Ancora poche ore, poi Marotta formalizzerà a De Laurentiis la sua proposta d'acquisto per Gonzalo Higuain. E' lunedi il giorno buono, per ambo le parti, per iniziare una delle trattative più calienti della storia della Serie A: per la Juventus, che deve comprare, prima di vendere uno tra Bonucci e Pogba, e per il Napoli, che vuole mettersi da parte almeno un mese di tempo, per reperire sul mercato - cercando di non farsi prendere per il collo - un sostituto all'altezza. Certo, non è detto che l'affare vada a buon fine. Soprattutto rispetto ac un'acquirente del genere, la società azzurra fa bene a pretendere che si paghi in toto la clausola: quasi 95 milioni, però, che sono tutt'altro che facili da pagare, in una o due soluzioni. 

Fossi nella società venditrice, però, ci penserei due volte prima di irrigidirmi rispetto alla soluzione "solo cash" paventata da qualche tempo. E se per Pereyra - che a questo Napoli serve solo sino a un certo punto - la cosa può tranquillamente andare in porto a posteriori, disgiuntamente dal Pipita, piuttosto penserei a focalizzarmi sul cartellino di uno come Rugani, che la Signora ha più volte negato al suo mentore Sarri, nonostante offerte prossime ai 30 milioni. La chiave di volta è tutta lì: provare a massimizzare il ritorno tecnico da un addio che, in ogni caso, ormai appare inevitabile. Lo si doveva intuire chiaramente dalla rottura, operata a mezzo stampa, dell'agente del Pipita Nicolas, un paio di settimane fa. Parole dalle quali, all'epoca, si poteva anche intuire un certo, indiscusso, fascino della Juventus, nei confronti del ragazzo e di suo fratello. Troppe volte, nelle dichiarazioni del procuratore, la squadra rivale per antonomasia veniva pronunciata, e utilizzata a mo' di termine di paragone. A buon intenditor, poche parole. 

Ora, però, bando alle recriminazioni. Di rimpianti, com'è giusto che sia, ce ne sono pochi. O molti, dipende dai punti di vista. A mente fredda, però, l'analisi è cinica e spietata.

1) Il Napoli può fare poco altro per convincerlo a restare: ma continuerà a provarci, visto che De Laurentiis gli offrirà di arrivare intorno ai 7.5 milioni a stagione. La campagna acquisti non è ancora terminata, ma ad un mese e mezzo dal termine della sessione estiva, Giuntoli, pur non avendo ancora preso nessuno degli obiettivi sensibili a centrocampo - Herrera e Witsel, per intenderci, sono lontanissimi - ha già portato a casa un terzino duttile e capace di operare da vice-Hysaj (Santon), un jolly di centrocampo che farà rifiatare Hamsik e darà il cambio ad almeno altri 2/3 titolari (Giaccherini) ed un ragazzo troppo spesso sottovalutato, che sogna legittimamente di scalzare Albiol (Tonelli). Non poco, soprattutto se si considera che, Juve a parte, le altre dirette concorrenti italiane non sono riuscite a fare altrettanto.

2) Il valore legato alla clausola è assolutamente coerente, nonostante le remore di alcuni, rispetto al real valore del calciatore. Per prendere Cristiano Ronaldo oggi servono circa 150 milioni: ed il portoghese, che ha anche due anni in più rispetto all'argentino, ha segnato meno di lui, in campionato. Morata - di 5 anni più giovane - in tutta la sua carriera da professionista, nei club, ha segnato quanto lui da solo nell'ultima stagione: ed il Real non lo darà via per meno di 60 milioni. Per Pjaca, che lascia adesso la HNL, Marotta ne stanzierà circa 25, e per Icardi (peraltro obiettivo sensibile dello stesso Napoli) servirà sborsarne almeno 55. Correa, Vazquez e Ganso sono stati pagati in totale circa 40 dal Siviglia. E potremmo andare avanti per ore.

3) Il ragazzo, dalla sua, ha realizzato che se neanche segnando 38 gol stagionali riesce a vincere nulla, forse è necessario provarci altrove. La stessa scelta fatta anche da Pjanic, per intenderci, che però non ha quasi 29 anni, come Gonzalo. Che la Champions, per intenderci, pur avendone i mezzi, non l'ha mai vinta, ed ha semplicemente individuato il progetto tecnico-tattico migliore per provarci. Al Real Madrid, al Barcellona ed al Bayern avrebbe rischiato di non avere la stessa centralità, e l'Atletico Madrid sembra non avere la stessa forza d'acquisto: in definitiva, la scelta bianconera appare, seppur romanticamente inadeguata, oltre che logica anche inevitabile. Certo, le modalità del commiato sono discutibili: ma nell'epoca dei Raiola che scherzano i media, e delle Wanda Nara che formalizzano le fratture attraverso i social, è difficile stupirsene.

