poteva cambiare tutta la gara", il suo pensiero), altro soggetto del mondo mediatico che è quanto di più lontano possa esserci dagli ambienti amichevoli che riguardano la Vecchia Signora. Poi, col passare dei minuti, l'insignificante ha lasciato spazio al centro del mondo, la dinamica che ha portato al rigore del 3-1 è la scintilla che fa scattare la terza guerra mondiale, per qualcuno (si, proprio lui...) è il chiaro esempio di "malafede e sporcizia", qualcosa che dovrebbe far diventare l' "essere anti-juventino un valore", quel qualcuno che l'estate scorsa è arrivato addirittura ad augurarsi "una morte lenta e sicura per chi è affetta da questa patologia (tifare Juve, n.d.r.)", giusto per ricollegarci a ciò che dicevo in partenza: "troppo facile dopo versare lacrime per il Ciro Esposito 2.0", fermiamoci prima che sia troppo tardi.

Però l'esempio deve arrivare dai piani alti, da chi è abituato ad avere a che fare con realtà ben più importanti di una partita di calcio: per esempio un sindaco, per esempio il sindaco di Napoli, per esempio Luigi De Magistris, già magistrato ed oggi primo cittadino di Napoli. Lui, tifoso dell'Inter in passato ma riscopertosi innamorato della squadra della sua città di recente, stamattina si indigna: cita presunti torti continui che hanno condizionato la gara (Strinic-Dybala, 13', 0-0, come l'avrebbe condizionata?), punta il dito contro presunti opinionisti mistificatori invitandoli a vergognarsi, cavalca l'onda popolare del tema dell'apolidismo tanto cara al tifoso napoletano. "Oggi parlo da tifoso", la sua premessa, ma un sindaco non può mai essere SOLO un tifoso, e soprattutto un sindaco dovrebbe saper bene che nel momento in cui spara lo slogan "difendiamo la città", allora dovrebbe escludere immediatamente dal suo discorso una squadra di calcio che ha come patron un romano, come allenatore chi è cresciuto a Firenze, come capitano uno slovacco, e come calciatori tutti extra-partenopei eccezion fatta per un solo tesserato (o due se si vuol considerare anche Sepe). Un malpensante ci metterebbe un attimo ad associare certe "scelte mediatiche" ad un tentativo di crescita ulteriore del consenso popolare, probabilmente sbagliando, ma pensare alla logica andreottiana in un caso del genere poi non sarebbe neanche così tanto fuori luogo.

Non ho pazze pretese o speranze che la cultura sportiva in Italia si sviluppi così dall'oggi al domani, ma che per lo meno si cominci a pensare a quali potrebbero essere le irrimediabili conseguenze di determinate scelte: che sia marketing, che sia politica, che sia solo un trovato di comodo, sappiamo tutti bene che si può fare tutto diversamente. Pensateci, pensiamoci, perché urlare ad Higuain "chiattone" è goliardia, è sfottò, ma essere pronti a festeggiare (credeteci o no, saranno cani sciolti e non maggioranza - la cosa non sarebbe di certo meno grave, come è grave chi spera nell'eruzione del Vesuvio, chi rende omaggio al Liverpool per festeggiare i morti dell'Heysel, chi fa cori inneggianti Superga, ecc. -, ma di post e messaggi del genere se ne leggono ovunque) la morte dello stesso Pipita fa venire i brividi.