Da qualche giorno a questa parte si sta sentendo parecchio parlare del suicidio di Raffaele "Ciccio" Bucci, l'ultras bianconero che di fatto era l'intermediario tra la Juventus e la curva dei tifosi della Vecchia Signora relativamente alla gestione ed alla vendita dei biglietti dello stadio. Solo qualche ora prima Bucci era stato sentito in Procura come testimone di una delicata inchiesta proprio relativa ai traffici illeciti dei biglietti e i proventi del bagarinaggio, da qui i vari collegamenti più o meno misteriosi che hanno riempito i giornali nelle ultime ore.

Il suicidio di Ciccio, però, non ha fatto altro che scoperchiare il vaso di Pandora: solo oggi tanti avvoltoi scoprono l'esistenza delle innumerevoli ambiguità relativamente ai biglietti per assistere alle partite di calcio in Italia, un contesto che solo chi non vuole vedere né parlare non poteva non sapere. Come mai nessuno prima ha provato a capire (e dunque denunciare!) come sia possibile che esistano siti nei quali viene posto in essere un autentico meccanismo di bagarinaggio online (con prezzi ovviamente almeno il doppio rispetto a quelli di listino) nonostante l'Italia sia un Paese dove i biglietti sarebbero nominali (nella foto seguente un tagliando acquistato da un normalissimo tifoso juventino attraverso un canale non ufficiale, ovviamente biglietto non nominale, come si evince chiaramente dal biglietto stesso, che ha permesso al suddetto tifoso di assistere alla finale di Coppa Italia fra Milan e Juve un paio di mesi fa)?

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Come mai nessuno prima si era accorto quanto fosse strano il meccanismo di disponibilità tagliandi per eventi di grande richiamo come una finale di Champions League (Juve-Barcellona 2015 con l'obbligo - per pochi intimi - di acquistare pacchetti senza poi neanche sapere da dove partire per raggiungere Berlino, sede del match. Per non parlare del sistema di sicurezza della finale 2016 giocata a San Siro dove un illustre sconosciuto è riuscito a partecipare alla festa del Real Madrid come fosse un dirigente blancos) o semplicemente una finale di Coppa Italia (Juventus-Milan 2016 e i biglietti scomparsi ancor prima che si aprissero le varie fasi di vendita ufficiale, o che riapparivano magicamente per poi scomparire dopo pochi attimi durante i quali era comunque impossibile acquistare un tagliando)? Come mai nessuno si è posto il minimo dubbio anche in occasione di eventi ben meno "complicati" come teoricamente sarebbero dovuti essere Messina-Como nel 2004 (promozione in A dei siciliani: ai tempi un non abbonato o era amico dell'amico di quel tale lì, o la partita se la vedeva in TV. Risultato? Al Celeste quella sera c'erano almeno - e sottolineo almeno! - 20000 persone anziché le 12000 di soglia massima consentita) o Foggia-Lecce di qualche mese fa (a riguardo si legga quanto pubblicato sulle nostre pagine qualche settimana fa)? 

Ognuno ora, nel piccolo e nel grande, nel corto e nel lungo, si prenda le sue responsabilità, ma si abbia la dignità morale e professionale (ammesso e non concesso che esista differenza. E no, per il sottoscritto non è né ammesso, né concesso!) di affrontare la situazione per come merita di essere affrontata: senza far finta di meravigliarsi di certe storie, senza che si strumentalizzino situazioni che - è stato necessario che ci scappasse il morto - era ovvio che prima o poi avrebbero finito per presentare un salatissimo conto.