4) La Juventus non poteva non fiondarsi su un'occasione del genere. Higuain è il complemento naturale di Dybala, parla la sua stessa lingua (non solo calcistica) ed a differenza di Mandzukic e Zaza riesce a creare occasioni da gol anche in totale autonomia. La società pluri-Campione d'Italia ha di fatto la possibilità di scavare una voragine tra sé e le sue ipotetiche concorrenti per lo scudetto, di modo da potersi finalmente concentrare sull'Europa. I bianconeri hanno dimostrato di poter dominare in Serie A con i Lichtsteiner e i Mandzukic, i Caceres, gli Zaza e gli Sturaro: figuriamoci con Dani Alves, Higuain, Benatia, Pjaca e Pjanic. A sessione conclusa Allegri potrebbe avere finalmente due intere squadre, altamente competitive, da poter gestire a piacimento per rendere al massimo sia nel week-end che infra-settimanalmente. Anche a costo di rinunciare a Pogba, il cui destino pare segnato. Quasi più di quello del Pipita.

Ora c'è semplicemente da trovare la quadra in quanto a modalità di pagamento ed eventuali contropartite, e gestire mediaticamente la cosa, per non darsi in pasto ai tifosi, che vedono nella rinuncia al loro bomber la pietra tombale sulle residue speranze tricolore. Fa bene il Napoli a pretendere che sia Gonzalo ad esporsi? Certo. Anche perché è la società ad essere costretta, per via della clausola, a cederlo, ed è altrettanto evidente che siano gli interessi del calciatore a superare quelli del Napoli, in questo affare. E' quindi giusto che sia lui - magari mediante il suo procuratore - ad ammettere di voler andarsene, possibilmente affiancando all'assunto "il progetto non è all’altezza di Gonzalo" anche che "quello della Juventus lo è". Detto che probabilmente il progetto Napoli è assolutamente all'altezza di Higuain - altrimenti non si spiegherebbe come sia possibile che abbia reso al massimo, solo nella sua esperienza napoletana - , al limite si dovrebbe correggere il tiro dicendo che "quello della Juventus è migliore". Anche questo è un postulato, inoppugnabile ed oggettivo, anche da parte di chi fatica a riconoscere i meriti d'una struttura, quella bianconera, capace nel giro di 10 anni di passare dalla Serie B ad una composizione da All-Star-Team senza neanche troppa difficoltà. Per intenderci, in quella cadetteria 2006-2007 c'era anche il Napoli, che concluse 6 punti dietro alla Signora: ma ad oggi è quest'ultima a prendere Higuain, e non De Laurentiis a trattare Pogba. E soprattutto è la Juventus ad esser reduce da un filotto di scudetti, e non gli azzurri. Onore al merito, quindi. Ma ognuno si prenda le sue responsabilità.

Dovrà farlo anche Higuain, che sognava di replicare le gesta di Maradona, e che non c'è riuscito. L'alternativa, d'altra parte, era troppo golosa, ed il frutto del peccato relativamente facile da strappare all'albero della conoscenza del Bene e del Male. Quando Gonzalo sbarcò in Italia, nel 2013, fu proprio il Pibe, per bocca del suo avvocato, ad auspicarlo: "Con Higuain il Napoli farà tremare la Juventus". Angelo Pisani concluse quel benvenuto, in rappresentanza di Diego, spiegando che el dies sosteneva "che un vero argentino non può giocare a Torino per la Juventus". Un po' come fece lui, nei primissimi anni '80, quando Boniperti, su imbeccata di Sivori, bussò alla porta del Boca Juniors. Il selezionatore albiceleste Menotti, però, fece muro, la Juventus qualche tempo dopo "ripiegò" - si fa per dire - su Platini, e Maradona andò al Barcellona. "Un giorno, molti anni dopo, ho rivisto Diego e sa cosa mi ha confidato? Se fossi venuto alla Juve quando dovevo, magari avrei avuto una vita privata più serena", confessò, qualche anno fa, proprio Boniperti. Dichiarazioni - a differenza della trattativa - mai confermate, ma probabilmente condivisibili, da parte di Diego. Che, in ogni caso, per volontà o impossibilità, all'epoca disse no. Ma non giocava nel Napoli, per cui il paragone che molti tifosi, in queste ore, si ostinano a fare, è piuttosto fuori luogo. Qui si parla di Higuain e della Juventus. O, se volete, di Higuain e del Napoli. O, se preferite, di Higuain e della pizza.

Quella napoletana, a cui il Pipita ha sempre dichiaratamente preferito quella di sua madre, l'artista Nancy Zacarias, pittrice di discreto successo e grande cocinéra di torte al formaggio. Pare che col Bra ed il Castelmagno vengano particolarmente buone. E che la mozzarella di bufala - a meno che non si sia pizzaioli veri, e napoletani - non si presti tantissimo alla cottura al forno, per via del troppo latte che tende a fuoriuscire da quella pepita d'oro bianco.

Pardon, Pìpita.