L'esonero di Tudor in casa Juventus non è stata certamente un fulmine a ciel sereno, in molti avevano immaginato che questo cambiamento in panchina potesse avvenire dopo il derby di Torino, andato in scena ieri, ma i risultati e le prestazioni negative hanno convinto la dirigenza bianconera ad anticipare questa mossa di qualche settimana. Così, dopo un brevissimo interregno di mister Brambilla, sulla panchina della Juventus è arrivato l'ex allenatore del Napoli e CT della nazionale azzurra Luciano Spalletti.
L'esordio del tecnico di Certaldo è avvenuto nella trasferta contro la Cremonese, vinta per 2-1 con qualche brivido finale dopo la rete siglata da Vardy all'83' e che, di fatto, ha riaperto per i padroni di casa la possibilità di riagguantare il pareggio. Dopo pochi giorni è stata la volta della "prima" di Spalletti in bianconero anche in Champions League con la Juventus che ospitava allo Stadium lo Sporting Lisbona. In questa occasione i lusitani hanno trovato il gol del vantaggio dopo appena dodici minuti di gioco, ma la Juventus ha saputo rispondere presente, pareggiando al 34' con Vlahovic e sfiorando più volte la rete che avrebbe potuto portare alla vittoria.
Ieri sera, invece, è andata in scena la terza apparizione di Spalletti da allenatore della Juventus. La cornice era ancora quella dell'Allianz Stadium, ma questa volta l'avversario da affrontare era il più storico di tutti, il Torino guidato per l'occasione da Leonardo Colucci, vista la squalifica di Marco Baroni. I bianconeri sono scesi in campo con un modulo molto fluido, in cui l'unica certezza era la difesa a tre con Rugani nel mezzo, Kalulu sul centro-destra e Koopmeiners sul lato opposto; la regia era affidata a Locatelli con Thuram pronto a sganciarsi per andare a supportare il reparto offensivo composto da Conceicao, Vlahovic e Yildiz.
La Juventus scesa in campo ieri sera è stata una squadra volenterosa, desiderosa di tenere in mano il pallino del gioco e sfruttare ogni singola disattenzione della retroguardia granata. La grande abnegazione della squadra ospite, però, ha spesso reso vano il palleggio ed il possesso dei bianconeri. Nonostante l'incredibile dato sul possesso palla, 73% a 27% a favore della Juventus, i tiri nello specchio della porta difesa da Paleari sono stati "solamente" sei, insomma la più classica delle montagne che partorisce un topolino, per dirla con la saggezza degli antichi.
Dall'arrivo di Spalletti sulla panchina della Juventus si iniziano a vedere dei miglioramenti, con degli aggiustamenti tattici che portano la squadra ad essere più efficace in fase di possesso. L'arretramento di Koopmeiners sulla linea difensiva e la posizione "variabile" di McKennie sono stati certamente un fattore nel derby di ieri pomeriggio, ma la sensazione è che manchi ancora qualcosa, soprattutto quando si tratta di andare a fare l'ultimo passaggio. Il Torino ieri è stato eccellente nel triplicare costantemente Yildiz, rendendo il turco praticamente inoffensivo per i primi sessanta minuti di gioco, mentre dall'altra parte la verve di Conceicao prima e Zhegrova dopo aveva aperto qualche crepa nella granitica certezza dei granata, tuttavia il comparto centrale della retroguardia torinista è stato abilissimo a chiudere qualsiasi varco, trovando poi in Paleari un portiere in uno stato eccezionale di forma.
In tutto questo non è certamente un mistero che la rosa della Juventus pecchi di qualità, soprattutto in mezzo al campo. Il mercato di gennaio è però ancora piuttosto lontano e comunque in quel frangente sarà difficile riuscire a portare sotto la Mole un giocatore in grado di spostare così tanto gli equilibri. Ora tocca dunque a Spalletti riuscire a trovare la mossa giusta per rendere più incisiva la "sua" Juventus sotto porta, trovando quelle reti che mancano per portare a casa i punti che in queste partite avrebbe meritato. La sosta arriva nel momento ideale e lo scarso numero di bianconeri convocati nelle varie Nazionali, solamente nove, di cui alcuni non titolarissimi come Openda, Adzic, Kostic e David, potrà permettere al tecnico juventino di poter lavorare in questo senso e dare alla squadra una maggiore fisionomia in vista del prossimo tour de force che inizierà il 22 novembre con la Fiorentina e terminerà il 14 dicembre con il Bologna con ben cinque partite da disputare nel mezzo.