Wallace di nome fa "Fortuna". Troppo facile ironizzarci su, dopo il pacchiano errore nel derby. Ma mi piace pensare che non sia stato un eccesso di superficialità, bensì di sicurezza nei propri mezzi. Che è ugualmente fastidioso, ma che ha un significato ben diverso. Non dimentichiamoci, infatti, che il brasiliano è stato pressoché perfetto nelle prime 9 partite disputate da quando è sbarcato in Italia. 9 partite... più 64 minuti. Già, perché fino al momento in cui Strootman l'ha scaraventato nel dirupo delle feroci polemiche, è stato indiscutibilmente tra i migliori in campo. E la prestazione più che opaca di Dzeko ne è la prova schiacciante.

Molti dicono che, se ci fosse stato De Vrij al suo posto, probabilmente il risultato sarebbe stato un altro. Forse sì, forse no. Siamo nel campo delle ipotesi, al sottoscritto piace ragionare con i fatti. E la stracittadina ha consegnato al mosaico di Simone Inzaghi l'ultimo tassello di un quadro previsionale che dovrebbe stemperare ulteriormente l'entusiasmo di questo gruppo. Le uniche tre sconfitte messe a referto finora in campionato dalla Lazio sono giunte per mano di Juventus (2^ giornata), Roma (15^) e Milan (5^). Esattamente le uniche tre compagini che al momento precedono Immobile e compagni in classifica. La più logica conclusione sarebbe dunque pensare che i biancocelesti non sono ancora pronti e maturi per tentare l'assalto alla zona Champions League. E se non fosse così? Ci sono fattori numerici e precedenti che dovrebbero al contrario rinsaldare le ambizioni capitoline:

1) restano da disputare ancora ben 23 partite, di cui le prossime tre prima di Natale (a Genova con la Sampdoria, in casa contro la Fiorentina, a Milano contro l'Inter) potrebbero dire molto sul possibile cammino nella seconda parte di stagione. Sperando che la profezia di quasi un mese fa possa davvero avverarsi...;

2) negli ultimi anni sembra ripetersi quasi con naturale regolarità un andamento fatto di alti e bassi: quando c'è da sostenere l'impegno europeo, la Lazio va male in campionato; quando c'è solo il campionato, alla fine arriva un piazzamento europeo. E' successo con Reja, è successo con Pioli. Potrebbe ripetersi con Inzaghi. Ad ogni modo, l'obiettivo Europa League resterebbe a portata di mano;

3) prima del derby, questa squadra veniva da nove risultati utili di fila, la striscia più lunga tra tutte le compagini di Serie A. Tra le mura amiche sono arrivati 16 punti in 8 incontri (2 di media a partita), lontano dall'Olimpico ben 12 in 7 gare (come la Juventus, solo il Milan ha fatto meglio ma in trasferta ha giocato un match in più). L'attacco funziona più che bene (27 centri, 13 marcatori diversi), con il ritorno in pianta stabile di De Vrij si alzerà notevolmente il livello di una difesa che comunque regge (16 gol incassati, solo 3 in più della Juventus che comanda questa graduatoria). Di certo non può essere una leggerezza di Wallace o un errore di posizionamento di Marchetti a spazzare via tutto ciò che di buono è stato costruito fin qui;

4) un dato e uno stimolo allo stesso tempo: la Lazio ha la rosa più giovane del campionato. E quando si ha a che fare con dei classe '94 e '95, incoscienti e spensierati allo stesso tempo, fare previsioni sul piazzamento finale può risultare un'ardua impresa. Sia in positivo, sia in negativo.